C’è il tempismo, ci sono le volate in leggera salita, c’è chi pilota, e c’è una gamba che esplode, giusto quei trenta, quaranta secondi che vanno all’insù e che ci si spara in seconda ruota aspettando il momento propizio per lanciarsi verso il traguardo.
C’è una primavera dove, tra van der Poel, van Aert e Pogačar, i più attesi avevano vinto almeno qualcosa. Mancava il suo sigillo. Nei giorni scorsi era nelle Fiandre ad allenarsi, lo si è visto passare tra i muri con il giacchettino bianco e la fascia iridiata, inconfondibile anche per stile zampettante e pizzetto. Si è persino pensato che lo avrebbero schierato la domenica alla Ronde magari con la speranza di salvare una Campagna del Nord deficitaria per il branco di lupi belga.
Sorridente, mentre superava sulla ciclabile un gruppo di pedalatori che hanno urlato il suo nome, si è fermato insieme a un suo compagno di squadra a farsi fare un paio di scatti.
Poi ha ripreso l’allenamento, è entrato sul Paterberg, si è testato, perché appunto quest’anno, tra squadra e sensazioni personali, la caduta alla Strade Bianche, la bronchite presa alla Tirreno, le cose non è che stessero andando così bene. Fino a ieri.
Poi arriva quel momento dell’anno in cui ci si sente forti, di nuovo, dopo tanto tribolare, arriva quella tappa ai Paesi Baschi che sembra disegnata perfettamente per il suo scatto. Arriva Evenepoel che lo tiene davanti e lo molla come se uno fosse Mørkøv e l’altro Jakobsen. «Julian lanciato così potrebbe raggiungere le stesse velocità di Jakobsen allo sprint» scherza Evenepoel a fine tappa.
Mancava “solo” il successo del campione del mondo per accendere ulteriormente la primavera ciclistica e lanciarci nei prossimi giorni verso la campagna ardennese – quest’anno per la verità interrotta nel bel mezzo dalla Roubaix. Anche se, come riporta la stampa francese, oltre alla gioia per il successo, la prima preoccupazione di Alaphilippe è stata quella di indossare una mascherina al traguardo: «Ci mancherebbe solo di ammalarmi di nuovo in vista delle gare della prossima settimana». Speriamo di no, va là. Abbiamo bisogno anche del prezioso ingrediente francese per esaltare il sapore delle prossime gare.