Se di Ponomar (il più giovane al via del Giro con i suoi 18 anni) ne abbiamo parlato, e Remco Evenepoel lo abbiamo intervistato per #Alvento15, scorrendo i nomi dei (giovani) partecipanti al Giro non si può non far caso a quello di Giovanni Aleotti.
Passato professionista pochi mesi fa in maglia BORA-hansgrohe, il classe ’99 di Finale Emilia non spreca tempo e, un po’ a sorpresa almeno per chi scrive, pronti-via fa il suo esordio al Giro. Con i suoi 22 anni da compiere nell’ultimo giorno di riposo della corsa rosa 2021, Aleotti è il più giovane italiano in gara.
«A me invece non stupisce vederlo subito al Giro» ci risponde così Renzo Boscolo, uno dei suoi tecnici quando Aleotti correva con la maglia del Cycling Team Friuli, ormai negli ultimi anni fra le più importanti squadre a livello giovanile, e che può contare in gara in questi giorni su altri tre ragazzi usciti da lì: De Marchi, Fabbro e Venchiarutti, in rigoroso ordine anagrafico. «Con noi ha fatto tanta esperienza internazionale in questi anni, e la BORA-hansgrohe ha visto in lui un ragazzo che, seppure passato professionista da poco, si dimostra già affidabile, solido e che si ritaglia il giusto spazio grazie alla sua concretezza».
Parlando con Boscolo di Aleotti ne viene fuori il profilo di un ragazzo tagliato per sfondare nel ciclismo: «Metodico e determinato: lui è unico in questo senso» continua Boscolo. «E la sua capacità di fare gruppo, di mettersi a disposizione ne fa un leader nato». E basta pensare alla tappa di ieri per capirlo: ancora lontani dal traguardo, Aleotti si è speso totalmente per la causa di Peter Sagan, ha tirato il collo al gruppo in salita, lo ha scremato, e con la sua andatura sono saltati diverse ruote veloci. E già nei prossimi giorni la scena si ripeterà quando Aleotti sarà chiamato a fare il ritmo per Buchmann, e chissà, forse anche per Fabbro.
Tra le mani – o davanti agli occhi, dipende dal punto di vista – ci si ritrova così un corridore magari ancora poco conosciuto ma che potrebbe togliersi diverse soddisfazioni in futuro.
Corse a tappe o corse di un giorno? Ancora non lo sappiamo: il suo motore è in evoluzione e lui in passato tra gli Under 23 (secondo al Tour de l’Avenir e quarto al Giro Under 23, ma anche protagonista in diverse corse di un giorno del calendario internazionale) si è dimostrato corridore a tutto tondo: resistente, forte sulle salite brevi e su quelle corte, veloce anche in uno sprint ristretto al termine di gare impegnative. «Per come si gestisce in corsa e allenamento, per la curiosità che ha, la voglia di migliorarsi, di conoscere tutto quello che lo circonda e la testa che si ritrova, lui è il prototipo del corridore moderno» afferma sempre il suo ex diesse.
Studia Scienze Motorie all’Università, e ancora oggi il suo meglio non lo abbiamo visto. Il Giro 2021 è l’occasione giusta da cogliere per mettere il muso fuori dal gruppo; magari provare a vincere una tappa in prima persona è progetto ambizioso, ma d’altra parte se Aleotti è arrivato velocemente sin qui, un motivo ci sarà.
Intanto con la Piacenza-Sestola al via tra poco, si passerà dalle sue zone di origine, e che lui ovviamente conosce molto bene; il ciclismo regala storie che non smettono mai di scriversi da sole, e oggi potrebbe essere uno di quei giorni per un nuovo capitolo da ricordare.
Foto: Luigi Sestili