Dopo tre anni di preparativi l’attesa è finalmente giunta al termine: da lunedì 5 agosto il circus del ciclismo su pista animerà il velodromo di Saint-Quentin-en-Yvelines per i Giochi olimpici di Parigi 2024. Il ciclismo su pista ha sempre orbitato attorno all’appuntamento olimpico, sin dalla sua introduzione ai primi Giochi moderni nel 1896. Da allora il velodromo è sempre stato protagonista dei Giochi di De Coubertin, eccezion fatta per la rassegna di Stoccolma 1912, e molte cose sono cambiate. In primis le discipline, con la rimozione del mezzofondo e del fondo, che ad Atene 1896 comprendeva gare come i 10 chilometri e la 24 ore, e l’introduzione di altre prove come l’inseguimento a squadre nel 1908 e il keirin, la madison, la velocità a squadre e l’omnium (la cui introduzione portò alla rimozione di inseguimento individuale e corsa a punti) nel ventiduesimo secolo. Negli anni ottanta un’importante novità fu l’introduzione delle competizioni femminili a partire da Seul 1988, ma la completa parità si è ottenuta solo a Tokyo 2021, quando le donne hanno gareggiato per la prima volta nella madison.

Le discipline

Il programma olimpico, rimasto invariato rispetto a Tokyo 2021, presenta solamente sei discipline, tre di velocità e tre di endurance. Le discipline veloci sono la velocità individuale, la velocità a squadre e il keirin, mentre quelle di fondo sono l’inseguimento a squadre, la madison e l’omnium. La velocità individuale, presente ai giochi decoubertiani sin dalla prima edizione, è la regina della pista. Il torneo della velocità inizia con una fase di qualificazione in cui i pistard corrono contro il tempo nei 200 metri lanciati. I tempi registrati stabiliscono le teste di serie del tabellone e gli atleti qualificati al primo turno. Da lì iniziano le sfide gomito a gomito tra due avversari, eccezion fatta per i ripescaggi dove si gareggia in tre. Gli incontri sono “secchi” fino agli ottavi di finale, mentre dai quarti di finale in poi si decidono al meglio delle tre. Le gare si corrono sulla distanza di un chilometro, ovvero quattro giri di pista, ma solo dopo una fase di studio che dura circa tre giri si inizia ad aprire il gas e in un battibaleno si toccano velocità vicine agli 80 chilometri orari. I protagonisti della velocità individuale si affrontano anche nel keirin. Nato in Giappone, dove gli è stato costruito attorno un sistema di scommesse da miliardi di yen, una gara di keirin dura sei giri di pista. Durante le prime tre tornate una moto, chiamata derny, guida sei pistard ad alte velocità, fino ai 50 all’ora, per poi lasciarli a 750 metri dall’arrivo, quando iniziano i preparativi della volata. Per eccellere nel keirin servono grande intelligenza tattica e colpo d’occhio, oltre ovviamente a delle gambe eccezionali. La terza e ultima disciplina veloce è la velocità a squadre. Come accade nel più conosciuto inseguimento a squadre, due formazioni, in questo caso composte da tre atleti, si sfidano simultaneamente in pista, partendo dai due rettilinei opposti, con l’obiettivo di far segnare il tempo più basso possibile. La gara dura tre giri, cioè 750 metri, e ogni componente del terzetto affronta un giro in testa al plotoncino per poi staccarsi o dare il colpo di reni vincente. Passando al settore di fondo troviamo proprio l’inseguimento a squadre. Nell’inseguimento a squadre due quartetti partono ai lati opposti del velodromo e devono percorrere quattro chilometri nel minor tempo possibile. Il torneo inizia con un turno di qualificazione in cui vengono distinte le migliori quattro squadre, che si possono giocare l’oro, da quelle qualificate con il quinto, il sesto, il settimo e l’ottavo tempo, che possono ambire al massimo al bronzo. Infatti dalle semifinali delle teste di serie si decidono le due finaliste assolute, mentre a giocarsi il bronzo sono le due squadre che hanno fatto segnare il miglior tempo nel secondo turno, indipendentemente dal loro risultato nel turno di qualificazione. Molto differente è la madison, una disciplina estremamente situazionale, in cui il tempo non conta nulla. Nella madison gareggiano quindici squadre composte da due atleti, che non competono mai contemporaneamente. Infatti i due si possono alternare dandosi un “cambio all’americana” o semplicemente toccandosi. La distanza di gara è di 50 chilometri (200 giri) per gli uomini e 30 chilometri (120 giri) per le donne, in cui le coppie possono guadagnare punti doppiando il gruppo (20) o piazzandosi agli sprint che avvengono ogni dieci giri (5, 3, 2, 1). Lo sprint finale vale doppio (10, 6, 4, 2) e funge da tie-breaker in caso di parità. Inoltre si perdono punti (-20) se si viene doppiati dal gruppo. L’omnium è invece la gara più completa, adatta ai tuttofare, e presenta le seguenti prove: scratch, 10 chilometri (40 giri) per gli uomini e 7,5 chilometri (30 giri) per le donne, in cui ci si gioca la vittoria proprio come in una gara in linea, con una volata sul traguardo finale; tempo race, 10 chilometri (40 giri) per gli uomini e 7,5 chilometri (30 giri) per le donne, in cui dopo i primi cinque giri chi passa per primo sotto al traguardo ottiene un punto ad ogni giro, mentre se ne ottengono venti doppiando il gruppo con una “caccia”; eliminazione, in cui ogni due giri l’ultimo ciclista a passare sul traguardo viene eliminato; e corsa a punti, 25 chilometri (100 giri) per gli uomini e 20 chilometri (80 giri) per le donne, in cui vigono i medesimi sistemi di punteggio della madison. Le prime tre specialità assegnano 40 punti al primo classificato, 38 al secondo, 36 al terzo e così via, mentre i punti della corsa a punti vengono sommati direttamente alla classifica generale.

I favoriti

Velocità individuale maschile

L’uomo da battere è assolutamente il campione in carica, e cinque volte campione mondiale nella disciplina, Harrie Lavreysen. Il neerlandese Lavreysen, a soli 26 anni, è già tra i migliori velocisti della storia con i suoi 14 ori mondiali, 12 europei e 2 olimpici. Negli ultimi anni è svanita la rivalità col compagno di squadra, e di medaglie, Jeffrey Hoogland, il quale ha ormai perso lo scatto dei giorni migliori, ed è iniziata quella con l’australiano Matthew Richardson. Richardson in realtà non è mai riuscito a infastidire più di tanto l’orange nelle discipline individuali, ma negli ultimi grandi appuntamenti internazionali si è limitato a spartirsi le posizioni di rincalzo con il connazionale Matthew Glaetzer, il quale però è in ballottaggio con Leigh Hoffmann per il secondo slot a disposizione per l’Australia, il britannico Jack Carlin, bronzo a Tokyo 2020, il trinidadiano Nicholas Paul, detentore del record del mondo nei 200 lanciati con 9.100 secondi, il francese Rayan Helal, la speranza più concreta per i padroni di casa, e il polacco Mateusz Rudyk, vicecampione europeo di specialità dietro allo stesso Lavreysen e riammesso in extremis dopo che è risultato positivo all’insulina pur essendo un atleta diabetico. Sono da tenere d’occhio anche due giovani emergenti: l’israeliano Mikhail Yakovlev e il giapponese Kaiya Ota. L’inizio di carriera di Yakovlev è stato tutt’altro che facile. Dopo tanti successi a livello giovanile, un bronzo mondiale nel keirin, un bronzo europeo nello sprint e il record del mondo ufficioso sui 200 con la maglia della Russia ha deciso di cambiare nazionale in seguito alla sospensione degli atleti russi e bielorussi dalle competizioni internazionali, ottenendo la cittadinanza israeliana. Yakovlev con i suoi nuovi colori è tornato su un podio internazionale soltanto agli scorsi europei. Kaiya Ota è invece la più grande rivelazione di questo 2024. Il classe ‘99 è molto differente da Yakovlev sia fisiologicamente, 199 centimetri e 106 chili per il moscovita contro i 174 centimetri e 78 chili del giapponese, che per caratteristiche. Infatti nel modo di correre di Ota si vede la sua formazione nel keirin giapponese, che gli ha fornito le basi per fare sempre la decisione giusta in gara. Assieme al Giappone, un’altra nazionale da non sottovalutare è quella cinese, allenata da due leggende della velocità come Denis Dmitriev e Theo Bos, la quale schiera Yu Zhou e Qi Liu. Nessun italiano si è qualificato in questa disciplina.

⭐️⭐️⭐️ Lavreysen

⭐️⭐️ Richardson, Carlin, Ota, Paul

⭐️ Yakovlev, Zhou, Helal, Quintero, Hoogland, Glaetzer/Hoffmann, Rudyk, Awang

Keirin maschile

I favoriti del keirin sono pressoché gli stessi della velocità individuale. Salgono però le quote di Kevin Quintero, campione del mondo in carica e portabandiera colombiano, che corre la disciplina eccellentemente. Con le sue anche quelle dei giapponesi e di Awang. Il paese del sol levante schiera due giovani prodotti della sua scuola: il solito Ota e Shinji Nakano, che prenderà parte anche al quartetto. Il malese Aziz Awang invece è alla sua quinta edizione dei Giochi, sedici anni dopo la prima apparizione a Pechino 2008, dove è stato portabandiera, e la sua esperienza gli sarà certamente d’aiuto in una disciplina tecnica come il keirin. L’esperienza sarà un’alleata anche del polacco Mateusz Rudyk e del tedesco Stefan Bötticher, il quale dovrà però ritrovare il colpo di pedale dei giorni migliori dopo un lungo periodo ai box. Nessun italiano si è qualificato in questa disciplina.

⭐️⭐️⭐️ Lavreysen

⭐️⭐️ Ota, Quintero, Richardson, Nakano, Yakovlev

⭐️ Zhou, Paul, Carlin, Hoogland, Glaetzer/Hoffmann, Rudyk, Awang, Bötticher

Velocità a squadre maschile

I Paesi Bassi sono i dominatori assoluti di questa disciplina dal 2018, ma in questo ciclo olimpico, come mai prima, hanno visto minacciata la loro supremazia. Il terzetto oranje, composto da Roy Van den Berg, Harrie Lavreysen e Jeffrey Hoogland, ha vinto il mondiale nel 2023, ma è arrivato dietro all’Australia nel 2022. Sono Leigh Hoffmann, il terzo uomo ad essere sceso sotto i 17 secondi nei 250 metri da fermo, Matthew Richardson e Matthew Glaetzer i prescelti degli “aussies”, che si sono potuti permettere il lusso di lasciare a casa un fuoriclasse come Thomas Cornish. Tuttavia l’Australia avrà bisogno di una prestazione perfetta per scalzare i Paesi Bassi dal gradino più alto del podio. Per altre piazze d’onore sarà invece battaglia tra la stessa Australia, la Francia di Florian Grengbo, Sebastien Vigier e Rayan Helal, il Giappone di Yoshitako Nagasako, Kaiya Ota e Yuta Obara, la Gran Bretagna di Alistair Fielding, Hamish Turbulll e Jack Carlin, e l’emergente Cina di Shuai Guo, Qi Liu e Yu Zhou. L’Italia, campionessa europea under 23, non si è qualificata.

⭐️⭐️⭐️ Paesi Bassi

⭐️⭐️ Australia

⭐️ Cina, Francia, Gran Bretagna, Giappone

Velocità individuale femminile

Durante l’ultimo ciclo olimpico è cambiato molto nella velocità femminile. Si sono riconfermate le tedesche Emma Hinze e Lea Sophie Friedrich e la canadese Kelsey Mitchelll, campionessa olimpica uscente, ma sono salite alla ribalta altre giovani leve come le britanniche Emma Finucane e Sophie Capewell, le neerlandesi Hetty Van den Wouw e Steffie Van der Peet e la francese Mathilde Gros. La favorita numero uno è proprio la gallese classe 2002 Emma Finucane, la campionessa mondiale ed europea in carica. Finucane ha dimostrato di essere la più forte, ma spesso pecca ancora di inesperienza e pertanto non possono darsi per vinte le tedesche, la padrona di casa Gros e l’esperta Mitchell. In quanto ad atlete esperte non vanno dimenticate la neozelandese Ellesse Andrews, la colombiana Martha Bayona e la giapponese Mina Sato, tutte e tre molto abili nell’uno contro uno. Può invece essere una mina vagante Miriam Vece, che ha portato la velocità femminile italiana ai Giochi olimpici per la prima volta dal 1988, quando Elisabetta Fanton partecipò al primo torneo olimpico della storia della velocità femminile. Accanto a Vece ci sarà anche Sara Fiorin, ventenne brianzola che è però specializzata nelle discipline di fondo e non ha avuto l’occasione di cimentarsi nelle discipline veloci neanche agli scorsi europei under 23, dove avrebbe potuto acquistare un po’ di dimestichezza con la disciplina. Anche lo storico delle cinesi Shanju Bao e Liying Yuan, quest’ultima classe 2005, non è dei migliori, ma senza dubbio non vanno sottovalutate, visto il loro attuale stato di forma.

⭐️⭐️⭐️ Finucane

⭐️⭐️ Hinze, Gros, Friedrich

⭐️ Capewell, Mitchelll, Andrews, Sato, Bayona, Van de Wouw, Bao

Keirin femminile

Il keirin è sempre imprevedibile, ma ci sono alcune pistard che sanno più di altre padroneggiare la disciplina. Su tutte Mina Sato – la scuola giapponese si conferma una garanzia in questa disciplina – , Martha Bayona, l’australiana Kristina Clonan e la campionessa del mondo in carica Ellesse Andrews, che agli scorsi Giochi si è dovuta accontentare dell’argento dietro a Shane Braspenninckx, assente a Parigi. Tra le outsider, invece, si può citare il nome della francese Taky Marie Divine Kouame, della canadese Laurent Genest e della belga Nicky Degrendele: tre pistard tanto diverse quanto pericolose in ottica medaglia. Lontana dai riflettori troviamo anche la campionessa asiatica Nurul Izzah Izzati Mohd Asri, che in Malesia è già paragonata al “pocket rocket” Awang.

⭐️⭐️⭐️ Sato, Friedrich

⭐️⭐️ Finucane, Bayona, Hinze, Andrews

⭐️ Capewell, Mitchell, Gros, Van der Peet, Van den Wouw, Kouame, Guo

Velocità a squadre femminile

Per la prima volta nella storia dei Giochi, la velocità olimpica femminile si correrà su tre giri, e non più su due, proprio come quella maschile. Il cambio di regolamento ha rimescolato le carte, ma a conti fatti la Cina, campionessa olimpica a Tokyo 2021, si presenta ancora come favorita. Infatti, dopo un triennio senza grandi acuti, il terzetto cinese, composto da Yufang Guo, Shanju Bao (entrambe olimpioniche a Tokyo) e la giovanissima Liying Yuan, ha fatto segnare un nuovo record del mondo poche settimane fa, fermando il cronometro a 45.487, quasi quattro decimi in meno del precedente record stabilito dalla Germania. Saranno proprio le tedesche Pauline Grabosch, Emma Hinze e Lea Sophie Friedrich a giocarsi l’oro con le avversarie di sempre, che la spuntarono anche a Tokyo. Dietro a queste due corazzate troviamo la Gran Bretagna, la quale si presenta con un bel mix di gioventù ed esperienza con Sophie Capewell, Emma Finucane e Katy Marchant, che ha sostituito Laurent Bell. Le britanniche, con Bell in formazione, hanno trovato l’argento agli scorsi campionati del mondo di Glasgow, a solo un decimo dalla Germania: una frazione di secondo che a Parigi potrà determinare il metallo di un’ipotetica medaglia. Le altre nazioni che possono ambire al podio sono i Paesi Bassi di Kyra Lamberink, Hetty Van den Wouw e Steffie Van der Peet e il Messico di Jessica Salazar, Yuli Paula Vedugo e Luz Daniela Gaxiola. Sono invece più indietro la Polonia, la Nuova Zelanda e il Canada. L’Italia non ha partecipato a nessuna prova di qualificazione per questa disciplina.

⭐️⭐️⭐️ Cina

⭐️⭐️ Germania, Gran Bretagna

⭐️ Paesi Bassi, Messico

Inseguimento a squadre maschile

Il ricordo della rimonta di Ganna a Tokyo è ancora lucido nella memoria dei tifosi italiani, ma nel frattempo il livello nell’inseguimento a squadre si è alzato ulteriormente. Come tre anni fa, i favoriti principali sono i danesi, che in questo ciclo olimpico hanno riconfermato Rasmus Pedersen, Frederik Rodenberg e Niklas Larsen, e fatto spazio al giovane Carl Frederik Bevort, ma l’Italia vuole rovinargli nuovamente la festa con i quattro olimpionici di Tokyo: Francesco Lamon, Jonathan Milan, Simone Consonni e Filippo Ganna. A rivoluzionare la propria squadra è stata invece la Gran Bretagna di coach Ben Greenwood che schiera l’ingegner Dan Bigham, il fuoriclasse Ethan Hayter, il poliedrico Ethan Vernon e la garanzia Charlie Tanfield. Negli ultimi tre anni queste tre nazioni si sono alternate sul gradino più alto del podio dei Campionati del mondo: prima l’Italia, poi la Gran Bretagna e infine la Danimarca, ma non è impossibile spodestare dal podio. Ci proveranno senz’altro l’esperta Nuova Zelanda con il portabandiera Aaron Gate, Keegan Hornblow, Tom Sexton e Campbell Stewart, i padroni di casa della Francia che schierano Thomas Boudat, Thomas Denis e Valentin Tabellion al fianco del fortissimo Benjamin Thomas e gli australiani di Oliver Bleddyn, Conor Leahy, Kelland O’Brien e Sam Welsford. Dietro a queste sei troviamo quattro formazioni con meno esperienza: la Germania, che in sede di convocazione ha sacrificato il quartetto per le discipline di gruppo; il Belgio, che è stata la nazione più in crescita in questo ciclo olimpico; il Giappone, che per fargli spazio nel keirin schiera Shinji Nakano in posizione di lancio: e il Canada, orfano del suo capitano Derek Gee, che quest’anno ha lasciato la pista.

⭐️⭐️⭐️ Danimarca

⭐️⭐️ Italia, Gran Bretagna

⭐️ Australia, Nuova Zelanda, Francia

Madison maschille

Probabilmente la madison è la prova più impronosticabile: ci sono almeno nove coppie che possono ambire all’oro. Nel gioco dei pronostici, i belgi Robbe Ghys e Lindsay de Vylder, dominatori delle ultime due edizioni della Sei giorni di Ghent, e i campioni del mondo Joeri Havik e Willem Van Schip dai Paesi Bassi partono in prima fila, ma hanno alle calcagna la coppia britannica formata da Ethan Hayter e Oliver Wood e i francesi Benjamin Thomas e Thomas Boudat. Non bisogna sottovalutare neanche l‘esperienza dei tedeschi Roger Kluge e Theo Reinhard e del danese Mørkøv, che eccezionalmente non sarà affiancato né dal compagno di sempre Lasse Norman Leth né dal giovane Theodor Storm, ma da Niklas Larsen. Non si può sorvolare neanche sulla consolidata coppia italiana composta da Elia Viviani e Simone Consonni, sebbene abbia fatto un po’ di fatica nell’ultimo ciclo olimpico. A brillare negli ultimi tre anni sono stati invece i neozelandesi Aaron Gate e Campbell Stewart. In attesa di sapere anche in questa disciplina chi schiererà l’Australia, che sta passando decisamente inosservata in ottica madison, l’ultima coppia che merita una menzione è quella formata dai portoghesi Iuri Leitão e Rui Oliveira, entrambi molto abili nella caccia.

⭐️⭐️⭐️ Belgio, Paesi Bassi

⭐️⭐️ Gran Bretagna, Francia

⭐️ Italia, Nuova Zelanda, Germania, Danimarca, Portogallo

Omnium maschile

Nell’omnium troviamo quattro grandi favoriti: il padrone di casa Benjamin Thomas, l’esperto neozelandese Aaron Gate, il campione del mondo Iuri Leitão dal Portogallo e il londinese Ethan Hayter, che dovrà difendere l’oro conquistato a Tokyo dal compagno di squadra Matthew Walls, il quale invece non è presente a Parigi. Mentre Thomas ha a proprio favore il fattore casa, Gate l’esperienza e Hayter le gambe, Leitão sarà il più fresco di tutti perché il Portogallo non si è qualificato nell’inseguimento a squadre. Assente nel quartetto anche il primo degli outsider: il campione olimpico di Rio 2016 Elia Viviani. Viviani non è né quello di otto né quello di tre anni fa, ma l’esperienza e il colpo d’occhio contano tantissimo nell’omnium. Lo sanno bene, e ne fanno un’arma, anche il neerlandese Jan-Willem Van Schip, il danese Niklas Larsen, il giapponese Kazugishe Kuboki e il colombiano Fernando Gaviria, l’unico ad uscire dal Tour de France. Tra le giovani leve invece non bisogna sottovalutare il tedesco Tim Torn Teutenberg, il canadese Dylan Bibic e il belga Fabio Van den Bossche. Sarà della partita anche un pistard australiano, sebbene non sia ancora stato deciso se correrà Oliver Bleddyn o Sam Welsford. Rispetto a tre anni fa, il recupero tra una prova e l’altra conterà sempre di più perché l’omnium sarà tenuto in appena tre ore.

⭐️⭐️⭐️ Hayter

⭐️⭐️ Gate, Thomas, Leitão

⭐️ Viviani, Van Schip, Teutenberg, Gaviria, Bleddyn/Welsford

Inseguimento a squadre femminile

È altrettanto incerto l’inseguimento a squadre femminile. La Gran Bretagna poteva dirsi favorita, ma dopo l’infortunio di Katie Archibald, che si è rotta una gamba in un incidente domestico, si sono rimescolate la carta in tavola. Le britanniche si presenteranno ai blocchi di partenza con Elinor Barker, Neah Evans, Josie Knight e Anna Morris; un quartetto sullo stesso livello di quello italiano composto da Guazzini, Balsamo e due tra Paternoster, Fidanza e Consonni, che a inizio anno si è laureato campione europeo. A proposito di campionesse continentali, le neozelandesi hanno trionfato nei campionati oceanici e occupano saldamente la prima piazza nel ranking olimpico di categoria, pertanto sono anche loro candidate alla medaglia d’oro con Bryony Botha, Emily Shearman, Nicole Shields e Ally Wollaston. Attraversando il pacifico troviamo gli Stati Uniti, ovvero i campioni panamericani in carica, che si presentano alla vigilia delle competizioni con cinque pistard di altissimo livello come Chloé Dygert, Jennifer Valente, Lily Williams, Kristen Faulkner e Olivia Cummins. Non bisogna mai sottovalutare neanche la Germania, che a Parigi cercherà un canto del cigno con Franziska Brauße, Mieke Kröger, Lisa Klein e Laura Süßemilch, e la Francia delle solite Marie Borras, Clara Copponi, Valentin Fortin e Marie Le Net, che ancora non hanno trovato una grande finale internazionale. A differenza della Francia padrona di casa, non ha grandi pressioni su di sé l’Australia, sottotono in questo ciclo olimpico, ma che può contare su pistard esperte come Georgia Baker, Alex Manly, Maeve Plouffe, Chloe Moran e Sophie Edwards

⭐️⭐️⭐️

⭐️⭐️ Gran Bretagna, Italia, Stati Uniti, Nuova Zelanda

⭐️ Germania, Francia, Australia

Madison femminile

In queste Olimpiadi molte gare presentano un pronostico molto aperto, ma nessuna come la madison femminile. La Gran Bretagna campionessa olimpica in carica si presenta con una coppia totalmente differente da Tokyo, Elinor Barker e Neah Evans, dopo il ritiro di Laura Kenny e l’infortunio di Katie Archibald. Invece la Danimarca che fu argento tre anni fa punta sulle solite Amelie Dideriksen e Julie Norman Leth, anche se quest’ultima non ha ancora brillato in pista dopo il ritorno dalla maternità. Sono da verificare anche le condizioni di un’altra pistard di altissimo livello: Elisa Balsamo, che però dopo la caduta alla Vuelta a Burgos ha già trovato un piazzamento d’onore alla seconda tappa del Giro d’Italia. Tuttavia, se non se la dovesse sentire, Letizia Paternoster può essere schierata al fianco di Vittoria Guazzini. Come Balsamo, anche Lotte Kopecky deve ancora confermare la propria partecipazione al fianco di Katrijn de Clercq, la quale in caso di forfait della campionessa del mondo su strada gareggerebbe con la giovane Helene Hesters. Sono invece delle certezze la Polonia delle sorelle Daria e Wiktoria Pikulik, gli Stati Uniti di Jennifer Valente e Lily Williams, l’Australia di Georgia Baker e Alexandra Manly, la Nuova Zelanda di Byrony Botha e Emily Shearman e la Francia di Marion Borras e Clara Copponi.

⭐️⭐️⭐️ Gran Bretagna

⭐️⭐️ Italia, Francia, Stati Uniti

⭐️ Belgio, Danimarca, Australia, Polonia

Omnium femminile

Tokyo 2020 Olympic Games – Olimpiadi Tokyo 2020 – Izu Velodrome – Cycling Track Day 7 – Women’s Omnium Point Race – 08/08/2021 – Jennifer Valente (USA) – photo Luca Bettini/BettiniPhoto©2021

Anche l’omnium sarà orfano di Archibald, ma con Valente e Lotte Kopecky non mancheranno certo le campionesse. Sono proprio loro due le grandi favorite, con l’americana che parte da campionessa mondiale e olimpica in carica e la belga che invece insegue un successo internazionale nella disciplina dopo la caduta a Tokyo 2021. Tra le outsider si possono citare specialiste del calibro della neozelandese Wollaston, tre volte vincitrice dell’omnium in Nations’ Cup, la norvegese Anita-Yvonne Stenberg, campionessa europea in carica, la giapponese Yumi Kajihara, argento alle Olimpiadi di casa, la danese Amelie Dideriksen, la portoghese Maria Martins, la neerlandese Maike Van der Duin, la canadese Maggie Coles-Lyster e la polacca Daria Pikulik. Invece non hanno ancora sciolto le proprie riserve Gran Bretagna e Italia, dove i ballottaggi sono tra Elinor Barker e Neah Evans e Letizia Paternoster e Elisa Balsamo: quattro atlete da medaglia. Come nella prova maschile sarà interessante vedere se la diminuzione dei tempi di recupero tra una prova e l’altra potrà influenzare il risultato finale.

⭐️⭐️⭐️ Valente

⭐️⭐️ Kopecky, Balsamo/Paternoster

⭐️ Wollaston, Stenberg, Kajihara, Dideriksen, Pikulik, Martins, Barker/Evans

Programma

Lunedì 5 agosto – Giorno 1

17:00-19:40

  • Sprint a squadre femminile – qualificazioni
  • Inseguimento a squadre maschile – qualificazioni
  • Sprint a squadre femminile – 1° turno
  • Sprint a squadre maschile – qualificazioni
  • Sprint a squadre femminile – finale

Martedì 6 agosto – Giorno 2

17:30-19:55

  • Inseguimento a squadre femminile – qualificazioni
  • Sprint a squadre maschile – 1° turno
  • Inseguimento a squadre maschile – 1° turno
  • Sprint a squadre maschile – finale

Mercoledì 7 agosto – Giorno 3

12:45-15:30

  • Sprint maschile – qualificazioni
  • Keirin femminile – 1° turno
  • Inseguimento a squadre femminile – 1° turno
  • Sprint individuale maschile – 32esimi di finale
  • Keirin femminile – ripescaggio
  • Sprint individuale maschile – 32esimi di finale, ripescaggi

17:30-19:50

  • Sprint individuale maschile – 16esimi di finale
  • Inseguimento a squadre maschile – finale
  • Sprint individuale maschile – 16esimi di finale, ripescaggi
  • Inseguimento a squadre femminile – finale
  • Sprint individuale maschile – ottavi di finale
  • Sprint individuale maschile – ottavi di finale, ripescaggi

Giovedì 8 agosto – Giorno 4

17:00-19:55

  • Omnium maschile – scratch 1/4
  • Keirin femminile – quarti di finale
  • Omnium maschile – gara a tempo 2/4
  • Sprint individuale maschile – quarti di finale
  • Keirin femminile – semifinali
  • Omnium maschile – gara a eliminazione 3/4
  • Keirin femminile – finale 7-12
  • Keirin femminile – finale 1-6
  • Omnium uomini – corsa a punti 4/4
  • Sprint maschile – posti 5-8

Venerdì 9 agosto – Giorno 5

14:00-15:45

  • Sprint individuale femminile – qualificazioni
  • Sprint individuale maschile – semifinali
  • Sprint individuale femminile – 32esimi di finale
  • Sprint individuale femminile – 32esimi di finale, ripescaggi

18:00-19:55

  • Madison donne – finale
  • Sprint individuale femminile – 16esimi di finale
  • Sprint individuale maschile – finali
  • Sprint individuale femminile – 16esimi di finale, ripescaggi

Sabato 10 agosto – Giorno 6

17:00-19:50

  • Sprint individuale femminile – ottavi di finale
  • Keirin maschile – 1° turno
  • Sprint individuale femminile – ottavi di finale, ripescaggi
  • Madison uomini – finale
  • Sprint individuale femminile – quarti di finale
  • Keirin maschile – ripescaggio

Domenica 11 agosto – Giorno 7

11:00-14:15

  • Omnium donne – scratch 1/4
  • Sprint individuale femminile – semifinali
  • Keirin maschile – quarti di finale
  • Omnium donne – corsa a tempo 2/4
  • Sprint individuale femminile – posti 5-8
  • Keirin maschile – semifinali
  • Omnium donne – corsa a eliminazione 3/4
  • Keirin maschile – finale 7-12
  • Keirin maschile – finale 1-6
  • Sprint individuale femminile – finale
  • Omnium donne – corsa a punti 4/4

*Il programma potrebbe subire variazioni.