Una Milano Sanremo è una guerra di trincea: tutti fermi immobili fino al momento buono. Bisogna avere pazienza, cogliere l’attimo e sperare che basti: Una volta fuori dalla trincea, o la va o la spacca.
Una Parigi Roubaix è una battaglia campale di fanteria: un gran casino di fango e sangue. Tutti contro tutti al punto di non capire più chi combatte con chi. Fino a quando cala il silenzio e dal fango emerge il vincitore.
Una cronometro è una guerra lampo: partire forte, accelerare e finire in apnea, sperando che finisca il prima possibile. Altrimenti, se non finisce presto, finisce comunque in un altro modo.
Una gara Zwift è una guerra informatica: si combatte senza mai incontrarsi di persona. Però è piuttosto efficace a tagliarti le gambe in poco tempo, molto meno di una di quelle che si combattono “dal vivo”
Una gara di ultra-cycling è una guerra di logoramento. Tutto sta a procurarsi i rifornimenti ed essere gli ultimi a finire le energie. Gli ultimi a cui vien voglia di alzare bandiera bianca.
Ecco. Queste sono le uniche guerre che capiamo. Quelle in lycra, le uniche divise che possiamo tollerare. Quelle di Goodwood le uniche fucilate che vogliamo vedere (e rivedere all’infinito). Tutto il resto, nel 2022, semplicemente non dovrebbe esistere.