Luci al velodromo

Sembrava avere gambe ovunque. Potrebbe iniziare in questo modo un racconto della corsa a punti di Simone Consonni, all'Europeo di Grenchen. E, sotto i baffi, i denti stretti per la fatica. Questa sarebbe, poi, la degna continuazione. Così iniziamo, così continuiamo perché Simone Consonni stasera sembrava davvero avere gambe ovunque, almeno da quando ha scatenato la sua rincorsa nello sparpaglio che turba, affascina, disorienta e confonde di questa specialità della pista. Un caos che meraviglia.

Scatta, insegue, conquista e riparte, già a poco meno di cento giri dal termine. I giri, sì, quelli che si guadagnano o si perdono, il paradosso è che anche chi li perde li ha lo stesso nelle gambe ed è una beffa, per l'acido lattico che brucia. Sotto quei baffi e quei denti stretti per la fatica, Simone Consonni, però, non perde nulla, anzi, guadagna in continuazione, sprint dopo sprint, giro dopo giro. La fatica brucia anche lui, ma sappiamo tutti di cos'è capace, di quanta tenacia, quasi una sfida a colpi di fioretto al dolore fisico. Alla fine restano in tre a giocarsi l'oro: con lui, lo spagnolo Torres Barcelo e il francese Grondin. Li mette letteralmente in fila: oro per Consonni, argento per Torres, bronzo per Grondin. Poi scherza, ride, finiscono appaiati, con le mani sulle spalle, dopo la sfida. Chissà cosa si dicono. Chissà se anche per loro, stasera, Consonni aveva gambe ovunque.

C'è l'amaro in bocca per Rachele Barbieri, sorpresa all'interno della pista nella prova dell'eliminazione. Uscita di scena troppo presto rispetto a ciò che ci si attendeva. C'è l'amaro in bocca dopo l'esultanza, dopo la gioia. Ma è ancora presto e si può aspettare altro. Quello che arriverà da lì ad un'ora.
Luci al velodromo e, poco dopo le venti e trenta, ci sono le finali dell'inseguimento a squadre. Sembra il loro destino quello dell'attesa lenta e inesorabile, è sempre così, è spesso così. E noi ci siamo anche questa volta. Puntuali, quasi un omaggio alla Svizzera, ai suoi orologi, quelli citati in un noto detto.
Italia-Gran Bretagna e ancora Italia-Gran Bretagna. Non è un errore, perché la finale femminile e quella maschile propongono esattamente la stessa sfida. Un diverso finale. Sarà argento per Vittoria Guazzini, Martina Fidanza, Elisa Balsamo e Martina Alzini: partono guadagnando, con addosso la maglia iridata, poi qualcosa accusano, la Gran Bretagna macina forte, anche quando si disunisce, anche quando, dal punto di vista tattico, qualcosa non va. Ci disuniamo anche noi verso la fine, non riusciamo a recuperare e siamo secondi. Ma va bene così, è un bel podio. Soprattutto c'è il percorso che, negli anni, ci riporta ancora lì ed è il percorso ad essere anche più bello.

Francesco Lamon, Jonathan Milan, Manlio Moro e Filippo Ganna: la formazione. Le biciclette dorate: il ricordo di un'estate olimpica. Via! La velocità è il loro talento, il loro sacrificio. Marco Villa indica i tempi, il gesto della mano è eloquente: va bene così, è perfetto. Ognuno con le proprie caratteristiche, le proprie sensazioni: il lancio di Lamon, il volto da bambino e la voglia smisurata di qualcosa di speciale di Milan, la commozione di Moro e la potenza di Ganna. Sì, lui che questo velodromo lo conosce alla perfezione, per averci girato un'ora, per aver stabilito qui il record dell'ora. Vorremmo indagarne i pensieri, invece ci fermiamo alla medaglia d'oro nella specialità. All'inno e ai pensieri che porta.
Luci al velodromo e buio fuori. Gli orologi dei velodromi di qualunque parte del mondo custodiscono il tempo ed il tempo questa sera ha lasciato qualcosa per cui essere contenti.


Grenchen 2023, giorno 1: un recap

Prima giornata dell’Europeo su pista in poche (?) parole. Manifestazione in cui maglie e medaglie hanno il giusto valore: si lavora principalmente per crescere (e in alcuni casi qualificarsi) in vista di Parigi 2024. Si è tornati nel luogo in cui Ganna, ma anche Bigham poco prima di lui... sapete già cosa. E in mattinata hanno guidato le proprie nazionali nelle qualificazioni dell’inseguimento a squadre.

Disciplina olimpica e dunque di una certa importanza. Italia al completo, segna il miglior tempo e per il resto poche sorprese. Chi scrive sperava in un ulteriore salto di qualità del giovane Belgio, ma per il momento una solida Germania non si fa da parte. Questione Giochi Olimpici abbastanza circoscritta alle squadre note: Italia, Gran Bretagna, Danimarca, Germania, Francia alle quali si aggiungeranno Australia e Nuova Zelanda e probabilmente una tra USA e Canada), ma se ne parlerà più avanti, intanto stasera si lotta per andare a caccia di una medaglia, sia tra i ragazzi che tra le ragazze.
Balsamo, Fidanza, Guazzini e Paternoster, seconde, sono un po’ lontane dalla Gran Bretagna, ma stasera sfideranno la Francia per l’accesso alla finale valevole per l’oro. Bisognava rompere il ghiaccio e perlopiù è un’altra tappa di un lavoro che porterà verso Parigi.

La gara che apre e chiude la giornata è quella della velocità a squadre: specialità olimpica. Gli omaccioni olandesi fanno paura e senza paura stracciano la concorrenza con quella solita superiorità imbarazzante per gli altri che riescono a mettere in pista. Muscoli che sembrano brillare riflessi sui 730 metri cubi del legno lamellare della pista svizzera. I ragazzi italiani invece crescono, crescono, crescono, sono meno in carne rispetto a gran parte della concorrenza, ma una bellezza da vedere. Due volte migliorano il record italiano, Tognoli, Bianchi e Predomo, con un’età media da quinta liceo o poco più (19 anni) chiudono sesti mostrando evidenti miglioramenti nella velocità su pista: per loro Parigi rischia di essere (per usare un eufemismo) un divieto sacrale, ma non si vive di solo Parigi e la loro contagiosa giovinezza li porterà in alto, a patto chiaramente di continuare a investire e puntare sul movimento della velocità.
Diverso il discorso tra le ragazze dove invece si fatica maggiormente, mentre la gara vede la solita solida Germania - Friedrich, Grabosch, Hinze - superare in finale la Gran Bretagna.

2023 UEC Track Elite European Championships - Grenchen (Suisse) - Day 1 - Men’s Elimination Qualifying - 08/02/2023 - - photo Roberto Bettini/SprintCyclingAgency©2023

Non c’è pausa per il ciclismo, per noi che lo amiamo che passiamo da un evento all’altro, che sia strada, cross o pista, per loro che pedalano e così ti ritrovi ancora e ancora gare una dopo l’altra. Prima di concludere le due prove di velocità, infatti, ieri sono andate in scena anche gare molto attese per l’Italia perché vedevano al via Fidanza e Viviani, nello scratch e nell’eliminazione, entrambi accomunati dalla maglia iridata che li rendeva con tratti quasi sfarzosi in mezzo al gruppo, ma meno riconoscibili del solito con una mise diversa da quella azzurra. Ebbene: la condizione, evidentemente, in due specialità non olimpiche ma nelle quali i due sono di casa, deve ancora arrivare e non c’è nulla di male. Fidanza chiude quinta in una gara in cui, a differenza di qualche mese fa, Mondiale a Saint-Quentin-en-Yvelines, si attacca dalla media, breve distanza, e da uno di questi attacchi se ne esce fuori Maria Martins che dopo aver inseguito una vita la medaglia d’oro su pista, dopo tanti piazzamenti vince, esultando alla fine come Ronaldo. E i portoghesi stanno bene bene in questo periodo a due ruote: l’eliminazione - che vede Viviani eliminato, appunto, precocemente, chiuderà quinto, la vince un giovane di grande talento (da seguire anche su strada) e figlio d’arte, il tedesco Tim Torn Teutenberg, per tutti, o quasi TTT, con quella che fino al momento è l'azione più interessante e da ricordare della manifestazione. Vince davanti a uno dei gemelli Oliveira, ancora Portogallo. E fra qualche ora si ricomincia.