Il ciclismo non è certo l’unica grande passione dei fiamminghi, anzi, forse non è nemmeno la principale. Perché quando si dice Belgio, e Fiandre in particolare, la mente corre veloce verso un’associazione inevitabile: birra. Per le sue limitate dimensioni, il Belgio non rientra nemmeno tra i primi 10 paesi produttori di birra al mondo, ma per la qualità e l’originalità non ci sono dubbi, e fortunatamente quasi in ogni paese c’è un birrificio dove schiarirsi le idee (o annebbiarsele, a seconda della sete).

Se per il ciclismo le Fiandre rappresentano la tradizione più ortodossa, per la birra sono il luogo della creatività. Tra gli storici c’è chi fa risalire questa peculiarità al Reinheitsgebot, la legge di purezza promulgata in Germania nel 1516, quella in cui Guglielmo IV di Baviera fece esplicito divieto ai birrai bavaresi di utilizzare altri ingredienti che non fossero acqua, orzo e luppolo. E nel momento in cui una delle terre tradizionali della birra si trincera dietro al muro della purezza, ecco che l’altra lancia il suo assalto al cielo. I belgi producono birra sin dai tempi dei Romani ma con il trascorrere dei secoli hanno sviluppato una peculiarità unica nel differenziare il prodotto birra. Bianche, scure, marroni, a fermentazione spontanea, mischiate con frutta, aromi, succhi… non ci sono limiti alla creatività nel Paese dei Balocchi della birra.

 

Sebbene proprio a Leuven abbia sede il più grande colosso globale della birra, il gruppo Anheuser-Busch InBev, nato dallo storico birrificio Stella Artois e cresciuto acquisendo marchi in tutto il mondo fino a detenere oltre 50 marche di birre diversa, rappresentanti più del 13% della produzione mondiale, è dai piccoli produttori che si può apprezzare al meglio la ricchezza della birra fiamminga. E proprio come in bicicletta, non c’è che da mettersi in strada.

È proprio percorrendo una strada che cambiò per sempre la vita di André Janssens, il mastro birraio di Hof ten Dormaal, a Tildonk. Colpito da un infarto a 50 anni, André aveva perso il proprio lavoro nel marketing e si trovava davanti alla necessità di inventarsi una nuova vita. Durante un viaggio negli Stati Uniti vide per strada il cartello di un birrificio in vendita. André non aveva mai fatto birre in vita sua, ma la strada lo aveva convinto. Nel 2009 ha trasferito tutto il materiale nella vecchia fattoria di famiglia e ha avviato un processo unico di autoproduzione al 100%. Qui infatti non viene solo fatta la birra ma sono coltivati anche l’orzo e il luppolo, così come sono le erbe locali (tra cui delle sorprendenti radici di cicoria) a fornire gli aromi con cui sono differenziate le varie produzioni. Oggi Hof ten Dormaal produce una ventina di birre diverse (consigliatissima la Zure van Tildonk) e nel frattempo cerca di connettere la rete con diversi altri birrifici: ogni mese di aprile invita 16 altri produttori nel centro di Leuven per un festival all’insegna dello scambio creativo, denominato Innovation Beer Festival, che accoglie fianco a fianco produttori locali (come De Kroon) e internazionali.

 

L’elenco dei birrifici da visitare e degustare sarebbe quasi infinito. Alcuni offrono visite guidate tra i tini e le botti, altri restano ancora quasi inaccessibili, con un paio d’ore di apertura settimanale. Negli ultimi anni sempre più birrifici stanno allestendo le proprie sale di degustazione: il luogo ideale non solo per assaggiare ma per scoprire storie lunghe e ricche di idee e intuizioni, proprio come quella di André a Hof ten Dormaal.
Anversa, luogo di partenza delle prove mondiali, è la casa di De Koninck e delle sue tipiche bolleke, mentre spostandosi poco più a nord si raggiunge l’abbazia di Westmalle, dove nasce una delle migliori birre trappiste del mondo. Inoltrandosi nel Brabante, a nord di Bruxelles, si può visitare l’accogliente birrificio Palm, dove la passione per la birra va di pari passo con quella per i cavalli. Non lontano dai luoghi del mondiale si estende il Pajottenland, la valle fluviale a sud di Bruxelles. È la terra d’origine delle oude geuze e oude kriek, birre dal sapore straordinario, uniche al mondo, che vengono prodotte in un gran numero di birrifici concentrati in pochi chilometri: 3 Fonteinen, Boon, Oud Berseel, Tilquin. Un paradiso per gli amanti del luppolo che si può esplorare facilmente anche in bicicletta lungo i 41 chilometri della Lambiek-Geuze Route. Per poi rientrare a Bruxelles e concludere tra i più vivaci birrifici della capitale, come Cantillon o la Brasserie de la Senne.

Brouwerij HOF TEN DORMAAL
Caubergstraat 2, 3150 Tildonk
sito: hoftendormaal.com/

Brouwerij DE KROON
Beekstraat 20, 3040 Nerijse
sito: www.brouwerijdekroon.be

LEUVEN INNOVATION BEER FESTIVAL
sito: www.leuveninnovationbeerfestival.com

TOER DE GEUZE
sito: www.horal.be/toer-de-geuze-2022

Brouwerij DE KONINCK
Mechelsesteenweg 291, 2018 Anversa
sito: www.dekoninck.be

Brouwerij der Trappisten van WESTMALLE
Anversasesteenweg 496, 2390 Malle
sito: www.trappistwestmalle.be

Brouwerij PALM
Steenhuffeldorp 3, 1840 Londerzeel
sito: www.palmbreweries.com

Brouwerij 3 FONTEINEN – lambik-O-droom
Molenstraat 47, 1651 Lot
sito: www.lambikodroom.be

Brouwerij BOON
Fonteinstraat 65, 1502 Halle
sito: www.boon.be

OUD BEERSEL
Laarheidestraat 230/232, 1650 Beersel
sito: www.oudbeersel.com

Geuzerie TILQUIN
Chau. Maieur Habils 110, 1430 Rebecq
sito: www.gueuzerietilquin.be

Brasserie CANTILLON
Rue Gheude 56, 1070 Anderlecht (Bruxelles)
sito: www.cantillon.be

BRASSERIE DE LA SENNE / Zenne Bar
Drève Anna Boch 19-21, 1000 Bruxelles
sito: brasseriedelasenne.be

LAMBIEK-GEUZE ROUTE
sito: www.toerismevlaamsbrabant.be/en/producten/fietsen/fietsproducten/geuzeroute/index.html