Fatica, illusioni, Pello Bilbao
È difficile immaginare due partenze di tappa più diverse dalla prima e la seconda del Tour of the Alps 2022: nella prima si è passati velocemente dai 670 m.s.l.m. di Cles ai 190 di Trento, un falsopiano tendente alla discesa per una quarantina di chilometri. Nella seconda tappa, invece, si parte con il Passo Rolle: 20.8 km al 5.9% di pendenza media ai quali bisogna arrivare caldissimi. Al contrario di ciò che il meteo ha predetto per settimane, è una bellissima giornata di sole e i ciclisti preparano il brusco avvio di tappa in svariati modi. La BORA-hansgrohe ha piazzato i rulli lungo il fiume e tutti pedalano assieme, Omar El Gouzi della Bardiani si aggira nel parcheggio sorridente, fermandosi solo per salutare qualcuno del Tirol KTM Cycling Team, sua ex squadra.
Quando mi avvicino a Márton Dina, ciclista ungherese della Eolo-Kometa, mi dice che già si immagina cosa sto per chiedergli: della Grande Partenza del Giro da Budapest. Mentre mi parla delle sue aspettative e della stagione, è rimasto solo nel fare i rulli. Ha il fiatone perché aumenta l’intensità fino a sudare copiosamente. Toglie l’asciugamano dal collo per passarlo sulla fronte e con rispetto mi fa capire che, se la smettessi di fare domande, sarebbe meglio. Tra poco si parte.
Parte anche il media shuttle in direzione dell’arrivo, Lana. Iniziato il Passo Rolle, una sagoma piuttosto riconoscibile si palesa tra un tornante e l’altro: Chris Froome ha deciso di scaldarsi sulla salita stessa. Caldo dalla giornata precedente, in cui la volata era valsa solo per il secondo posto, invece, era Pello Bilbao: ha messo di nuovo la squadra al lavoro e ha fermato Hermann Pernsteiner, furbo ad entrare nella fuga e a fermarsi proprio per permettere al gruppetto di Bilbao di ricucire lo strappo.
La Bahrein ha dominato la corsa, tanto che nell’ultimo chilometro Buitrago e Landa hanno lanciato la volata di Bilbao: «A Landa ho detto di andare a sinistra che io sarei andato a destra», spiega Pello in un italiano spagnoleggiante. Bilbao sembra aver raggiunto un nuovo livello: «tutti gli anni vado al Giro con l’illusione» di poterlo vincere, quest’anno magari è la volta buona.