Mark Padun: vicino all'Ucraina

Nella mente di Mark Padun questo di Giro di Polonia non è come tante altre corse, anche se, in fondo, la gara è sempre la stessa e fa ciò che sempre fanno le gare di bicicletta: attraversano strade, fissano orizzonti, sfiorano confini, talvolta li oltrepassano. Per Mark Padun è tutto diverso perché diverse sono quelle strade, quei confini, perché dallo scoppio del conflitto tar Russia e Ucraina pensare a casa fa particolarmente male.
Casa è lì, poco oltre il confine e quando quel confine si allontana casa è in due colori: azzurro e giallo come la bandiera dell'Ucraina dove lui ha radici e origini. Padun quei due colori li ha sul casco come tanti altri atleti ma ancora più forte perché, si può essere ovunque, ma quando la propria terra sta male, soffre, lotta per la libertà ci si sente lì, si vorrebbe essere lì. Non è più come da ragazzo quando i genitori lo avevano fatto partire allo scoppio dei primi conflitti, non è più come da ragazzo perché oggi Padun sa bene cosa sta accadendo e niente può allontanarlo da quel pensiero.
È successo tutto quando ha saputo che il Giro di Polonia sarebbe comunque passato accanto a quei confini. Sarebbe arrivato a Zamosc, la città delle prime gare, dove era stato da giovane, dove aveva vissuto una settimana e conosciuto le vie, i piccoli dettagli che diventano ricordi. C'è nostalgia in Padun, c'è voglia di tornare anche se le cose per lui non sono mai state facili.
Quei due colori sono nelle bandiere, sono in quelle parole che esprimono parte del senso della gara: "Race for Peace". Correre per la pace che diventa la tua pace, come tua è la terra anche se non la possiedi, ma ti appartiene. Che diventa correre per la pace della tua gente e della tua famiglia che anche quando è al sicuro non è mai davvero al sicuro.
Quei due colori, giallo e azzurro, sono nei braccialetti al polso di tanti e in quello al polso di Padun. Forti per restare al polso e fragili perché insieme di tessuto, di fili. Ci sono foto in cui Mark Padun fissa quel braccialetto e pensa. I pensieri restano a lui, nonostante si possa comprendere quel che si prova ma il dolore, per quanti possano esserti vicini è di chi lo prova, di chi lo vive. Le parole sono superflue.
Quelle biciclette che attraversano strade, fissano orizzonti e sfiorano confini possono anche sembrare poca cosa in un momento come questo. In realtà, sono importanti e non siamo noi a dirlo ma Padun che, nonostante tutto, è fiero di questi giorni al Giro di Polonia.