Ogni giovedì sera un gruppo di milanesi noncuranti di meteo avverso e temperature basse si raduna alla Loggia dei Mercanti, a due passi da Piazza del Duomo, pronto a invadere le strade di Milano in sella alle loro bici.

Vedrete ogni tipo di ciclisti e mezzi a due ruote: studenti, casalinghe, giovani manager, compiti uomini d’affari, anziane signore in city-bike, grazielle, pieghevoli, cargo, all bikes, telai vintage, mountain-bike, biciclette da pista a scatto fisso o leggere bici da corsa.

Se passate per caso in zona verso le 22 vi sembrerà di essere in un quartiere di San Francisco, città natale di questo fenomeno spontaneo che, nel 1992, iniziò a riunire regolarmente svariati ciclisti con il semplice ma significativo scopo di pedalare in gruppo nelle strade affermando l’idea che incentivando l’uso della bicicletta la mobilità urbana sarebbe diventata migliore e più sostenibile.

Dal 2002, e con un numero crescente di ciclisti, si ricreano per le strade di Milano quegli stessi ingorghi di automobili che vediamo ogni giorno nel traffico, ma composti da biciclette, quasi facendoci vivere un mondo capovolto. È questo che la “massa critica” vuole affermare: il diritto di circolare in sicurezza assieme alle automobili, godendo della loro stessa considerazione, dello stesso rispetto, degli stessi diritti, quindi anche quello di bloccare la circolazione semplicemente muovendosi in tanti, tutti insieme.

Foto: Tornanti.cc

La Critical Mass è  una di quelle esperienze uniche nel suo genere, che non puoi non vedere se vieni o vivi a Milano e cerchi qualcosa di autentico.
Ci si diverte a cercare le radici di questo gruppo che a Milano è nato diciotto anni fa assieme alla Ciclofficina Popolare nel centro sociale Bulk, un enorme spazio occupato situato poco lontano dall’attuale Chinatown, vicino al Cimitero Monumentale, luogo attivo per eventi e sede di concerti, ciclofficine, proiezioni cinematografiche, ma demolito definitivamente nel 2013.

Nonostante possa suonare come un movimento sovversivo, fuorilegge e disorganizzato, la critical mass ha le sue basi e fondamenti in un uso condiviso dello spazio urbano nel rispetto di tutti i veicoli della strada. La Critical Mass non é una manifestazione organizzata, ma viene alimentata dal disagio dei ciclisti in strade dominate dalle auto.

Negli anni ci si è battuti in sempre più località per questo cambiamento a pedali, rispettoso dell’ambiente, di un nuovo modo, più sano, sostenibile e a misura d’uomo nel vivere e godere delle bellezze della città. Ce ne siamo accorti tutti con Expo 2015 e ce ne accorgiamo ogni giorno passeggiando per le vie di Milano.

Secondo Luca Boniardi la Critical Mass non è un progetto, è una “situazione”, un momento di incontro per vivere la città in maniera diversa e rimettere al centro dello spazio la bici (o altri mezzi di locomozione attiva, come pattini e monopattini) e ritrovarsi tra bella gente. «Penso che bisogna uscire dall’ambito ristretto dell’attivismo e accendere le luci sulla bici o in generale sulla mobilità attiva e sostenibile in qualsiasi modo. Ben vengano tutte quelle esperienze che di fatto rappresentano un presidio sul territorio come i bicycle café, le ciclofficine, le pedalate di gruppo e gli eventi a tema bici».

Luca ha conseguito un dottorato in Scienze Ambientali all’Università degli Studi di Milano e segue ora un progetto di ricerca del IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano sull’esposizione all’inquinamento atmosferico in città: la sua volontà è quella di migliorare Milano permettendo alle nuove generazioni di muoversi attivamente, in autonomia e liberamente.

SuperMi100 una pedalata di 100 km attorno a Milano nell’ambito di “Super – il Festival delle Periferie a Milano” Foto: Francesco Rachello / Tornanti.cc

Dall’incontro di persone simili spinte dalle stesse affinità di vedute sono nati tanti progetti: ciclofficine popolari, eventi di vario genere e tra questi anche la Massa Marmocchi e cioè un gruppo di persone che assieme si impegnavano ad accompagnare a scuola i bimbi in bicicletta la mattina.

La Massa Marmocchi ha in seno diverse anime, dal genitore, al volontario, ci spiega Luca. Lui, come volontario, punta a favorire la costituzione di gruppi di genitori che portino il tema della mobilità attiva (e autonoma) all’interno delle proprie scuole: i suoi sforzi in futuro andranno proprio in quella direzione, cercare il meccanismo per rendere virale e diffusa capillarmente questa esperienza.

C’è una sempre crescente porzione di cittadini che guardano la città in modo diverso, che utilizzano la bicicletta come altri mezzi attivi e/o sostenibili, tutto questo grazie soprattutto alla spinta delle nuove generazioni. Non si sta imponendo loro di cambiare abitudini, ma solo chiedendo loro di far spazio ad una generazione che sta già vivendo la città in modo diverso e vuole lasciare in eredità una Milano più a misura di tutti ai cittadini di domani.

La condizione di emergenza dovuta al Covid-19 ci sta dando una mano. Quando si sosteneva che le ciclabili potevano essere realizzate semplicemente con vernice e pennello, la risposta era negativa. Ora stiamo vedendo che non solo è possibile ma che, fatte così, vengono ben viste anche da cittadini prima scettici che hanno visto i loro affari crescere grazie ad una ciclabile davanti alla vetrina o dai genitori liberatisi dell’ansia del parcheggio abituati a portare i figli a scuola solo in macchina.

Foto: Francesco Rachello / Tornanti.cc

Per rendere Milano una città ciclabile come Amsterdam, Berlino o Copenhagen bisognerebbe partire da un progetto di narrazione continua sui pregi della mobilità attiva, continuando a rendere evidente la mobilità ciclistica con interventi diffusi e leggeri per favorire la ciclabilità Dalla segnaletica, alle corsie ciclabili, da un utilizzo capillare di strumenti come le “case avanzate” e il senso unico, eccetto bici e ai controviali e strade a prevalente percorrenza pedonale e ciclabile.

Potremmo migliorare le nostre città rendendo più evidenti i vantaggi indiscutibili dell’andare in bici, lottando nelle sedi opportune per interventi al passo con i tempi e impegnandoci per rendere le due ruote più popolari, nel senso di renderle un mezzo riconosciuto da tutte e tutti e non solo da chi ne ha già avuto l’esperienza. «Dagli amministratori – conclude Luca – devono arrivare però ancora scelte di vero contrasto all’utilizzo smodato dell’auto. Una buona fetta di potenziale ciclisti, non usa la bici per paura. Non saranno le ciclabili in sede a cambiare le cose, ma una riduzione netta del numero di veicoli a motore (Milano è tra le città con il più alto numero di macchine per abitante tra le grandi europee), una decisa riduzione della velocità in città, almeno nei quartieri e un più capillare presidio delle forze dell’ordine, purtroppo spesso poco sensibili sul tema».

FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), per esempio, è un’organizzazione riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente con sede anche a Milano, quale associazione di protezione ambientale che ha come finalità principale la diffusione della bicicletta quale mezzo di trasporto ecologico, in un quadro di riqualificazione dell’ambiente urbano ed extraurbano. Riunendo oltre 160 associazioni autonome locali sparse in tutta Italia con lo scopo di promuovere l’uso della bicicletta sia come mezzo di trasporto quotidiano che per i viaggi in bici, FIAB spinge anche per un turismo rispettoso dell’ambiente, che faccia bene alla salute ce he sempre più sembra abbia preso piede in questa estate 2020 così anomala dal punto di vista della mobilità e ospitalità alberghiera.

Foto: Tornanti.cc

Le associazioni aderenti alla FIAB si battono per ottenere interventi e provvedimenti a favore della circolazione sicura e confortevole della bicicletta, per migliorare la vivibilità urbana con piste ciclabili, moderazione del traffico, politiche di incentivazione, uso combinato bici+mezzi collettivi di trasporto, organizzando manifestazioni e presentando proposte e progetti. Quindi se non sapete da dove iniziare per avvicinarvi al mondo delle due ruote, rivolgervi al centro FIAB più vicino a voi potrebbe essere un buon inizio.

Sono ampiamente riprese le iniziative della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta come per esempio l’invito a lasciare a casa l’auto, almeno per un giorno, e accompagnare i figli a scuola passeggiando o pedalando.  L’iniziativa, che normalmente coincide con l’arrivo della primavera, dà simbolicamente il via al conto alla rovescia per l’atteso appuntamento di Bimbimbici 2020, una campagna nazionale ideata e promossa da FIAB volta ad incentivare la mobilità sostenibile e a diffondere l’uso della bicicletta tra i giovani e giovanissimi.

L’iniziativa intende perciò riaffermare il tema della sicurezza e della salute legata al movimento dei più piccoli attraverso gli spostamenti quotidiani, cosa che la Massa Marmocchi stava già portando avanti per le strade di Milano in maniera autonoma e autogestita.

L’idea è quella di sensibilizzare le famiglie verso un nuovo tipo di mobilità non solo possibile e auspicabile, ma anche divertente, come sostengono da anni i milanesi impegnati nella massa marmocchi, ritrovandosi per portare a scuola in bici i figli propri o degli altri. Si spera così facendo che la giornata organizzata in maniera ufficiale da FIAB e Bimbimbici diventi la quotidianità per tutte le famiglie che vorranno iniziare una nuova abitudine verso un modello di mobilità sostenibile che faccia bene a noi e alle nostre città.

Foto: Francesco Rachello / Tornanti.cc