Milano e la sua attitudine in tema di stile e design hanno sicuramente influenzato il modo di concepire la bicicletta, anche se è normale che ci siano città più o meno adatte all’utilizzo delle due ruote.  Milano, piano piano, si sta evolvendo ed eventi a tema moda o l’immancabile salone del mobile hanno influenzato attività che hanno scelto la bici come core aziendale. Il fatto che la bici sia anche una moda è un bene se pensiamo ad una più ampia di diffusione del mezzo: l’obiettivo sarà quello di cercare di viverla come qualcosa di sempre più stabile e presente nelle nostre giornate con benefici comprovati.

Non serve limitarsi a leggere le varie statistiche o ricerche sugli effetti miracolosi delle due ruote, ma vedere come l’oggetto stesso sia stato numerose volte scelto come protagonista dell’arte o stimolo per progetti culturali ci dà la conferma del suo ruolo sociale. Le varie mostre a tema bici, come quella più recente, la Steel is Real di Columbus presso la galleria Antonio Colombo, quella in Triennale nel 2018 o la New Craft del 2016 hanno visto non solo la partecipazione di grandi telaisti, come Cinelli o il grande Dario Pegoretti, ma anche di designers, artisti, influencer e giornalisti di svariati settori rendendo la bici un fenomeno sempre più radicato.

Mi piace vedere come la bicicletta sia riuscita, a partire da Duchamp, arrivando fino ad oggi, a consolidarsi sempre più nel contesto artistico e di ricerca e come gli avvenimenti culturali abbiano il loro peso nella formazione di una coscienza nuova.

Se vogliamo avvicinarci all’ambito più legato alla moda stile in bici, possiamo considerare l’esperienza di Milly de Mori, art director e fondatrice di un brand femminile di abbigliamento ciclistico. Milly ci racconta com’è nato il suo progetto di disegnare i capi di No Gods No Masters, il marchio fondato principalmente per indossare dei capi che potessero soddisfare le esigenze delle donne in bici, avendo lei stessa notato un buco di offerta di un prodotto di alta gamma che fosse performante e bello da indossare. «Vado in bici ormai da 15 anni – racconta – e quando ho iniziato le proposte per donna non solo erano limitatissime (bici, selle, accessori e abbigliamento), ma soprattutto entry level perché la donna in bici rappresentava per il settore un campione non significativo. Così ho afferrato quest’opportunità per andare contro corrente e vedere cosa succedeva. Negli anni la situazione è cambiata e il mercato ha cominciato a notare che finalmente ci siamo anche noi. Dietro al brand però vive anche una mission che va oltre al puro capo tecnico che ha come obiettivo quello di sostenere e promuovere l’emancipazione della donna anche attraverso la bici. Da qui il nome del brand No Gods No Masters (senza dei e padroni) che risuona come un inno alla libertà per poter praticare questo favoloso sport lontano dai condizionamenti nell’affrontare una dimensione di fatica ed incertezza come quella che il ciclismo ci mette davanti».

Dietro lo slogan No Gods No Masters c’è una bellissima storia che ci riporta indietro al movimento delle suffragette a New York all’inizio del Novecento, impegnate nell’emancipazione della donna nella società di allora in cui i diritti erano azzerati sia in casa che nelle fabbriche. Le donne si battevano reclamando parità di diritti e stipendi, cose su cui si sta ancora lottando un secolo dopo.

Vediamo sempre più ragazze andare in bici in città o nei weekend in percorsi più lunghi in bici da corsa. Forse abbiamo finalmente superato la comunicazione generale della bici come mezzo sportivo legata solo alla figura dell’uomo e ci sono le basi per far cadere questi stereotipi di genere.

Sicuramente l’essere milanese e l’aver lavorato per tanti anni nella moda per marchi del lusso ha portato Milly ad apprendere l’arte del mestiere affinando il suo gusto su canoni estetici di un certo tipo, che ritroviamo in NGNM, capace di competere per qualità e stile con i più grandi marchi internazionali di abbigliamento ciclistico.

NGNM ha recentemente sviluppato una collaborazione con un noto marchio di bici italiano e milanese, Cicli Drali, essendo le loro due realtà partite più o meno allo stesso tempo hanno voluto aiutarsi vicendevolmente e fare sistema. «L’unione fa la forza, dice Milly, specialmente tra le realtà piccole ed indipendenti come le nostre. Essendo NGNM molto attivo nell’organizzare uscite in bici per donna in varie città come Milano, Londra, Bristol, Amsterdam e ora anche Berlino, mi piaceva l’idea di formare un piccolo team amatoriale di donne con base a Milano sotto il brand NGNM per poter organizzare delle uscite e partecipare a qualche granfondo. Ho chiesto agli amici di Drali se erano interessati ad una divisione femminile della loro ASD, visto che oltre al team Drali Steal impegnato nei criterium, hanno una divisione amatoriale. Così è partita la NGNM / DRALI con una maglia che porta entrambi i marchi. Il fato vuole che con il Covid-19 tutte le manifestazione che avevamo in programma siano saltate, perciò sarà il 2021 il vero battesimo di questo piccolo team».

Restando in tema donne, moda e ciclismo ho chiesto a Milly come fosse cambiato il modo di vedere il ciclismo e di praticarlo da parte di sempre più ragazze e ci ha confermato i numeri crescenti presenti nelle varie statistiche.

«Oggi non c’è uscita in cui non incroci almeno due o tre donne in bici, da sole o in gruppo. Diciamo che la massa critica è aumentata e questo a sua volta ha mille ripercussioni. Il mio sogno è quello di vedere sempre più gruppi di ragazze e donne che escono assieme. Nelle uscite tra donne si vive un altro modo di andare in bici, si è alla pari e i ritmi e velocità da sostenere sono più umani. Ma il cameratismo e lo spirito di squadra che s’instaurano sono poi la chiave di volta: la sensazione di poter essere completamente autosufficienti è già di per sé una grande conquista».

Oltre ad avere a cuore il comfort in sella, NGNM si impegna anche nella creazione di una community – motore pulsante dell’attività ciclistica come collante sociale e soprattutto stimolo di autostima e aggregazione per numerose donne, spesso timide o sole o che non sanno bene come iniziare ad approcciarsi al mondo delle due ruote. «Siamo stati fin da subito molto attive su questo fronte organizzando delle uscite solo per donne in varie città europee, come Londra, Bristol, la Provenza, Amsterdam, Milano e la Versilia grazie ad una rete di ambassador e amici del brand. Siamo riusciti anche a coordinarle lo stesso giorno creando così un evento internazionale, oltre ad una community remota e un senso di appartenenza a qualcosa di più grande di una semplice uscita nella propria città. Da inizio anno abbiamo iniziato una collaborazione con Zwift organizzando un’uscita ufficiale che si chiama NGNM Women Crush Wednesday e che attrae ormai una solida base di cicliste dal Sud Africa alla Colombia, Canada, US e tutta l’Europa. Semplicemente magico poter pedalare ed interagire con così tante ragazze, a volte i nostri gruppi sono anche di ottanta presenze. Il gruppo Facebook creato proprio per le nostre “Zwifters” è molto attivo e vibrante, oltre alla community su Strava che conta oggi più di 500 iscritte dove vedere le attività’ di ognuna, sostenerci a vicenda e potersi scambiare informazioni su percorsi, allenamenti eccetera».

Anche la comunicazione di No Gods No Masters è incentrata ad offrire informazioni utili alla pratica della bici, in modo che ognuna possa conoscere meglio la materia e rendersi indipendente come per esempio i Tech Fridays, venerdì in cui si parla della meccanica della bici e come risolvere piccoli problemi tecnici oppure i mercoledì in cui si parla di nutrizione, con ricette e info per l’alimentazione sana prima-durante-dopo l’allenamento, mentre il giovedì è incentrato sul corpo con consigli di allenamento, stretching, potenziamento… insomma un impegno informativo e formativo a tutto tondo per aiutare chi si approccia alla bici.

Foto: NGNM