Fem van Empel e la filosofia olandese

Un calcio al pallone non si rifiuta mai, figuriamoci in Olanda, terra dove il calcio assume da un secolo significati persino filosofici. È vero che, come afferma il giornalista inglese David Winner, si iniziò a scrivere di Totaalvoetbal nel 1974, ma le basi furono gettate diversi decenni prima grazie a Jack Reynolds, allenatore inglese che guidò l’Ajax, a fasi alterne, dal 1915 al 1947.
A lui pare si debba una certa impostazione del gioco palla a terra, una struttura di scuola calcio basata sull’insegnamento dello stesso metodo di allenamento e di gioco a ragazzi appartenenti proprio al settore giovanile dei lancieri. Non ultimo, a Jack Reynolds si attribuisce il celebre aforisma calcistico “l’attacco è la miglior difesa”.
Se poi il grande Ajax negli anni ’60 e ’70 perfezionò il metodo e lo strutturò in una vera e propria armonica filosofia di gioco, beh sappiamo tutti chi sono stati alcuni tra i grandi artefici: Rinus Michels e Ștefan Kovács, o come non citare poi Johan Cruijff. La loro idea è arrivata fino ai giorni nostri, fino a Pep Guardiola, il suo più importante (e vincente) rappresentante contemporaneo, catalano di nascita, ma olandese dal punto di vista della filosofia calcistica.

Tuttavia questa è una digressione, concetti semplificati allo stremo – d’altra parte si parla di ciclismo. Un volo pindarico per introdurre la veloce e recente ascesa di Fem van Empel, diciottenne di Sint-Michielsgestel, Brabante olandese, Brabante del Nord, che domenica scorsa ha conquistato il titolo iridato nella prova Under 23 femminile del ciclocross a Ostenda, in Belgio.

Fem van Empel inizia a muovere i primi passi – davvero in questo caso – proprio giocando a calcio, nonostante una famiglia che nel ciclismo si distingue non solo per passione, ma anche per lavoro. Suo zio Ad van Empel è un noto costruttore di bici – le Empella, mezzi sui quali negli anni sono stati vinti diversi titoli mondiali proprio nel ciclocross – ma a Fem, figlia della tradizione descritta sopra, inizialmente piaceva di più giocare a pallone – anche se siamo pronti a giurare che a lei della filosofia del calcio totale e della sua architettura, poteva interessare il giusto. Fino a 13 anni, Fem si misura con i ragazzi, poi, a causa della differenza fisica che si faceva via via più marcata, si adatta a giocare con le sue coetanee.

Leggiadra e talentuosa col pallone tra i piedi e come più tardi lo si scoprì vedendola in sella a una bici, van Empel sfruttava le sue qualità come ala destra del club di Neunen, squadra della piccola cittadina dove Vincent van Vogh visse una brevissima parte della sua breve vita e vi trovò ispirazione per dipingere una delle sue opere più conosciute: “De Aardappeleters”, “I mangiatori di patate”. Neunen, città dove è nato e vissuto anche Steven Kruijswijk.

Van Empel, però, a suo dire si divertiva molto più con le due ruote che col pallone. E difatti la scelta non tarda ad arrivare: a un certo punto doveva decidere se diventare calciatrice, da piccolina sognava di vestire la maglia del Bayern Monaco, oppure iniziare a praticare uno sport che vede l’Olanda come una delle nazionali sportive più forti e dominanti in assoluto. Dopo buoni risultati in mountain bike, nel 2019 si indirizza verso il ciclocross entrando a far parte di quel mondo che oggi vede gente come Alvarado, Betsema, Brand, Worst, Kastelijn, senza dimenticare l’eterna Vos o le altre rampanti emergenti come van Anrooij, Pieterse, van Alphen, Bakker, governare in modo assoluto. Aggiungendoci proprio il nome di van Empel farebbero undici, proprio come una squadra di calcio. Aggiungendoci, poi, quello che fa van der Poel, o il titolo conquistato sempre a Ostenda da Ronhaar davanti a Kamp – altri due olandesi – tra gli Under 23, e la tripletta tra le donne nella prova élite, fanno otto medaglie su dodici totali nel recente mondiale: se questo non è dominio totale figlio di una filosofia vincente, ditecelo voi cos’altro può essere.

Domenica scorsa, mentre tutti aspettavano il duello van Aert contro van der Poel, un dualismo che ha fatto parlare anche il Wall Street Journal e che è stato seguitissimo in televisione sia in Olanda – a dispetto di alcuni match di Eredivisie in contemporanea – che in Belgio, Fem van Empel era una delle favorite nelle gara delle Under 23, ma alla fine poteva essere un nome tra i tanti da pescare in mezzo al mazzo delle pretendenti in arancione. A un certo punto della gara cade con la faccia in mezzo alla sabbia. Si rialza e invece che difendersi, attacca, inizia a macinare, raggiunge e supera le avversarie sulla spiaggia prima di mantenere il distacco necessario a vincere, nel tratto in erba. Quando sta per tagliare il traguardo un sorriso appare finalmente sulla faccia tonda da adolescente, quasi incredula, così acerba da vedere persino spuntare ancora qualche brufolo.

«Il fatto principale» dicono di lei i suoi tecnici «è che avendo cominciato a correre da pochissimo, nessuno conosce i suoi limiti». Un altro nome da appuntarci non solo per il prossimo inverno di ciclocross, ma prima o poi anche su strada. In Olanda la filosofia recente più che al bel gioco sembra virare spedito verso il concetto di vittoria. Almeno sulle due ruote.

Foto: Dion Kerckhoffs/PN/BettiniPhoto©2021