Il percorso che porta alla realizzazione del nostro completo personalizzato da ciclismo prevede il passaggio da tante mani e una somma di molte competenze. Il team di Sportful, il brand a cui ci siamo affidati per questo progetto, è composto da tante persone appassionate del proprio lavoro e ognuno ha contribuito all’eccellente risultato finale. Leggendo questo racconto, vi renderete conto dell’alto livello di manifattura che caratterizza questi completi.
(testo e foto di Federico Damiani)

ABBIGLIAMENTO

ESCLUSIVO, ALVENTO

Per fare un completo da ciclismo personalizzato come quello di Alvento ci vuole prima di tutto un’idea. Senza quella non si va da nessuna parte.

Serve anche un po’ di fiducia per affidarsi a qualcuno che renda la tua idea realizzabile su una maglia e un pantaloncino. Anche senza quella, a voler fare proprio tutto tutto come si ha in mente, senza accettare consigli, di solito, non si va molto lontano.

Alcune immagini delle lavorazioni per la realizzazione del prototipo del kit di Alvento scattate nel laboratorio di prototipia di Sportful a Fonzaso (BL).

Poi serve Alberto, che ha 24 anni e ha corso fino agli Under 23. Il suo corridore preferito è Valverde e non ha mai comprato un numero di Alvento. Però ha studiato grafica allo Iuav di Venezia ed è in grado di rendere concreta l’idea della redazione, svilupparla taglia per taglia e creare l’impianto stampa.

A quel punto serve Mario, anni 26. Del ciclismo non gli interessa molto, ha sempre giocato a rugby. Andrà in vacanza in Croazia quest’estate, ma per il momento stampa il cartamodello, un foglio con le informazioni e le forme di tutti i pezzi di stoffa necessari, e il file creato da Alberto con la grafica del kit con un inchiostro trasferibile su una carta speciale.

Poi serve Monica, che di anni ne ha 47. Lei sì che ci va in bici. Anche sua figlia, Gaia, 15 anni, corre come Allieva. È anche appassionata di ciclismo, Froome è il suo corridore preferito ma ultimamente le piace molto Roglic perchè – dice – è uno tosto, che corre sempre con la grinta, che è un corridore vero. Monica prende il cartamodello stampato da Mario e i rotoli di tessuto giusti, come da scheda tecnica. Punta le stoffe sul cartamodello e taglia, pezzo per pezzo, tutti i componenti della maglia. Quando ha finito li prende tutti e li porta a Anna e Barbara, insieme alle carte stampate da Mario. Perchè per fare il completo di Alvento servono anche Anna e Barbara.

Anna ha 48 anni e tre passioni: correre, cucinare e mangiare, in particolare gelato al pistacchio, ci tiene a specificare. Barbara invece ne ha 49 e vive a Fonzaso, ma ha un pezzo di cuore in Calabria. Ci va tutti gli anni a raccogliere le olive, tra le altre cose. Quando una non cucina con l’olio dell’altra, trasferiscono i colori della carta ai pezzi di tessuto tagliati da Monica. Li posizionano su un piatto, prima la carta poi la stoffa, e fanno coincidere tutto al millimetro. Quando sono soddisfatte, il piatto va nella pressa. 50 secondi a 208 gradi con una pressione di 7 bar. Un po’ come mettere una torta nel forno; sarà per questo che entrambe dicono che il loro lavoro è bellissimo. E lo fanno con tanta passione, anche nel caso dei capi di Alvento.

Il risultato finale è eccellente, noi l’abbiamo provato per diversi mesi e vi suggeriamo vivamente questo kit.

Adesso che tutti i pezzi hanno la forma e il colore giusto servono le mani di Lidia. Ha 47 anni e per hobby dipinge, però è anche appassionata di moda e oltre a cucire maglie e pantaloncini da bici per lavoro realizza i vestiti che usa per venirci, al lavoro. Lidia prende i pezzi e li trasforma in capi fatti e finiti. Servono tre macchine da cucire diverse, ognuna con un diverso numero di aghi, per realizzare cuciture più o meno piatte a seconda del posizionamento sul capo.

E poi, alla fine, serve qualcuno che prenda il completo e ci vada a spingere forte per la strada mettendosi addosso la propria idea. Perché è proprio a quello che serve un completo personalizzato.

E sì, per fare un pantaloncino come quello di Alvento serve mettere insieme venti pezzi di cinque tessuti diversi, e per la maglia quattordici di altri tre. Ma questo viene dopo le persone che trasformano un’idea in un prodotto, a maggior ragione quando si tratta di personalizzare. Di uscire fuori dallo standard. Di fare qualcosa di unico.

Quando vedrete i collaboratori di Alvento con la divisa numero 0 saprete che non è solo la loro divisa. Ma sono la maglia e i pantaloncini di Alberto, Mario, Monica, Barbara, Anna e Lidia.

E chissà invece il vostro, di completo di Alvento, da quali mani esperte sarà stato confezionato. Sicuramente da persone, ognuna con una storia diversa. Se fate la somma e la mescolate ai trentaquattro pezzi di tessuto che servono fisicamente anche voi avrete un completo unico, personalizzato.
Proprio come quello di Alvento.