Qualcosa è cambiato
Qualcosa è cambiato ma non tutto negli ultimi due anni di Heinrich Haussler. A fine 2019, di questi tempi, scopriva la bellezza del ciclocross. Si sarebbe preso a botte in testa per non averlo scoperto prima, sognava di non farsi doppiare da van der Poel al Mondiale e restava a bocca aperta guardandolo passare nelle ricognizioni dei percorsi.
Qualcosa è cambiato ma non tutto; quest'anno, come quello prima, Haussler deve fare i conti con un budget che dipende da quello che ha in tasca. Paga lui: bici, trasferte, persone che lo supportano e lo aiutano e quelle persone spesso sono amici e tifosi.
Lo prendono per pazzo per come riesce a portare avanti il suo amore per lo sport ma è che solo così riesce a stare concentrato e sopportare i sacrifici; a Tabor, un paio di settimane fa, è caduto, si è ferito, sanguinante ha chiuso la gara, finita la gara non ha nemmeno fatto la doccia e ha guidato per sette ore ed è rientrato a casa alle 2 di mattina.
Ama freddo e pioggia e - sappiamo bene - corre le classiche del Nord senza guanti. Pare sia questo che lo abbia spinto a provare il ciclocross. Gli inverni che passa gareggiando, sostiene fermamente, lo aiuteranno ad avere una carriera più longeva. 37 anni, ha avuto alti entusiasmanti e sbandate che potevano costargli più che una semplice fine anticipata della sua vita agonistica.
La storia nell'ultima stagione lo ha raccontato di fianco a Colbrelli, presente con profitto alla Roubaix (1° Colbrelli, 10° Haussler), lo ha abbracciato in lacrime tagliato il traguardo: era stato fermo due mesi in estate per preparare al meglio l'Inferno del Nord.
Qualcosa è cambiato: «Sto invecchiando e il ciclocross mi aiuta a mantenere la forma d'inverno». Lo aiuta a stare sul pezzo e ad allungare la sua vita da corridore anche, o soprattutto, su strada.
Se gli chiedono cosa gli piace del ciclocross dice che è così bello che non sarebbe descriverlo a parole. Così bello che una volta disse che se un giorno i suoi figli gli dovessero chiedere di correre in bici, lui sarebbe persuaso di mandarli a praticare questa disciplina.
Questa parte finale l'abbiamo già raccontata tempo fa, ma meritava di essere ricordata. Perché qualcosa è cambiato in Heinrich Haussler, ma non tutto.