Non si sarà portato a casa il combativity prize alla Vuelta Jay Vine, come molti di noi si sarebbero aspettati, ma dobbiamo ammettere che lo spirito del giovane corridore australiano della Alpecin-Fenix ci piace un sacco.
Dopo la rocambolesca caduta dell’altro giorno, mentre tentava di recuperare una borraccia dall’ammiraglia, ed il terzo posto di tappa con una rimonta all’insegna della determinazione, Jay ha raccontato sui suoi canali social di essersi sentito ferito più nell’orgoglio che nel corpo: «È tutto così strano. Senza l’incidente sarei al settimo cielo e ora starei scrivendo un altro tipo di post. Racconterei di quanto sia stato fantastico salire per la prima volta sul podio in un Grande Giro, ma in questo momento mi sembra che il mio successo sia leggermente offuscato dall’imbarazzo per come è avvenuta la caduta».
Vine, che dopo l’incidente e i relativi controlli da parte del medico di corsa, è rimontato senza esitazioni in sella, ha detto di aver avuto l’impressione, nelle interviste post gara, che i giornalisti fossero alla ricerca di una qualche particolare pillola di saggezza da parte sua: «C’era questo giornalista che mi ha chiesto come mai fossi tornato in sella dopo la caduta. Credo che si aspettasse una risposta che fosse d’ispirazione e d’esempio per gli altri, ma io in realtà mi sentivo solo molto stanco e con la mia solita schiettezza ho risposto: “E perché no?».
Insomma, ci pare di capire che al giovane australiano non manchi sicuramente il carattere per far parlare di sé.
Foto: Luis Angel Gomez / BettiniPhoto©2021