Difficile trovare le parole in un sabato pomeriggio in cui Elisa Longo Borghini decide di accelerare e andare via da sola. Mancano trentatré chilometri all’arrivo e nella sua testa un progetto folle: arrivare, da sola, nel velodromo di Roubaix.
Difficile trovare le parole e magari aiutateci voi nei commenti, altrimenti ci facciamo supportare da qualche foto, oppure, dopo aver ripreso fiato, guarderemo e riguarderemo la corsa centinaia di volte come si usa fare con un bel film, di quelli che non vorresti mai terminare e che alla fine hai imparato a memoria.
Siamo deboli. Di cuore. Siamo inclini all’emozione. Siamo pieni di retorica. Questi sono quei momenti in cui ci concediamo qualcosa; le parole vengono fuori di getto come un’azione di Longo Borghini sul pavé. Superlativi. Eccessi di gioia e di foga. Non riusciamo a stare fermi.
Abbiamo avuto più di un sussulto. Quando Elisa Longo Borghini prendeva male quella curva dentro Camphin-en-Pévèl, settore numero 5, uno di quelli decisivi. Oppure ci si è stretto il cuore quando Kopecky da dietro faceva il forcing sul pavè e il distacco per un attimo era di poco superiore ai dieci secondi.
Difficile trovare parole quando il traguardo si avvicinava ed Elisa non smetteva mai di spingere il rapportone. Lei aveva male alle gambe? Noi avevamo male alle gambe. Lei aveva male alle braccia? Noi avevamo male alle braccia. Non riuscivamo a trovare pace. Dai, traguardo, arriva, avrà pensato lei. “Dai traguardo, arriva!” ci siamo detti noi.
Giornata blu. Cielo caldo. Difficile trovare le parole in un sabato pomeriggio passato a spingere Elisa Longo Borghini, partita mentre sulla sua destra il Moulin de Vertain a Templeuve era vestito con i colori della Roubaix.
Tutto intorno i tifosi spingevano le atlete che in qualche modo facevano rotolare le loro ruote sulle pietre infide della Regina delle classiche.
Siamo senza parole. Come Elisa Longo Borghini a fine gara: non ci crede o forse ci crede più di tutti noi. Tranquilla ai microfoni come dopo una bella pedalata. «E pensare che nemmeno ci volevo venire qui. Sono stata poco bene, non avevo intenzione di fare la comparsa, ma la squadra ha insistito». Vieni, attacca e vinci, le hanno detto.
Tranquilla, Longo Borghini, come dopo una bella pedalata nella storia di questo sport. Entrata direttamente dal varco che porta all’Inferno del Nord. Oggi, così polveroso da sembrare un paradiso in terra. Grazie Elisa Longo Borghini per lo splendido giro in bicicletta.