Milano in immagini: intervista a Tornanti.cc
Quando si parla di arte e biciclette impossibile non nominare Tornanti.cc: fotografi, appassionati capaci di donare stile unico al mondo della bicicletta e del ciclismo agonistico.
Eloise Mavian e Francesco Rachello – fotografi bravissimi, ciclisti e icone di stile nel mondo della bici: com’è nata questa passione diventata poi un lavoro?
La passione per la fotografia ce l’abbiamo avuta fin da sempre. Il padre di Eloise aveva un negozio di fotografia a Venezia quindi fin da piccola era circondata da macchine fotografiche e rullini. Riguardo al ciclismo Francesco si è appassionato al mondo della fixed gear quando verso il 2009/2010 ha iniziato a dilagare a Milano. Eloise lo aveva solo guardato in tv con suo padre, soprattutto qualche tappa del Giro d’Italia, sua zia le diceva “guarda il Giro d’Italia che certi posti non li vedrai mai”. Nel 2010 David Trimble é sbarcato con la Red Hook Crit a Milano e Francesco si è immerso nella notte con i suoi flash caravaggeschi a fotografare i “padri pellegrini” a cavallo delle loro bici a scatto fisso. Nel 2012 Francesco ha conosciuto Eloise e le ha fatto scoprire questo mondo, amore a prima vista. Da quel momento non si sono più fermati.
Cosa vi piace del progetto di alvento.cc e del suo modo di porsi all’interno della comunità milanese di ciclisti e appassionati?
Nel panorama delle riviste di ciclismo italiane abbiamo sempre notato la scarsità di progetti editoriali che parlassero di questo sport andando oltre la cronaca o gli aspetti tecnici. Crediamo che Alvento abbia portato una ventata di freschezza, sforzandosi di raccontare il ciclismo in tante sue declinazioni.
Come pensate che i bicycle café, le ciclofficine, le pedalate di gruppo e gli eventi a tema bici possano migliorare la qualità della vita delle persone che vivono in una città come Milano?
Milano è una grande città che offre molte possibilità ha bisogno della creazione di community, di qualsiasi tipo sia la sua natura. Guardando strettamente al ciclismo ci sono molte realtà che aiutano l’aggregazione delle persone e la condivisione di una passione. In una città come Milano la bici è comunque un mezzo di trasporto fondamentale e abbiamo bisogno di più iniziative e di più spazi dedicati a questo. In quanto grande città a Milano nascono molti gruppi più o meno grossi di ciclisti e di appassionati di ciclismo, che però non hanno poi così tante occasioni di interagire gli uni con gli altri. Spazi e occasioni di incontro sono molto utili per questo.
Qual è la differenza fra Milano ed altre capitali europee in tema di ciclabilità urbana?
Milano avrebbe bisogno, come qualsiasi altra città Europea e non, di guardare a quelle città che vengono sempre prese come esempio: quelle olandesi o danesi dove la viabilità è strettamente legata all’importanza della bici. La stessa strada viene concepita in modo diverso non solo per le vie ciclabili ma anche per il movimento delle macchine. Viaggiando spesso in quelle zone ci siamo ritrovati a vedere come alcune città possano essere disegnate o ridisegnate nell’ottica di favorire gli spostamenti in bici il rispetto dei limiti di velocità da parte delle auto.
In queste città la mentalità delle persone è ovviamente quindi più aperta al ciclismo e c’è più rispetto per i ciclisti sulla strada, forse anche perché molte persone che usano la macchina usano anche la bici. L’Italia, tanto quanto altri paesi, dovrebbe cercare di dare più importanza alla bici come mezzo di trasporto non solo per l’ecologia ma anche per il benessere del cittadino stesso. L’uomo è sempre riuscito ad adattarsi ai cambiamenti drastici o no che siano, si ha solo bisogno di tempo e istruzione. La differenza che noi sentiamo di più rispetto ad altri paesi dove l’utilizzo della bicicletta è più diffuso è il rispetto per il ciclista urbano. Le “macchine milanesi” fanno abbastanza paura a volte.
Il nostro primo viaggio in bici è stato tanti anni fa tra i laghi della Baviera, un’esperienza molto bella nonostante Eloise fosse alle prime armi e alcune salite si facessero sentire la sera poi!
Francesco: da quando mi sono trasferito in Lombardia ho praticamente sempre vissuto fuori o ai margini di Milano. Mi piace l’idea di vivere in città ma di poterne uscire in bici velocemente. Probabilmente è anche perché sono cresciuto in un paesino di campagna.
Eloise: Per una uscita solitaria vado sul sicuro e mi godo 60km di natura lungo la ciclabile della Martesana.
Ci siamo conosciuti nel 2012 ma Eloise stava a Madrid dove ha studiato e vissuto per parecchi anni, l’anno dopo è venuta a vivere a Milano. Entrambi abbiamo sempre avuto l’idea di tornare a vivere a Madrid, è una città che ci piace molto, ma da quando lavoriamo in questo campo, con i numerosi viaggi fatti in Olanda e in Belgio per le gare, ci stiamo facendo un pensierino, magari più avanti tra qualche anno potremmo ritirarci nel fresco nord.
Anche se amiamo Venezia, città natale di Eloise, e tutto il Veneto in generale, per ora ci troviamo molto bene a Milano, è una città unica in Italia che è cresciuta molto negli ultimi anni ed ha un gran potenziale per poter migliorare. Dato il nostro lavoro la sua posizione è molto comoda per raggiungere le montagne e anche per muoversi in aereo in tutta Europa.
Come è nata la vostra passione per la bici? Come sono cambiati il vostro lavoro e la vostra vita da allora?
Il nostro rapporto con la bicicletta è sempre stato importante. Il padre di Eloise fin da quando lei era piccola la portava a fare un giro in bici la sera quando tornava da lavoro, nella città dove è cresciuta si spostava sempre in bici con le amiche. L’estate la passava nelle Dolomiti e tutta la famiglia si portava sempre la bici anche solo per dei piccoli giri in paese. Ha vissuto vari anni a Madrid ed aveva una singlespeed rossa che le faceva scoprire i dintorni della città dove si trovano cavalli bianchi.
Eloise: Da quando lavoro nel campo del ciclismo mi sto appassionando sempre più a questo sport e cerco di fare i miei giretti nei campi o qualche salitina.
Francesco: Da ragazzino usavo la bici per necessità per muovermi nel paesino dove vivevo e nei dintorni, anche perché non ho mai avuto un motorino come molti miei coetanei. Poi non ho più pedalato per anni. Mi sono appassionato alla bici grazie allo scatto fisso, una bici da pista è stato il primo mezzo con cui ho cominciato a muovermi su due ruote sia in città che per giri esplorativi in Brianza e dintorni. Dopo qualche anno sono passato alla bici da corsa come attività sportiva. Contemporaneamente ho cominciato ad appassionarmi al ciclismo professionistico per lavoro e mi ritengo fortunato perché posso utilizzare le mie conoscenze ed esperienze che faccio per passione nella mia professione.
Eloise, cosa ti piacerebbe dire alle donne che non hanno mai pedalato per spiegare il bello di andare in bici? Francesco, cosa vorresti dire a tutti quei milanesi che dicono che Milano non è una città per le biciclette?
Per esplorare una città abbiamo sempre pensato che la scelta migliore fosse girarla a piedi o in bici. La libertà di movimento e possibilità di raggiungere più luoghi anche remoti è essenziale, perdersi nei meandri di una città è una bella esperienza. Milano in bici, soprattutto ad agosto, è favolosa se non l’avete provata fatelo! Se avete bisogno di suggerimenti: Eloise ha una single speed con ruote grosse per essere più comoda e tranquilla sul pavè e tra le mille rotaie dei tram, Francesco invece gira più agilmente con una bici da ciclocross.
Come pensate che Milano e la sua deformazione in tema di stile e design abbia influenzato il modo di concepire la bicicletta?
Probabilmente c’è più passione per la bici a Milano che altrove perché per una serie di motivi c’è più attenzione per la componente estetica delle biciclette e per il loro design. Rispetto a come viene vissuto il ciclismo in molte altre parti dell’Europa si tende di più a utilizzare mezzi pensati per altri ambiti (ciclismo su strada o su pista) per gli spostamenti di tutti i giorni.
Avete una formazione sportiva o pensi che sia necessario per avvicinarsi al mondo delle due ruote?
Francesco: Ho praticato vari sport anche a livello agonistico e il ciclismo è quello che mi ha appassionato di più e più a lungo. Probabilmente uno dei motivi è che può diventare più facilmente una componente integrante della propria vita (pendolarismo, viaggi, eccetera) e non restare solo uno sport da praticare con tempi e modalità predefinite. Sicuramente la componente agonistica ha un forte fascino per me.
Eloise: A scuola ho provato vari sport tra cui basket e pallavolo ma quello che mi era piaciuto di più era canottaggio. Mi piaceva la sua dinamica, il lavoro di squadra e mi dava la libertà di stare in mezzo alla natura della laguna di Venezia e di scoprire luoghi che non potresti normalmente.
Secondo voi è cambiato il modo di vedere il ciclismo e di praticarlo da parte di sempre più ragazze? Come vedete l’impegno di tornanti.cc nella creazione di una community – motore pulsante dell’attività ciclistica come collante sociale e motore di autostima e aggregazione per numerose donne, spesso timide o sole o che non sanno bene come iniziare ad approcciarsi al mondo delle due ruote?
Abbiamo pensato qualche volta di organizzare una serie di “Tornanti Ride” periodiche per dare il nostro contributo all’integrazione dei vari ciclisti e gruppi di ciclisti milanesi. Non abbiamo mai concretizzato questa idea per mancanza di tempo. Ci piacerebbe comunque eventualmente che queste uscite in bici non fossero per sole donne, però vorremmo che ci fosse assolutamente una componente femminile importante.
Qual è stata la reazione dei milanesi ad un progetto di più ampio di ciclabilità urbana? Non solo post-covid, ma iniziato anche prima con i vari progetti di piste ciclabili ed eventi a tema bici quali Milano Bike City e prima ancora il Bicycle Film Festival?
È fin troppo facile ignorare le voci di chi considera la mobilità in bici come qualcosa che ha poco senso o che vede l’andare in bici come una attività leziosa per borghesi. Questo atteggiamento è purtroppo ancora molto presente a Milano, per contrastarlo ci sono molte cose che si possono fare, fra cui usare la bici il più possibile in città.
A Milano sarebbe utile avere più piste ciclabili all’interno della città ma anche alcune che portino al di fuori nei paesi limitrofi per poter favorire le “gite” della domenica a famiglie o gruppi di amici e per incentivare chi voglia fare commuting durante la settimana di lavoro. Molti gruppi si stanno muovendo per far si che questo diventi realtà, fortunatamente a Milano ci sono molte persone che si riuniscono per una miglioria della viabilità, che sia per semplice diletto di andare in bici, ma anche per quelle famiglie che per esempio portano i bambini in bici a scuola e li educano sul codice della strada.
Foto: Tornanti.cc