Aspettando il futuro: intervista a Francesca Barale

Francesca Barale, Vo2 Team Pink, venerdì, prima di partire per la cronometro che l'avrebbe consacrata campionessa italiana, non ha pensato a tutto lo sforzo che l'attendeva. In realtà non ci si pensa quasi mai: «La fatica è talmente tanta che, se riflettessi su quello che ti aspetta, non partiresti nemmeno. Nessuno specialista ci pensa».

Quello a cui invece si pensa è ciò che potrebbe accadere se riuscissi a dare tutto in quello sforzo. «Sei da sola, non hai punti di riferimento. Le radioline ultimamente aiutano a sconfiggere quel senso di solitudine, la voce del direttore sportivo ti aiuta a non naufragare con i pensieri ed è da lì che poi viene il crollo. Se inizi a dirti che le gambe non girano come vorresti è la fine. Io mi ripetevo: "Dai, resisti. Quella maglia ti aspetta". Così è successo, proprio quando non me lo aspettavo perché le cronometro precedenti non erano andate come avrei voluto, forse per questo ero tranquilla. In corsa sono abbastanza cinica e, quel giorno, non avevo nulla da perdere».

Barale è nata e cresciuta in Val d'Ossola e, fino a due anni fa, ha corso in squadre originarie della Valle, senza mai spostarsi. La sua salita preferita è quella di Trontano, dove va spesso ad allenarsi e dove, l'anno scorso, ha vinto la cronoscalata organizzata dal padre. «Per chi va in bicicletta la nostra zona è stupenda. Dalla montagna, alla collina, al lago. C'è tutto. A me spiace solo che manchino le gare. C'è qualcosa per il settore giovanile, ma per il femminile siamo ancora indietro. Serve gente appassionata che abbia idee e volontà e, soprattutto, serve la volontà di investire. La mamma dii Elisa Longo Borghini, ad esempio, aveva proposto una gara ad Ornavasso».

Lo stesso discorso, ribadisce Barale, vale per il ciclismo femminile. «Certamente nel ciclismo maschile ci sono più possibilità economiche e chi investe ragiona in questi termini. Voglio fare una considerazione: la gente, spesso, non ci conosce e quando parla di ciclismo crede che il ciclismo sia uno sport esclusivamente maschile, come se noi non facessimo la stessa fatica o gli stessi sacrifici. Penso che chi vuole bene al ciclismo abbia il dovere di raccontare sempre più spesso anche le nostre corse perché solo attraverso la conoscenza possiamo crescere. In questo senso, la diretta televisiva della prova femminile a cronometro, come avvenuto in altri paesi, avrebbe fatto bene».

Quando parla di Elisa Longo Borghini e di Filippo Ganna, Francesca Barale fa leva sull'orgoglio: «Devo dire che la nostra terra sta sfornando parecchi talenti ultimamente. Con Elisa abbiamo in comune caratteristiche simili, ma ci siamo conosciute dopo. Filippo Ganna invece lo conosco sin da quando era ragazzino perché le nostre famiglie hanno buoni rapporti. Mi fa quasi strano vederlo acclamato da tutti, famoso. Se lo merita, sia chiaro, ma per me resterà sempre il ragazzo semplice e l'amico di famiglia».

Nonostante la giovane età, appena diciotto anni, Barale spazia con agilità e arguzia su qualunque argomento. Un appunto interessante, per esempio, lo muove parlando di alimentazione. «Non sono seguita da un nutrizionista perché credo che nella mia categoria non sia necessario e perché personalmente ho una costituzione abbastanza magra che mi permette di gestirmi bene anche da sola. Però bisogna essere chiari: non è sempre vero che l'essere magri consente di andare più forte. Soprattutto non è vero che l'essere troppo magri fa ottenere risultati migliori. Si tratta di un pensiero che, a lungo andare, è pericoloso. Nel ciclismo spesso sono gli staff che fanno leva su questa idea. La nostra società ha propagandato per troppo tempo l'idea di bellezza associata ad una magrezza eccessiva. Facciamo attenzione».

L'anno prossimo Francesca Barale sarà chiamata al salto fra le élite: Il pensiero la spaventa e allo stesso tempo la stuzzica. «Non è mai facile. All'inizio sono schiaffi e frustrazione e il fatto di non avere una categoria intermedia tra junior e élite, purtroppo, peggiora solo la situazione. Tuttavia è proprio attraverso le delusioni che si cresce e si migliora. Servirà tempo e voglia di resistere. Il sogno sarebbe il mondiale e, perché no, un domani la vittoria del Giro d'Italia. Sono una passista scalatrice e credo di averlo nelle mie corde. Tempo al tempo».


Livigno Road Bike Tour

Salite leggendarie, ascese epiche che rappresentano la storia del ciclismo, scenari alpini senza eguali: Bernina, Stelvio, Gavia, Mortirolo, Foscagno, Forcola. Siamo nel cuore delle Alpi fra Valtellina e Grigioni, dove pedalare è magia. Scalare queste vette e lanciarsi in picchiata fra queste vallate bisogna farlo. Almeno una volta. E da quest’anno si può, grazie al Road Bike Tour proposto da Apt Livigno e grazie a un programma settimanale di percorsi con bici da strada e gruppi organizzati con van ammiraglia al seguito. Scollinamenti oltre i 2000 metri, salite infinite, serpenti di asfalto che si inerpicano fra la vegetazione; muri di roccia e lingue di neve che resistono. Scoprire, esplorare, avventurarsi. Elevarsi anche, perché attaccare questi mostri sacri rappresa un'esperienza unica.

Almeno una volta, ancora una volta. Per i più allenati, per i più avvezzi, ma anche per chi da poco ha scoperto il pianeta della bicicletta. Per chi spinge sulle salite, per chi attacca spavaldo queste cime sacre sfidandole, per chi si realizza con sudore e fatica. Ma anche per chi mette al centro della propria esperienza un viaggio esplorativo, conoscitivo, persino introspettivo. Per tutti i gusti insomma, per tutte le età, per tutte le capacità.

In sicurezza, scortati, perché Livigno offre a tutti la possibilità anche ai meno esperti, di raggiungere queste mete. Per tutti, proprio nel segno del ciclismo e nel suo tratto distintivo aggregante. Con la tua bici, oppure con Pinarello che è partner dell’iniziativa. Con una bici da strada, una gravel, una e-bike.

I PERCORSI SETTIMANALI

LUNEDÌ, GIRO DELL’ ENGADINA
Un giro ad anello non particolarmente impegnativo, con la salita più dura all’inizio per raggiungere prima il Passo Forcola (2315 m.) e poi, dopo una breve discesa, il Passo del Bernina (2328 m.). Si prosegue verso St. Mortitz e poi si percorre tutta l' Engadina per rientrare al tunnel Munt La Schera attraverso l’ultima salita di Ova Spin (1880 m.). Quindi si costeggia il lungolago fino a Livigno
Dislivello 1460
Distanza: 108 km
Cima Coppi: Passo del Bernina 2327 m.
Ritrovo: tra le ore 09.00 e le ore 10.00 c/o Bike Skill Center
Info e Prenotazione: +39 331 3322023 - info@bikelivigno.com.

MARTEDÌ, STELVIO DA UMBRAIL
Prevede la scalata del Passo dello Stelvio dal versante svizzero, Si transita dal Tunnel Munt la Schera ed ecco l’ascesa al Passo del Forno (2149 m.), seguito da una lunga discesa che, attraverso la Val Müstair, punterà a Santa Maria. Si sale così in direzione Stelvio dalla Valle dell'Umbrail, per giungere dopo 13 chilometri di ascesa i 2500 metri del confine con la Valtellina. Quindi i quasi 4 chilometri fino al Passo Stelvio. Poi la picchiata verso Bormio e il rientro verso Livigno con una salita divida in due sezioni: il Passo del Foscagno (2290 m.) prima e dopo una discesa il Passo Eira (2210 m.).
Dislivello: 3190
Distanza: 112 km
Cima Coppi: Passo dello Stelvio 2758 m.
Ritrovo: tra le ore 09.00 e le ore 10.00 c/o Bike Skill Center
Info e Prenotazione: +39 331 3322023 - info@bikelivigno.com.

MERCOLEDÌ: LA GIORNATA CON IL CAMPIONE
Ogni mercoledì ecco la giornata con il campione: i partecipanti avranno la possibilità di pedalare e scambiare opinioni per qualche ora con uno dei corridori professionisti presenti a Livigno per gli allenamenti. Ovviamente ammiraglia sempre al seguito e si potrà usufruire del servizio shuttle per il rientro verso Livigno.
Ritrovo: tra le ore 09.00 e le ore 10.00 c/o Bike Skill Center
Info e Prenotazione: +39 331 3322023 - info@bikelivigno.com.

GIOVEDÌ: FOSCAGNO E FORCOLA
Fra Alta Valtellina e la svizzera Val Poschiavo: la prima salita di 6 km è il Passo Eira (2208 m.) per proseguire per la seconda parte di ascesa di 4 km al Passo del Foscagno (2291 m.). Giunti a Bormio, si percorre la vecchia statale di Tirano (427 m.) per poi affrontare in territorio elvetico 35 km di salita con quasi 2000 metri di dislivello fino al Passo Forcola. Poi la discesa per rientrare a Livigno.
Dislivello: 2800 mt.
Distanza: 125 km
Cima Coppi: Passo della Forcola 2315 m.
Ritrovo: tra le ore 09.00 e le ore 10.00 c/o Bike Skill Center
Info e Prenotazione: +39 331 3322023 - info@bikelivigno.com.

VENERDÌ: FLUELA E ALBULA
Giro tutto in territorio elvetico: subito direzione Zernez, quindi Susch e si sale subito per 13 km. verso il Flüela Pass. La discesa poterà a Davos, celebre cittadina grigionese. Da qui si procede percorrendo la vallata che ci porterà a Filisur, dove si imboccherà la valle dell'Albula per la seconda fatica di giornata (2312 m.). La discesa riporterà in Engadina e poi successivamente si tornerà a Zernez.
Dislivello: 3070 mt.
Distanza: 117 km
Cima Coppi: Passo Flüela 2384 m.
Ritrovo: tra le ore 09.00 e le ore 10.00 c/o Bike Skill Center
Info e Prenotazione: +39 331 3322023 - info@bikelivigno.com.

SABATO E DOMENICA: STELVIO DA PRATO
Sua maestà lo Stelvio dal suo versante più epico, quello altoatesino di Prato Stelvio. Partendo da Livigno, si percorrerà il lungolago fino al tunnel Munt La Schera che attraverseremo con l'ausilio di una navetta. La prima salita porterà al Passo del Forno (2149 m.). Quindi attraversando la Val Müstair ecco Glorenza e successivamente Prato Stelvio dove inizierà la mitica ascesa allo Stelvio (2758 m.). Si scende a Bormio e poi la consueta doppia salita per rientrare a Livigno: Era e Foscagno.
Dislivello: 3640 m.
Distanza: 140 km
Cima Coppi: Passo dello Stelvio 2758 m.
Ritrovo: tra le ore 09.00 e le ore 10.00 c/o Bike Skill Center
Info e Prenotazione: +39 331 3322023 - info@bikelivigno.com.

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