«Nella durezza di questi momenti, trovo sempre un aspetto positivo. Ogni esperienza è un tassello che aggiungo al mio bagaglio perché non dimentico mai quanto ho spinto per arrivare in cima, ma è restarci la sfida quotidiana».
Jacopo Mosca, qualche settimana fa durante il campionato italiano a cronometro, è caduto rovinosamente a oltre settanta chilometri all’ora. In quest’intervista https://racing.trekbikes.com/…/the-extraordinary…, il dottore che lo sta curando, e lo stesso Mosca, raccontano le difficoltà per via delle numerose fratture, uno pneumotorace, un’infezione, le notti insonni preoccupato per il suo futuro agonistico.
Oggi, Mosca, testardo, come ama definirsi lui, cerca di recuperare, la stagione è ormai andata, ma lui si concentra sul 2022.
Perché parliamo di Jacopo Mosca? Perché la sua carriera da corridore è un inno alla resistenza, simbolo della perseveranza. Perché nonostante i buoni risultati qualche stagione fa sembrava tagliato fuori dal professionismo «La Wilier mi lasciò a casa e quando ci ripenso, sono ancora perplesso. Mi è stato detto che non avevo le capacità per essere un corridore professionista».
Poi, dopo essere sceso nel circuito Continental, arrivò una chiamata per sostituire Irizar, ritiratosi dall’attività agonistica, e da lì la Trek-Segafredo sembra non possa più fare a meno del suo fedele servizio. «Ci sono pochi corridori seri e affidabili come lui: ce lo teniamo stretto», racconta Guercilena, il Team Manager della squadra italo americana.
Perché dietro i successi dei capitani, c’è sempre un uomo, prima ancora che un corridore e Jacopo Mosca è uno di quelli che non si stanca mai di tirare per sé e per gli altri.
Robusto: esaltazione della consistenza; il suo è un modo per far percepire come, nel ciclismo, per vincere, servano anche grandi lavoratori dietro le quinte, non comparse.
Coloro che caratterizzano una storia, portano borracce, tirano il gruppo, spingono in fuga e se hanno un compagno con loro, allora in quella fuga si dedicheranno agli altri.
Sempre una parola di conforto, un po’ di watt a disposizione del prossimo. Così fanno quelli come Jacopo Mosca, che vanno benino ovunque, ma non così forte da togliersi soddisfazioni personali. «Me la cavo ovunque – ci raccontò tempo fa – ma sia in salita che in volata trovo sempre qualcuno più forte di me». Che vada forte o piano, non interessa, oggi Mosca lotta per riprendersi il suo posto.