Ferragosto 2022. C’è chi va e c’è chi torna. Cambiamenti, non rivoluzioni. Il sole scalda, ma non come due settimane fa. Puoi trovare persino un po’ di brezza se sei in giardino o stai passeggiando da qualche parte, da un affollatissimo lungomare, fino a una più tranquilla – ma nemmeno troppo – stradina di montagna.
Puoi avere paura dell’orso se ti inoltri in un sentiero, ma poi a un certo punto quello che senti ringhiare è lo stomaco, altroché, e sei pronto a ingozzarti con tutto quello che hai preparato o, visto che ormai si mangia fuori, con quello che puoi ordinare in trattoria.
Ferragosto 2022. C’è chi va e c’è chi torna. Nel giro di poche ore accade tutto ciò. Arrivano delle notifiche in una giornata che, a parte il pomeriggio che si accenderà a suon di ciclismo su pista, doveva andare via tranquilla, indisturbata, ma è colpa dell’abitudine, maledetta abitudine. Ti sei detto, guardandoti allo specchio con la massima sincerità di cui disponi: “oggi il telefono non lo tocco fino a sera”, ma è una bugia e controlli lo stesso mentre aspetti un piatto di pasta (e che pasta!) e scorri le notizie fino alla prima che cattura la tua attenzione: “Tom Dumoulin abbandona il ciclismo con effetto immediato”.
C’è anche una lunga lettera con la quale l’olandese stavolta dice basta – bravo Tom, grazie Tom -, non ce la fa più, e noi ci sentiamo vicini alla sua scelta ancora di più di quando decise di riprendere a correre e tirò fuori una prestazione che gli valse la medaglia olimpica un anno fa.
C’è chi va, come Tom Dumoulin, che anticipa il suo ritiro di un paio di mesi: «Volevo chiudere la mia carriera con il botto ai campioni del mondo in Australia – sui suoi profili social (https://www.facebook.com/tomdumoulinofficial/) – e ho sognato di affrontare quelle strade come quelle di Tokyo. Con il senso di libertà che mi contraddistingue, con le mie motivazioni, alle mie condizioni, con il sostegno della squadra. Ma poi mi sono accorto di non riuscirci più. Il serbatoio è vuoto, le gambe si sentono pesanti e gli allenamenti non vanno come pensavo. Ora è il momento di godermi altre cose della vita ed esserci per le persone a cui tengo. Un grande grazie alla mia squadra e a tutti coloro che mi hanno sostenuto e hanno vissuto con me questa fantastica carriera».
Dumoulin lascia il ciclismo con 1 Giro vinto, 3 tappe al Tour, 4 al Giro e 2 alla Vuelta, un mondiale a cronometro, due argenti olimpici e uno mondiale, sempre contro il tempo, altri due podi al Giro e al Tour nel 2018 diventando uno dei corridori più vicini alla storica doppietta Giro-Tour nello stesso anno, da diverso tempo.
Ma il mondo è fatto di questo, di equilibri, di dimensioni, di vuoti da colmare e spazi da riempire: c’è chi va, ma poi c’è chi torna quasi come un gioco del destino.
È Egan Bernal che fra poche ore prenderà il via del Postnord Danmark Rundt, il Giro di Danimarca per capirci. Non corre da quasi un anno e dopo l’incidente si è detto di tutto, dal non vederlo più in bici, fino a bruciare le tappe per essere in gara il prima possibile. In realtà, tra fughe di notizie e speranze, la tabella di marcia è stata quasi perfettamente rispettata.
In una terra che ama il ciclismo come quella danese, riparte la seconda vita di Egan Bernal che ha detto, alla vigilia del suo rientro, in maniera molto concreta, di aspettare questo momento dal giorno in cui si è risvegliato in ospedale e che questi mesi, difficili, li porterà per sempre con se. Oggi rientra in corsa Bernal e questa non può che essere la più bella notizia di oggi.
Rientra in corsa Bernal con un Giro e un Tour sulle spalle e poi chissà…
Un abbraccio Tom, un buon rientro Egan, a entrambi per la vostra nuova vita.
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