Strela di Compiano non è esattamente una Mecca del ciclismo. Anzi, non è un posto che le persone bramano di vedere in generale: si fermano tutti al sottostante castello di Compiano, comune dalla forma oblunga nell’alto Appennino parmense, se proprio bisogna passare in queste zone. Eppure, Strela è stata teatro dei campionati nazionali nel 2019 (vinti da Formolo: si saliva lassù ben 10 volte) e, andando indietro, dalla stessa rassegna tricolore nel 1981.

 

Fu un’edizione strana, quella. Si transitò da Strela addirittura 19 volte, fece così tanto scalpore il duello tra Moser e Saronni (vinse il primo) che se ne parla ancora oggi nel parmense, ma l’attenzione nazionale, in quei giorni, era tutta per la tragica caduta di Alfredo Rampi in un pozzo nelle campagne vicino Vermicino.

Lunedì a Strela di Compiano – e così arriviamo al perché si insiste così tanto su questo luogo sperduto – è transitato anche il Giro Donne. Quarta tappa, ultima salita. Non appena inizia la scalata, Van Vleuten attacca. Longo Borghini resiste, Mavi Garcia prova a rientrare poi esplode. Ewers era all’attacco, viene ripresa ma non si fa staccare. Ogni tanto, insomma, succedono cose a Strela di Compiano.

Con una trentina di tifosi eravamo lì, nel “centro” del paese, per il passaggio del Giro Donne. Passano le tre di testa, molto forte. Segue il gruppo: anche queste andavano molto forte. Poi altri gruppetti, sempre più esigui, sempre meno brillanti. Le ultimissime passano a oltre mezz’ora dalle prime, quindi gli astanti hanno tempo di conversare tra loro. In particolare, due uomini parlano delle motociclette con cui sono arrivati fin lì, fino a Strela di Compiano: una conversazionale normale, nulla di che. Finché uno dei due non rivela, tra una frase e l’altra, di essere il padre di Marta Cavalli.

Come Marta Cavalli, penso: quella Marta Cavalli? La Marta Cavalli di vicino Cremona, una delle cicliste più forte del mondo? «Non sei attento» risponde scherzando l’uomo, mostrandomi un adesivo col nome della figlia sul bauletto posteriore. È peraltro la moto dietro alla quale Marta si allena spesso: la parte inferiore del parafango è graffiata da piccoli e ripetuti colpetti di ruota di bici.

Cronometrato il distacco della figlia all’arrivo, il padre è convinto che perderà la maglia verde. Non è così, ma grazie ad un successivo racconto il giro attorno a Strela di Compiano si chiude. Una leggenda del passato gli ha chiesto, una volta, da dove venissero. Quando ha sentito la risposta, cioè San Bassano, uno dei posti più piatti della già piattissima provincia di Cremona, questi ha risposto: «E come fa ad andare così forte in salita?». Chi era costui? Francesco Moser.

Chi l’avrebbe mai detto che si potessero fare incontri del genere, a Strela di Compiano.