Attorno a Thibaut Pinot si forma rapidamente un capannello di videocamere, fotografi, giornalisti. Ha lasciato la bici chissà dove ed è già accasciato contro le transenne. Tiene la schiena dritta, ma lo sguardo fissa l’asfalto; all’interno di ginocchia allargate appoggia le braccia, che sembrano scollate dal corpo. Le mani grandi sono piene di calli e vesciche. Un massaggiatore gli mette un asciugamano attorno al collo, lo invita ad alzarsi per infilargli una tuta più pesante.

Pinot beve distrattamente da una bottiglia di plastica riempita con una bevanda proteica. Compaiono Charles e Pierre, due videomaker de L’Équipe che a ogni finale di tappa piombano sul miglior francese di giornata per chiedergli un’opinione a caldo. Tutti sono pronti a catturare ciò che Pinot sta per dire, ma dopo aver aperto la bocca il nativo di Mélisey si accorge di non essere emotivamente pronto. Si gira verso la valle, sputa di nuovo oltre le transenne. Riesce a stento a trattenere le lacrime. È una scena straziante.

Sempre più persone aspettano di sentire le sue parole. Non vince dalla conquista del Tourmalet al Tour de France 2019. Tra oggi e quel trionfo, millesei giorni con più bassi che alti. Oggi era tanto vicino alla vittoria che a Geoffrey Bouchard non hanno detto nulla alla radio: il vincitore della prima tappa di questo Tour of the Alps è arrivato con quattro minuti di ritardo e, visto il trambusto nei pressi di Pinot, pensava che il suo amico avesse vinto. Cerca di chiamarlo, esclama qualcosa tipo «grande Thibaut hai vin…», ma l’entusiasmo nella sua voce cala man mano che si rende conto di come sono realmente andate le cose. Qualcuno si gira per dirgli che no, Thibaut non ha vinto, e l’espressione sul suo volto da raggiante diventa funerea.
A Thibaut Pinot vogliono bene tutti, per questo dispiace l’esito della tappa, anche se ha vinto un Miguel Ángel López altrettanto in cerca di risultati dopo un’annata complicata in Movistar. Un Miguel Ángel López che ha esultato mettendosi il dito in bocca perché la compagna è in attesa del secondo figlio. Un Miguel Ángel López che è andato di forza a prendersi una vittoria meritata. Ma Thibaut Pinot vorrebbe «che la vita mi sorridesse, almeno per un giorno», vorrebbe voltare «quella pagina merdosa e passare al prossimo obiettivo». Vorrebbe tornare a vincere perché «non hai molte chance da professionista».

Un campione tragico, che ha tatuato “solo la vittoria è bella”, oggi voleva vincere con tutto sé stesso. È arrivato secondo.