Vista l’età anche Jonathan Milan ha pieno diritto di entrare nel club dei giovani, forti, vincenti. Mica ce li avranno solo gli altri i talenti dai tratti poliedrici?
Classe 2000 e infatti non ha solo la faccia da ragazzino: lo è. Potente che sembra fare scintille quando punta l’uomo in pista, alto e così performante su strada che la Bahrain domenica scorsa se lo portava alla Roubaix con il compito di aiutare i compagni a stare davanti e non prendere aria nella prima parte di corsa, ieri Jonathan Milan con una prestazione (esageriamo?) esagerata è diventato Campione Europeo dell’inseguimento individuale durante la rassegna continentale in corso a Grenchen, Svizzera. Ha preso e doppiato il suo avversario, il russo Gonov, dopo 3,5 chilometri di gara.
In semifinale stampava un 4’05” tempo che ha una certa dignità: tre secondi meglio di quello fatto a Berlino (Mondiale 2020) quando a soli 19 anni andò a giocarsi la finale per il bronzo (che poi perse correndo in 4’13” contro il francese Ermenault). Ipoteticamente quel 4’05” gli sarebbe persino valso l’argento in una sfida immaginaria con Filippo Ganna. Che prima del via ieri lo ha sostenuto e incitato.
Milan: un titolo europeo e uno olimpico e anche qualche altra medaglia “meno preziosa” al collo tra cui un bronzo mondiale nell’inseguimento a squadre (nel 2020) e un futuro da seguire; friulano di Buja (sì, proprio come De Marchi) ha compiuto 21 anni una settimana fa, e quest’estate, in quel quartetto dove Ganna ha trascinato, ha fatto la sua porca figura.
E la sua figura è alta, da macinatore di chilometri, ha un motore che potrebbe tenere acceso un velodromo per giorni interi, e oggi come oggi potrebbe ricordare più un passista veloce che un cronoman, ma con questo tipo di corridori mai porre limiti.
Sogna la Roubaix, quella che ha già assaggiato, quella che ha vinto Colbrelli e che pare la corsa – su strada – più adatta alle sue caratteristiche; tra qualche settimana sempre a Roubaix, Mondiale su pista, via le pietre terreno molto più morbido, Milan darà fastidio sia a Ganna che a Lambie.
Stavolta nessuna sfida immaginaria o ipotetica, anzi: chissà che non li spazzi via con tutto quel talento, con quella forza dirompente, con quella faccia da ragazzino sempre sorridente e la genuinità dei suoi splendidi 20 anni o poco più. «Ora con Ganna puntiamo assieme ai Mondiali – racconterà a fine gara Milan – vogliamo far bene sia nell’inseguimento a squadre che individuale e abbassare i nostri tempi». Beh, non resta che goderceli entrambi.