Per chi vuole unire in una sola giornata due dei grandi monumenti del ciclismo lombardo ecco il giro perfetto.
Velodromo Vigorelli e Museo del Ghisallo: dalla magica e storica pista milanese, si parte per una delle più famose e frequentate salite lombarde di fama internazionale, il Ghisallo. Questo, oltre che ad essere un percorso molto bello e allenante, è anche una dichiarazione d’amore per il ciclismo e la sua storia, prendendo parte a quel movimento di protezione e “salvataggio” di entrambi i luoghi.

La salita del Ghisallo è una delle ascese più “classiche” se abitate a Milano.
Una volta che vi siete fatti un po’ la gamba in salita sui numerosi saliscendi brianzoli, arrivare in cima a questa iconica salita – parte del Giro di Lombardia e sede sia del Museo che di una iconica cappelletta che raccoglie maglie di grandi campioni, cimeli e biciclette storiche appese alle pareti – vi sentirete improvvisamente catapultati negli albi della storia del ciclismo italiano.

Chi vuole percorrere la Vigorelli-Ghisallo può scegliere tra due percorsi:  al Ghisallo infatti si sale da due versanti.

Foto: Stefano Losco

Il versante Sud è quello che affronta la salita da Canzo, mentre il versante Nord, quello “classico” parte da Bellagio. In funzione del proprio livello di preparazione si sceglierà il versante da affrontare. La salita tradizionale, vera e propria è quella che dal tornante dopo Asso, percorrendo la Valbrona, porta a Pescallo, minuscola e graziosa frazione di Bellagio.

Seguendo questa traccia uscirete da Milano verso il Parco Nord, seguendo il percorso ciclabile che raggiunge la Villa Monza, attraversando l’omonimo Parco per entrare in Brianza. Il percorso durante l’evento ufficiale è completamente segnalato, ma seguendo la traccia, non dovreste avere problemi anche a farla in altri periodi dell’anno. L’obiettivo futuro degli organizzatori è trasformare il tracciato della manifestazione, che si snoda tra le colline brianzole, in un percorso cicloturistico segnalato, in grado di fungere da fattore di promozione del territorio e del paesaggio attraversati.

Una volta arrivati in cima al Ghisallo l’emozione sarà tanta, ma non dimenticatevi la foto ricordo sotto la statua, una visita alla cappelletta, l’ingresso al museo, e il meritato panino al baretto lì accanto!

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Descrizione itinerario:

Da Milano al Ghisallo sono novanta chilometri, se si sale dal versante “classico” da Bellagio, dieci in meno da sud, che fu il primo ad essere affrontato dal Giro di Lombardia nel 1919. Si parte dal Vigorelli e si esce dalla città attraverso il Parco Nord. Da qui il percorso va alla ricerca dei pochi “vuoti paesaggistici” rimasti tra la pianura e le colline brianzole. Dopo il Parco di Monza è un continuo saliscendi, lungo strade a bassa intensità di traffico, tra ville, colline, campi coltivati, piccoli centri: Casatenovo, Monticello, Barzanò, Barzago, Sirone, Bosisio Parini, fino al lago di Pusiano.
Da qui i primi veri tornanti portano al lago del Segrino. Superata la stazione di Canzo-Asso si entra nell’alta valle del Lambro e comincia la parte più impegnativa dell’ascesa tra boschi e pascoli.
All’uscita di Asso è possibile girare per Valbrona per scendere sul lungolago a Onno e arrivare a Bellagio, dove inizia la salita tradizionale del Giro di Lombardia. Altrimenti si può salire lungo la vecchia strada che passa per l’abitato di Barni.
L’arrivo al Ghisallo, tra il Santuario e il Museo del Ciclismo, sotto lo sguardo delle statue dei grandi eroi del pedale – Coppi, Bartali, Magni – è un’emozione che ripaga le fatiche compiute per superare quasi 1.000 metri di dislivello.

Foto in evidenza: Eloise Mavian / Tornanti.cc