Elisa Longo Borghini si è avvicinata a Greta Marturano durante il primo boot camp con UAE Team ADQ: l’intenzione era quella di stringerle la mano. Le due condivideranno la squadra almeno per il prossimo biennio: «Ciao Greta, in realtà credo che noi abbiamo sempre corso assieme, ma non abbiamo mai parlato. Piacere, Elisa». La ventiseienne di Cantù realizza solo ora, con una risata incredula, che, dopo tanti anni, la prima parola che ha detto a Longo Borghini, tra la timidezza e l’imbarazzo, è stata solo «ok». Effettivamente era vero: non vi era mai stata una conoscenza diretta tra Marturano e Longo Borghini e la prima causa è da ricercarsi proprio nella timidezza della ciclista della provincia di Como. «Timida come sono, figurati se osavo avvicinarla in corsa anche solo per un saluto. Il fatto è che Elisa è grande, troppo grande per una ragazza come me, così la guardavo da lontano, cercando di “rubare il mestiere” e di prendere spunto». In questi mesi che accompagnano all’inizio della nuova stagione, spesso gli incontri tra Marturano e Longo Borghini avverranno in aeroporto, infatti i loro voli partiranno dallo stesso luogo, nel frattempo Greta sta riflettendo sul fatto di essere compagna di squadra di colei che, forse, rappresenta per eccellenza il ciclismo italiano: «Lei ha classe, io devo allenarmi e allenarmi molto per poterle restare accanto- ride Marturano- capirò meglio a forza di allenarmi assieme metodi e differenze, ma so già che il mio sarà un ruolo molto importante, soprattutto nelle corse a tappe». Non è spaventata dalla responsabilità e nemmeno dagli sforzi a cui dovrà sottoporsi perché «l’importante per me è avere un traguardo da raggiungere, se lo ho esco anche con la pioggia, la grandine e la neve: è la mia precisone a spingermi. Se farò tutto quel che devo fare al meglio, avrò solo da imparare da questa esperienza e mi ritroverò cresciuta. Leggo in questo modo il mio nuovo ruolo e mettermi a disposizione mi viene naturale». Elisa Longo Borghini, per le sue colleghe, non è solo un simbolo per tutto quello che ha vinto, anche per il modo in cui affronta una professione di sacrifici: «Il divertimento che trasmette, pur nella fatica, si propaga alla squadra. Perché fare le cose seriamente non è il contrario di una certa leggerezza nel lavoro. Per me Elisa è una testimonianza di questo principio, uno stimolo».

Greta Marturano racconta di divertirsi, in ambito lavorativo, quando è serena: il divertimento ha quindi a che vedere con la possibilità di gestire al meglio lo stress e la pressione pur nel massimo impegno. La tranquillità viene da qui e la serenità in corsa le ha sempre portato maggiore facilità di azione e più risultato. Il primo boot camp è stato proprio all’insegna di questo principio e lei non se lo aspettava: «Se parliamo di training camp, di ritiri, mi aspetto di dover partire con la bicicletta per ritrovarmi in una situazione in cui la bicicletta sia al centro, soprattutto mi aspetto che sia qualcosa di completamente differente da una vacanza, denso di allenamenti e fatica. Niente di tutto questo: la bici non l’abbiamo quasi vista e per me è stata una seconda vacanza». Ha scoperto di cavarsela discretamente con il surf, tra le attività proposte: «Erano tutte onde artificiali. Alla prima, sono stata l’unica a restare in piedi. In realtà, poi, credo di non aver capito il gioco, perché continuavo a finire sott’acqua. Sono sincera, non pensavo di divertirmi e non credevo mi sarei divertita così tanto». L’approccio con l’ambiente è stato positivo, come quello con lo staff e le compagne: «Non c’è niente da fare: rispetto a Fenix-Deceuninck sono due mondi differenti e due diverse modalità di concepire le relazioni fra persone: da un lato la schematicità, la freddezza e la precisione dei belgi e degli olandesi, dall’altro un ambiente che mantenendo ai massimi livelli la professionalità aggiunge l’empatia e questo è importante per chiunque, forse, specialmente per chi ha il mio carattere. Mi era mancata l’empatia». Della possibilità di passare in UAE Team ADQ, Greta Marturano è venuta a conoscenza ad agosto, mentre era in ritiro a Livigno, parlando con il suo procuratore: il fatto che Elisa Longo Borghini avrebbe vestito la stessa casacca era ancora una voce. Lei, dopo i primi contatti e l’offerta, ha deciso abbastanza velocemente, ma qualche paura residuava.
«Si parla spesso dell’entusiasmo di ricominciare da capo, ed è vero, è un dato di fatto. A me piacerebbe, però, soffermarmi anche su tutti i dubbi, i timori di ogni atleta che cambia squadra, perché non è facile. Significa farsi conoscere da persone che ancora non ti conoscono, imparare nuovi modi di collaborare, fare propria una nuova mentalità, magari anche un nuovo ruolo. Ricominciare è sempre complesso. A dire la verità, io pensavo anche al mio carattere ed alla mia proverbiale timidezza, che, soprattutto all’inizio, può rendere tutto ancora più difficile. In realtà, hanno subito capito come sono fatta e non c’è stata attività in cui non abbiano cercato di coinvolgermi, nonostante io non faccia praticamente mai il primo passo. Questa comprensione mi ha reso serena, tranquilla». In UAE Team ADQ la grande opportunità è quella di continuare a crescere, in un clima di alto livello, anche perché se è vero che in Fenix-Deceuninck, Marturano ha accresciuto la propria consapevolezza e conoscenza, è altrettanto vero che qualcosa ancora manca: un paio di ani fa, Greta Marturano era certa di essere una scalatrice, ora sa che di sicuro ha doti di scalatrice ma non di scalatrice pura, perché anche nelle volate ristrette se la cava bene, come in percorsi nervosi, stile Ardenne e Tre Valli Varesine. «Per me è un poco come se fossi stata in Erasmus per due anni e fossi appena tornata: in UAE ci sono tante atlete italiane e, c’è poco da fare, come italiane abbiamo un background comune, per cui ci capiamo molto più agevolmente e non è solo una questione di lingua».

Nel primo meeting con i direttori sportivi, la domanda posta è stata chiara: «Vogliamo diventare la squadra più forte di tutte e per farlo è necessario che tutte voi miglioriate i vostri punti “deboli”. Siamo disponibili ad aiutarvi in qualunque sfaccettatura vogliate cambiare, ma abbiamo bisogno che, con estrema sincerità, ci diceste per quale aspetto credete di aver bisogno di aiuto». Greta Marturano ha parlano della propria abilità in sella e delle discese dove, al momento, “sopravvive”: «Sopravvivo perché se resto nel gruppo principale in salita, poi, per non sprecare quella fatica mi butto, ma anche questo è un aspetto su cui perfezionarsi. Nel mio caso ritengo indispensabile la fiducia: se mi fido pienamente di chi ho davanti, di chi fa strada, non ho alcun timore. Voglio imparare a fidarmi, perché questo risolve tutto ed è fondamentale, non solo in discesa». Giusto in questi giorni, il coach che aveva in Fenix-Deceuninck le ha scritto, augurandole di proseguire il percorso di crescita, perché il margine c’è e dove possa arrivare non lo sa con precisione neppure lei. In UAE Team ADQ, avrà Paolo Slongo come preparatore e ne è felice anche perché sarà lo stesso preparatore di Elisa Longo Borghini, tra l’altro Marturano aveva già lavorato con lui ai tempi di Fassa Bortolo: «Ci parliamo quasi tutti i giorni e questo scambio, questo confronto è prezioso. Mi sento ascoltata: la tabella c’è, ma può essere modificata. Sarà un inverno differente dallo scorso anno, perché inizierò a correre a gennaio, in Australia: continuerò il lavoro in palestra, in misura minore, ma per tutta la stagione, perché Slongo lo ritiene utile ed a me piace focalizzarmi su lavori di forza e resistenza. Prima di riprendere con l’allenamento mi sono cimentata per vari giorni nella corsa a piedi e mi ha aiutato. Variare è sempre bello».

Quando ha avuto la certezza che avrebbe lasciato Fenix-Deceunick i primi che ha avvisato sono stati proprio il suo coach e la compagna Pauliena Rooijakkers: ne ha parlato di persona, perché per il rapporto che si era creato, era giusto così. «Non sono un fenomeno e non voglio nemmeno atteggiarmi a fenomeno. Penso che un bel modo di entrare in contatto con una realtà nuova sia farlo in punta di piedi, con cura e delicatezza: cercherò di fare così, spero di riuscirci».