Dediche

La rincorsa di Mørkøv alla medaglia olimpica inizia nel 2017, quando gli dissero che la madison sarebbe rientrata nel programma olimpico. «Mi stavo facendo un culo così in salita sull’Alpe d’Huez, al Delfinato, e pensavo che l’unico motivo valido per continuare a farlo sarebbe stato puntare a vincere ancora qualcosa in pista».
Oggi ha dominato in coppia con Lasse Norman Hansen, erano i favoriti, ma quando mai basta esserlo? In questi Giochi Olimpici, poi, tesi tutti a stracciare ciò che sta scritto sulla carta. In una disciplina incerta e folle come la madison: confermarsi è l'atto più difficile.
A vedere la tranquillità con la quale i due danesi hanno macinato giri e punti nessun dubbio sull'esito finale. E Mørkøv, il miglior pesce-pilota al mondo (chiedere a Cavendish, a Bennett, a Viviani), uno che di mestiere fa vincere gli altri, uno che ha un'importanza esagerata nei successi in volata dei suoi compagni di squadra, oggi ha vinto. Ma ha vinto lui, davvero. In coppia, sì, ma quella medaglia è proprio sua. Non è che "un pezzo della vittoria è anche di Mørkøv", no, è roba sua.
Ha una dedica pronta, a suo figlio che ripercorre le sue orme: «A volte, quando sono con mio figlio e lo accompagno alle gare, mi rivedo nel mio vecchio. Magari se non fossi assieme a lui - penso - andrebbe più veloce, ma alla fine è mio figlio e voglio stargli vicino, come avrei voluto che mio padre avesse fatto con me». E probabilmente un pensiero proprio a suo padre che ha rivisto l'ultima volta nel 2007 su un letto d'ospedale. «Quando realizzo qualcosa di importante, penso a come sarebbe orgoglioso di me».
Non serviranno le vittorie per rendere un padre orgoglioso di un figlio, certo, ma oggi sarebbe stata una giornata speciale.