È una delle corse più attese del calendario Under 23, è quella che chiude il trittico delle gare a tappe più blasonate e qualificanti della categoria a cui appartengono i ragazzi con meno di 23 anni* – per questa stagione quelli nati tra il 2002 e il 2005 – dopo Giro (Next Gen) e (Giro Ciclistico della) Valle d’Aosta, ecco, dal 18 al 24 agosto il Tour de l’Avenir.

Il Tour dei giovani, così detto, e che noi amiamo particolarmente non tanto per gli spunti che può dare verso il futuro – ormai la maggior parte dei corridori che partecipano a questi eventi sono praticamente dei professionisti, anzi, in alcuni casi lo sono a tutti gli effetti e di loro sappiamo “tutto” – quanto per il fascino incredibile che trasmette il vederli correre, non con le maglie di club, ma con quelle della propria nazionale. Quindi niente squadroni Devo delle WT (ben rappresentati lo stesso), ma nazionali, in alcuni casi molto forti, come vedremo a breve.

*Ricordiamo che possono partecipare anche i professionisti del World Tour, anche chi ha già disputato dei Grandi Giri.

Prima di raccontare i dieci corridori che potranno essere protagonisti di questa edizione, qualche numero.

Sessantesima edizione del Tour de l’Avenir, la prima è nel 1961 quando a vincere fu un italiano: Guido De Rosso, l’ultima, nel 2023, l’ha conquistata Isaac Del Toro, da sabato impegnato alla Vuelta. L’Italia ha vinto 4 volte: dopo De Rosso, c’è stato Gimondi nel 1964, Denti nel 1966 e infine Baronchelli, 1973, Baronchelli che detiene un record che quest’anno potrebbe cadere: la doppietta Giro/Tour nello stesso anno, obiettivo fallito nelle ultime stagioni da Ayuso (2021) e Staune Mittet (2023) – anche se, come vedremo, Jarno Widar potrebbe fare pure meglio.

Negli anni, la corsa ha cambiato nome, organizzatori e anche modalità di partecipazione ed è stata vinta da corridori che hanno scritto alcune pagine importanti della storia di questo sport: da Zoetemelk (1969), a Lemond (1982), continuando poi con Ludwig (1983) Mottet (1984), Indurain (1986), Madiot (1987), Fignon (1988), Bruyneel (1990) e venendo poi agli anni 2000, Menchov (2000), Mollema (2007), Quintana (2010), Chaves (2011), Barguil (2012), Miguel Angel Lopez (2014), Soler (2015), Gaudu (2016), Bernal (2017), Pogačar (2018), Foss (2019) Tobias Halland Johannessen (2021), Uitdebroeks (2022) e Del toro (2023). Nomi noti, vero? In poche parole: l’Avenir dice spesso la verità sul futuro dei corridori.

Una corsa che è stata anche vinta da uno dei personaggi più di culto della disciplina delle due ruote: Sergei Sukhoruchenkov, unico corridore ad averla vinta due volte, oltretutto, nel 1978 e nel 1979.

L’Italia, qui, è bene o male sempre stata protagonista, di recente sia con i successi di tappa – nel 2016  c’è riuscito Albanese, poi Covi nel 2018, Milesi nell’ultima tappa del 2022 e Pellizzari nell’ultima del 2023 – che in classifica generale. Oltre ai vincitori già citati spiccano, più di recente, i podi di Pellizzari e Piganzoli lo scorso anno, di Zana nel 2021, di Aleotti nel 2019 e di Ravasi nel 2016. Mattia Cattaneo è stato terzo per ben due anni di fila, 2011 e 2012, e  non sono moltissimi, anzi, i corridori a vantare più di due podi. C’è appunto il sovietico Sukhoruchenkov, due primi e due secondi posti, mentre proprio a quota due podi: l’olandese Den Hertog (1° nel 1972 e 2° nel 1971), il francese Laurent Roux, vincitore nel 1997 dopo essere stato sul podio, 3°, nel 1995, i sui connazionali Bezault (due secondi posti) e Bourreau, l’austriaco Steinmayer, e lo spagnolo, José Gomez.

È una corsa che, bene o male, basta vedere l’albo d’oro recente, segnala chi ha qualità per poi imporsi tra i professionisti, e visti i favoriti per quest’anno, dovrebbe essere così anche per il futuro.

Infine due conti sulle nazioni plurivittoriose: la Francia, con 19 vittorie, comanda nettamente l’albo d’oro, segue la Spagna a 12, la Colombia a 6, Russia (o ex Urss) a 4 come Italia e Belgio, Olanda è ferma a quota 3 mentre la Norvegia è a 2 – ha vinto due delle ultime quattro edizioni. Lo scorso anno, con Del Toro, c’è stata la prima vittoria di un messicano.

Ma ora ecco dieci nomi da seguire al Tour de l’Avenir 2024

ANTONIO MORGADO


Che cosa ci fa uno così ancora a correre tra gli Under 23 dopo aver ottenuto un quinto posto in una delle gare più dure della stagione, il Giro delle Fiandre, resta un mistero o meglio, nemmeno troppo, è qualcosa di legato al regolamento che permette a corridori di questa età (Morgado è un classe 2004, sarebbe un secondo anno tra gli Under 23), nonostante siano già ben inseriti in contesti superiori, di scendere di categoria – lo vedremo anche al Mondiale dove rischia di essere il favorito. Il suo nome al Tour de l’Avenir è più interessante per le frazioni singole che per la classifica generale, anche se il suo livello è così alto che non mi stupirei di vederlo in alto a fine corsa. Vedremo, forse il grande caldo previsto rischia di non favorire lui che col freddo e la pioggia si trova a meraviglia, ma giorno dopo giorno il rischio concreto di vedere il baffuto portoghese davanti c’è, seppure dodici mesi fa fu una delle delusioni della corsa.

BRIEUC ROLLAND

Capitano – o uno dei capitani – di una Francia che si presenta al via con una formazione fortissima e che punta a riportare in Francia la corsa otto anni dopo la vittoria di David Gaudu. Non ha disputato il Giro Next Gen dove, gioco forza, sarebbe stato uno dei favoriti pure lì, ma la sua squadra, la Groupama, non era stata invitata; ha saltato il Valle d’Aosta e si presenta tirato a lucido (terzo di recente in una gara in linea in Francia, battuto solo da Lapeira ed Eenkhoorn) per l’evento cerchiato in rosso da inizio stagione. Va forte in salita e quest’anno lo ha dimostrato anche in alcune uscite con i professionisti, è cresciuto con Lenny Martinez e Grégoire e con loro era uno dei leader delle selezioni francesi giovanili, i due, però, sono maturati prima di lui, ma questo non vuol dire che Rolland non sia un corridore di valore assoluto o che non possa togliersi grandi soddisfazioni anche nella massima categoria. Prima però c’è un Avenir da provare a vincere e per la Francia può andare bene sia con lui che con Rondel o perché no pure con Bisiaux.

JARNO WIDAR

Ma chiunque voglia vincere questa corsa se la deve vedere con Jarno Widar che insegue un trittico mai realizzato finora: Giro-Valle d’Aosta e Avenir nello stesso anno, o provare a togliere a Baronchelli quel record di Giro e Avenir vinti entrambi nel 1973. Di recente ci hanno provato Ayuso e Staune Mittet, ma entrambi si sono dovuti inchinare più che agli avversari alla cadute e questo ci fa pensare quanto sia un tabù che prima o poi andrà sfatato. Widar, dominatore in stagione della categoria, non pensa a entrare negli annali per la doppietta ma semplicemente a vincere quella corsa che in Belgio, di recente, ha conquistato Cian Uijtdebroeks. È vero, la strada è costellata di pericoli, ma per quello visto in stagione, il piccolo belga mi pare, in questo momento, imbattibile.

JOSEPH BLACKMORE

Se Morgado è già lanciato tra i professionisti anche Joe Blackmore non scherza e ha pure un anno in più. Ma se Morgado passava quest’anno in UAE come astro baffuto destinato a illuminare il ciclismo, il rendimento nella prima parte di 2024 di Joe Blackmore, se non è da catalogare come un’autentica sorpresa, poco ci manca. Una certezza quasi assoluta è diventato il biker inglese che in stagione ha trionfato tra i professionisti in giro per tutto il mondo: primo al Tour of Rwanda e al Tour de Taiwan, prima di conquistare il Circuit des Ardennes, corsa .2, concludendo una parte iniziale di stagione da mezzo fenomeno con la vittoria alla Liegi di categoria. Dopo una parentesi in mountain bike è tornato a macinare buoni risultati, senza vittorie però, chiudendo al decimo posto l’Arctic Race of Norway, ma pare con una preparazione mirata all’Avenir. Va forte in salita, lunga o corta non fa differenza, è veloce, gli piace attaccare. Se cercate il principale rivale di Widar per la classifica generale ecco il nome.

MATTHEW BRENNAN

Restiamo in Gran Bretagna per parlare di Matthew Brennan, altro classe 2005, dunque un primo anno, che non ha per nulla subito il salto di categoria, anzi, si è pure messo in luce tra i professionisti. Prodotto della Fensham Howes Junior Team, squadra che sta lanciando diversi talenti in questi ultimi anni, Brennan non è un semplice velocista, tutt’altro, ma come caratteristiche potrebbe ricordare un suo possibile compagno di squadra nel 2025, quando il 19enne passerà con la squadra World Tour della Visma, ovvero Wout van Aert. Tiene bene su salite brevi e ripide ed è estremamente veloce, ma sono ancora da cogliere i suoi margini. In stagione è partito fortissimo con il successo nell’ultima tappa del Giro Next Gen come fiore all’occhiello di una crescita continua e di una grande costanza di rendimento. All’Avenir ha cerchiato di rosso la tappa 1, quella con arrivo a Ronchamp-Champagney.

LUDOVICO CRESCIOLI

In un Avenir così montagnoso Ludovico Crescioli, che da ragazzo ha fatto proprio dell’andare forte in salita la sua massima vocazione, sarà la carta più importante della spedizione azzurra di Marino Amadori il quale non ha nascosto di aver provato a riportare in Francia uno tra Pellizzari e Piganzoli, sul podio nel 2023 di fianco al vincitore Del Toro. Il talentuoso corridore della Team Technipes #InEmiliaRomagna sta finalmente vivendo una stagione (quasi) senza malanni fisici e ha un doppio obiettivo in Francia: chiudere in una posizione di classifica tra i primi dieci e strappare ufficialmente un contratto per il prossimo anno tra i professionisti. L’Italia si presenta con una squadra interessante, ma sulla carta appare difficile ripetere le imprese delle ultime stagioni, ma mai porre limiti alle selezioni di Amadori. Oltre a Crescioli, li nominiamo tutti quelli al via: Edoardo Zamperini, uno dei migliori italiani nell’ultimo biennio, fermato in stagione da un brutto infortunio che ne ha compromesso il rendimento al Giro, punterà alle tappe, ma proverà a tenere duro anche per la classifica; Pietro Mattio, una delle realtà del nostro ciclismo giovanile, cresciuto stagione dopo stagione in maglia Visma, anche lui sarà una carta interessante da buttare in fuga e provare a scompigliare le carte. Di sicuro sarà un importante uomo squadra, ruolo che ricopre con qualità anche in Visma; Simone Gualdi, il migliore 2005 italiano per risultati quest’anno, a suo agio anche tra i professionisti, e infine Alessandro Pinarello e Florian Kajamini, anche loro chiamati a provare a tenere duro in salita e a dare anche qualche risposta dopo un periodo non del tutto facilissimo a livello di risultati. Chissà che qualcuno di questi non cerchi gloria e consacrazione l’ultimo giorno con l’arrivo in Italia, sul Colle delle Finestre. Occasione ghiotta.

JAKOB SÖDERQVIST

Lo svedese della Lidl-Trek punta tutto sul prologo iniziale e proprio come al Giro Next gen è il favorito a vestire la maglia di leader per un giorno. Un giorno solo, perché poi già dalla frazione successiva probabilmente perderà terreno appena la strada salirà, ma al momento è il corridore, nella categoria, nettamente più forte a cronometro e potrà usare la corsa francese oltre che per riportare alla Svezia un successo di tappa che manca dal 2004 (Lofqvist primo su Le Grand Bornard), anche per affinare la condizione in vista del mondiale di Zurigo.

AJ AUGUST


Altro corridore che si sta facendo già tra i professionisti è il giovanissimo americano AJ August, in forza alla Ineos e qui leader di una compagine che schiera anche Artem Shmidt, suo futuro compagno di squadra con i britannici e Colby Simmons, che punterà tutto sulla prima tappa e sulle fughe. AJ August, sosia di Miles Teller, l’attore protagonista del film Whiplash, potrebbe essere un nome un po’ a sorpresa a fine Avenir nei piani alti della classifica, perché le lunghe salite ancora non sembra gli si addicano molto, ma chissà. Ci rivediamo a fine corsa per vedere dove sarà arrivato.

ROBIN ORINS

Premio alla regolarità per il 2002 belga che il prossimo anno sarà a tutti gli effetti tra i professionisti in maglia Lotto Dstny. In stagione ha un ruolino di marcia impressionante soprattutto nelle gare di un giorno dove spiccano su tutti i podi alla Roubaix e alla Liegi e le vittoria nel campionato belga a cronometro e nella Omloop Het Nieuwsblad. Insieme a Verstrynge, altro corridore regolarissimo, ma più forte in salita, sarà fondamentale per i sogni di gloria del capitano Widar.
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MAX VAN DER MEULEN

Tanti alti e bassi in carriera dopo un inizio scoppiettante, quasi folgorante, tra gli juniores. Tanti alti e bassi anche in stagione per il giovane corridore del CTF Victorious e futuro Bahrain, vincitore quest’anno di una tappa alla Ronde de l’Isard, ma spesso anche vittima di malanni e controprestazioni. Lo si vede spesso allenarsi con due mostri sacri come van der Poel ed Evenepoel e lui, che è soprattutto scalatore, andrà a caccia di un posto sul podio che all’Olanda all’Avenir manca dal 2018, quando Arensman chiuse alle spalle di un certo Pogačar. Sulla carta uno forte così in salita, in Olanda, non lo vedevano da anni.

Foto: Sprint Cycling Agency