Il Grand Tour è il fiore all’occhiello della Val di Merse ed è quello che ci ha spinto, durante una riunione in redazione, a decidere di andare in trasferta. Si tratta di un percorso cicloturistico permanente di 173 km con 3100 metri di dislivello e si snoda lungo la valle che prende il nome dall’omonimo fiume. Si estende nella parte sud–occidentale della Provincia di Siena attraversando i Comuni di Chiusdino, Monticiano, Murlo, Sovicille e sconfina nella Val d’Elsa passando per Radicondoli e Casole. È totalmente segnalato grazie ai cartelli stradali dedicati e il senso di percorrenza è antiorario. Sono quattro i settori di sterrato per un totale di 12 km, due tratti corrispondono al percorso di Strade Bianche e uno a quello de L’Eroica.
Partenza e arrivo sono a vostra totale discrezione, così come il tempo che deciderete di dedicare al tour: noi l’abbiamo fatto in due giorni (che poi sono diventati due e mezzo), ma nulla vieta di prenderla con più comodo e di godervi ancora di più i paesaggi. Se invece avete la gamba tonica, si può tranquillamente partire a arrivare dall’alba al tramonto. Ovviamente si può affrontare con qualunque tipo di bici: strada, gavel, mtb, cicloturismo o e–bike.
La variante gravel.
Per chi ha voglia di vivere un’esperienza più selvaggia, non sopporta l’asfalto e preferisce parlare con i cinghiali invece che con gli essere umani, è stata creata una variante gravel del Grand Tour: 217 km con 4200 m di dislivello e circa 100 km di sterrato. In questo caso più che un consiglio è un obbligo: bici gravel o mtb, non ci sono alternative.
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