Nuovi Garmin Edge 540 e Edge 840: più leggeri e ancora più performanti.
In casa Garmin, per usare un eufemismo, diciamo che non si sta con le mani in mano. Lo scorso martedì sono stati presentati i nuovi Edge 540 e 840 e noi siamo andati a testarli proprio ieri: una bella pedalata fino in cima al museo del Ghisallo, per farci spiegare accuratamente le nuove funzioni presenti su entrambi i ciclocomputer e che proviamo a trasferirvi nella maniera più semplice.
- Abilità ciclistica e requisiti del percorso: basandosi sullo storico degli allenamenti, identifica i punti di forza e di debolezza di un ciclista.
- Coaching adattativo mirato: che si pedali al chiuso o all'aperto, permette di visualizzare gli allenamenti giornalieri suggeriti e invia suggerimenti personalizzati che si adattano in base al carico di allenamento, al recupero e alle prossime gare. Hai fatto troppi lunghi a ritmo basso? Il ciclocomputer ti consiglierà dei lavori in soglia.
- Stamina in tempo reale: permette di monitorare i livelli di sforzo in tempo reale durante l'uscita in bici per vedere quanta energia rimane per terminare il proprio allenamento. Se fai una menata a 60 all’ora ti avvisa e ti dice «guarda che così duri al massimo cento metri».
-Power Guide: consente di gestire gli sforzi con obiettivi di potenza durante il percorso.
- Pianificazione delle salite ClimbPro: permette di visualizzare i dettagli delle salite, come l’ascesa rimanente e la pendenza, anche se non hai caricato il percorso. Semplicemente, il ciclocomputer capisce che sei su quella salita e ti mostra le sue caratteristiche.
- GNSS multi-banda: garantisce una maggiore precisione della posizione anche negli ambienti più impervi.
- Ricarica solare: la lente di ricarica solare Power Glass™ sui modelli Solar estende la durata della batteria fino a 60 ore in modalità risparmio, offrendo fino a 25 minuti in più all'ora durante le pedalate diurne. Il che non vuol dire che il sole ricarica il ciclocomputer, ma ne allunga la durata.
Tutti i modelli delle serie Edge 540 e 840 vantano un display a colori da 2,6 pollici con touchscreen reattivo e comandi a pulsante che funzionano in qualsiasi ambiente. Inoltre grazie alle informazioni fornite da Firstbeat Analytics™, come il VO2 max, Training Status, Training Load, tempo di recupero e altro ancora, è possibile prendere visione di come il fisico stia rispondendo all'allenamento. Indossando poi uno smartwatch Garmin compatibile, si ottiene una fotografia completa della propria salute e del benessere in senso più generale, grazie a informazioni come il Pulse Ox3, il monitoraggio della Body Battery™, il monitoraggio avanzato del sonno e altro ancora. Durante l'uscita in bici, i nuovi Edge permettono di monitorare come il corpo resiste all'acclimatazione al calore e all'altitudine in ambienti diversi, anche grazie a notifiche che, durante la corsa, indicano quando è necessario reidratarsi.
Siccome, se possiamo, evitiamo di utilizzare l’automobile, abbiamo raggiunto l’appuntamento in treno. Al momento del ritorno, complice anche la temperatura perfetta, abbiamo deciso di fare qualche chilometro in più: il che si è tradotto in un centello fino a casa, su e giù tra campagne brianzole e pianura padana. Così abbiamo avuto la possibilità di testare al meglio anche la nuova cartografia integrata aggiornata con mappe migliorate e la tecnologia Trendline™ Popularity Routing per evidenziare le strade e i sentieri più popolari (con tanto di segnalazione di punti di interesse). Non sarete stupiti se vi diciamo che tutto è funzionato a meraviglia.
La configurazione del dispositivo è semplice e immediata. Ancora più semplice regolare i campi dati direttamente dal dispositivo Edge o dallo smartphone abbinato.
Infine una curiosità. Se il 1040, top di gamma di Garmin, è il più utilizzato dai professionisti in allenamento, quando si tratta di gareggiare la scelta va sul 540 o l’840. Perché? A (quasi) parità di funzioni, lo schermo più piccolo vuol dire sì batteria limitata, ma anche 50 grammi in meno.
Le versioni dotate di tecnologia solar di Garmin Edge 540 e Edge 840 hanno prezzi di vendita suggeriti rispettivamente di 499,99 e 599,99 euro. Garmin Edge 540 non solar ha un prezzo di vendita consigliato di 399,99 euro, mentre Garmin Edge 840 non solar ha un prezzo di vendita consigliato di 499,99 euro.
Per informazioni: www.garmin.com/it-IT
Viaggi, risacche e corridori: un Giro di Sicilia al vento
testo: Tothi Folisi
Il mio presidio è uno scoglio soprannominato “scoglio nero” perché da qui più di una persona ha deciso di finirsi, c'è una vista meravigliosa e non ho mai ben capito quale sia la correlazione fra scenografia e dipartita, comunque da qui si vedono le isole Eolie e arrivati a metà Aprile un profumo di tutto quello che passa fra una mulattiera e la risacca.
Nel libro Viaggio in Sicilia, Ibn Jubayr, viaggiatore e poeta arabo-andaluso del 1100, così descrive questo tratto di costa siciliana: "Lasciammo vagare lo sguardo sui terreni e i villaggi che si susseguivano uno dietro l'altro e sulle fortezze in cima alle montagne e scorgemmo sul mare alla nostra destra nove isole [le Eolie] che si elevavano come montagne: da due di esse, poco distanti dalla costa della Sicilia, usciva continuamente fuoco e vedevamo salire fumo, che di notte appariva rosso acceso, con lingue che si innalzavano verso il cielo. È il famoso Vulcano. Ci fu detto che la fiamma viene fuori da spiragli nelle due montagne anzidette [di Vulcano e Stromboli], dai quali si sprigiona con violenza un soffio incandescente che si trasforma in fuoco e accade talvolta che vomiti una grossa pietra lanciata in aria dalla potenza di quel soffio che le impedisce di fermarsi e ricadere sul fondo. E questa, fra le cose che si sentono raccontare e che più suscitano stupore, è cosa vera".
Qui il vento è una costante da ricordare bene, Eolo lavora incessantemente per confondere e in qualche caso cambiare i programmi, la sua effige si trova spesso nelle mattonelle all'ingresso di alcune abitazioni soprattutto nella provincia di Messina, Vincenzo Albanese sembra saperlo, viaggia abbastanza tranquillo e la scritta sulla sua maglia Ciclamino sembra una struttura ricorsiva, correrà al Giro dopo essere stato fermo per molto tempo, dice che cercherà di fare di tutto per riprendersi quello che ha lasciato per strada e da questo Giro di Sicilia sembra sulla giusta rotta.
Da lontano si vede sbucare da una curva il gruppo come un grande falò in movimento, da un lato montagna, e dall'altro mare agitato, gonfio, con i gabbiani che sembrano incuriositi. Passano Damiano Caruso, Mark Cavendish, Rafał Majka, Elia Viviani, tutti con motivazioni diverse, nella stessa giornata uggiosa, nella stessa salita ventosa che si distacca dai cliché odiosi che vogliono quest'isola tutto sole e contentezza.
Questa terra, chi la conosce bene lo sa, ha un'anima nera, ama la penombra, le cose celate come quelle taciute, forse per proteggersi da troppa luce, ma l'incanto è simile a quello che hanno alcuni ciclisti, in quella calma che esita, quando non ci si vuole anticipare. E tutto questo somiglia al carattere introverso di alcuni suoi abitanti. Fisher-Black è un nome perfetto sia come pirata sia come guida turistica per le città arabo-normanne: è il primo a salire sul trono, porterà la maglia fino all'ultima delle 4 tappe, a Giarre arriverà quarto. Terzo il già citato Albanese, secondo il sudafricano Louis Meintjes e primo Alexej Lutsenko della Astana.
Vince dopo 424 giorni, vince dopo la salita dell'Etna perfezionando tutto sul finale. Intervistato, visibilmente stanco, confida di non aver avuto le forze per festeggiare. Nella sua ammiraglia c'è un signore che risponde al nome di Giuseppe Martinelli che di storie leggendarie ne conosce parecchie, lui che ha guidato Pantani, Nibali, Aru.
Bella questa quattro giorni, che si sta sempre più radicando in una regione che di campioni ne ha lanciati tanti, belli i luoghi desolati e quelli pieni di gente, le scolaresche che escono dalle aule per quei dieci quindici secondi di passaggio, il tempo prima e il tempo dopo, l'inconsapevolezza del passante con i sacchetti della spesa, la signora che si lamenta perché fermata dai vigili urbani, bello vedere passare un gruppo nelle strade della propria quotidianità. Quando passa l'auto del fine gara, resta solo il vento, che può essere, come chi va in bici sa benissimo, beatitudine o castigo eterno.
Foto: Sprint Cycling Agency
Dentro a MET
Lo sapevate che alcuni dei casci da ciclismo più sicuri e performanti, tra cui quello del campionissimo Tadej Pogačar, vengono progettati e testati a Talamona, in Valtellina? Abbiamo trascorso una giornata a scorrazzare per i corridoi, gli uffici e i laboratori di MET per scoprire tutta l'umanità che c'è dietro alla professionalità di chi ci lavora.
Interviste e voce: Claudio Ruatti
Sound design: Brand&Soda
Mattia De Marchi, un corridore diverso
La prima puntata della stagione 2023 è una chiacchierata ruvida e spettinata con Mattia De Marchi, corridore gravel e ultracyclist. Dal caldo e dal caos di un garage di Feltre, un viaggio a parole che ci porta in continenti e strade diverse, tra gioie, crisi e sogni.
L'ideale per rimettersi in viaggio.
Intervista e voce: Claudio Ruatti
Sound design: Brand&Soda
Dalle colline si vede il mare: GeoGravel Tuscany
Avete presente la "Ribollita"? Sì, parliamo di biciclette, non preoccupatevi, non di cucina, ma con Paolo Bettini partiamo proprio da questa ricetta: «Sai, si dice sia un piatto semplice da preparare. Non è difficile, ma se non sei attento, anche quelle "verdure ribollite" non prendono il gusto che vuoi. È un piatto povero dell'antica cucina toscana, ma non è detto che sia "facile" nel senso comune del termine». In realtà, l'analisi culinaria non si ferma qui: qualcosa di simile ci diciamo per il pane raffermo della pappa al pomodoro, per quel sapore che il "Grillo livornese" ben conosce, che saprebbe distinguere, perché anche per quello serve una cura particolare.
La stessa cura serve per pedalare, per entrare nella modalità gravel, che, in fondo, è un gioco di equilibri e sintonie.
In bilico tra questi equilibri, con l'orecchio teso a queste sintonie, si parla di GeoGravel Tuscany, delle sue strade grigie, ora e nel fine settimana del 23-24 settembre 2023 quando si svolgerà la prima edizione di quella che è un'autentica avventura, tra boschi inesplorati e lune che paiono calate in terra, ma in realtà sono solo strade non ancora percorse dai più, immerse nella solitudine. «Pedalare, anche lentamente-racconta Bettini- è comunque fare un minimo di fatica, perché stare fermo è sempre più comodo. Alfredo Martini me lo diceva sempre: "Sono quelle endorfine che liberi mentre fai un giro in bicicletta a farti stare bene. Si tratta della fatica bella: bisogna riconoscerla, costruirla, assaggiarla e viverla. Semplice, ma complesso, come sempre le cose facili».
Così, la fine di settembre, in Toscana sarà solo "viaggiare assieme", senza primi e ultimi, senza altro che la ricerca della capacità di apprezzare un viaggio per cui non servono parole: «Succede che pedali per minuti e minuti assieme a qualcuno, magari ore. Non si parla, semplicemente perché sei concentrato sulla strada, talvolta sui pensieri, eppure, appena ti fermi a una fontana, o ad un bar, trovi una confidenza che non capisci da dove sia nata. Da quel silenzio, posso garantirlo». Accadrà quando da una collina, in seconda, in terza fila, vicino ai boschi, ci si volterà e si vedrà il mare, perché la terra toscana sta anche in questo: in uno squarcio inaspettato, che, però, ritrovi quando più ne hai più bisogno.
Il freddo è meno freddo, perché, anche in inverno, cinque o sei gradi ci sono sempre: si può pedalare con le ruote "in spiaggia" a Cecina oppure a Bibbona, poi andare verso Bolgheri, quasi toccare con mano le vigne delle uve che danno gusto ai vini di qui, fino ai boschi, alle colline, ai parchi e ancora alle strade che portano sino a Siena, sino in Piazza del Campo. «Credo che ogni paesaggio- aggiunge Paolo Bettini- assomigli a un carattere: c'è chi ha necessità di vedere l'orizzonte libero e la linea del mare per prendere fiato e chi, invece, si trova bene nelle valli, fra i monti, che sembrano proteggere». Dalla macchia mediterranea ai castagni e ai faggi.
Quattro percorsi: il breve, nel mezzo della riserva naturale di Monterufoli, fra i borghi, il medio, fra gli uliveti, passando a Querceto, luogo di ricordi e vino, il lungo, da Pomarance a Bolgheri, tra mare ed entroterra e l'ultra. Ognuno con un desiderio particolare, ognuno con sensazioni già conosciute e sensazioni nuove da conoscere, da esplorare. Paolo Bettini, che ha calcolato di aver percorso più di un milione di chilometri in bicicletta nella sua vita, in questi boschi ha scoperto oltre settecento chilometri di strade in cui è possibile svoltare quando si è stanchi della quotidianità. Poi vi ha accompagnato amici e la sensazione di essere a casa si è ampliata ogni volta in cui, a metà pedalata, qualcuno gli si è affiancato e gli ha detto: «Ma quanto è bello qui?».
In quei momenti, alla sensazione di libertà, di felicità, si accostava un ricordo, che risale ai primi tempi, dopo la fine della carriera, ai giri con gli amici.
«Ad un certo punto, gli altri andavano e io mi fermavo da qualche parte, in un punto panoramico: stavo lì e guardavo. Alla fine, non vedendomi più, tornavano indietro.
"Paolo, tutto bene?"
"Sì, ma in che posti siamo? Guardate che meraviglia!"
E loro, fissandomi: "Paolo, nei posti di sempre. Questi panorami ci sono sempre stati, il fatto è che tu non avevi tempo per vederli, per guardarli”. Penso spesso a quella frase. Quanto è vero! C'è chi perde dei dettagli, io non coglievo nulla, in preda ai miei traguardi da raggiungere».
Sì, la natura ed il ritorno a ciò che è natura ed è naturale.
In primis, alla bicicletta usata come mezzo per spostarsi, per unire due luoghi, per permettere l'incontro di più persone e cercare un posto in cui prendere vento in faccia. Attraverso la lentezza, attraverso la sua velocità: senza forzare nulla. Genuino, sì, come la risata e la parlata toscana. Naturale come una festa e la musica che fa ballare. Naturale come il silenzio che appartiene a queste strade grigie e che, ogni volta, permette quella confidenza che nemmeno tante parole consegnano.
Il questionario cicloproustiano di Vittoria Guazzini
Il tratto principale del tuo carattere?
Testardaggine
Qual è la qualità che apprezzi in un uomo?
Onestà
Qual è la qualità che apprezzi in una donna?
Come per un uomo, l'onestà è una qualità fondamentale
Cosa apprezzi di più dei tuoi amici?
Il fatto che mi sopportino, non è facile, sono sincera. Mi stanno vicino nei momenti difficili e sono felici per me quando le cose vanno bene
Il tuo peggior difetto?
Spesso voglio aver ragione pur non avendola
Il tuo hobby o passatempo preferito?
Essendo molto spesso in viaggio, mi piace guardare serie tv/film o ascoltare musica in aereo o nelle camere d'albergo. A casa suono la chitarra
Cosa sogni per la tua felicità?
In primis la salute per me e le persone a cui voglio bene, poi, già che ci siamo, anche vincere un'Olimpiade
Quale sarebbe, per te, la più grande disgrazia?
Penso che al giorno d’oggi di disgrazie ce ne siano molte, basta accendere il telegiornale e sentire tutte le cattive notizie che vengono trasmesse. Parlando di quello che più mi riguarda: ogni giorno mi piacerebbe però vedere una maggiore sensibilizzazione sulla strada, sia da parte degli automobilisti sia da parte di noi ciclisti, che siamo i primi a dover rispettare le regole se pretendiamo che vengano rispettate anche dall’altra parte
Cosa vorresti essere?
Cosa non lo so, però avrei voluto essere un’attrice famosa ed andare a Hollywood. Mi accontento di fare la ciclista
In che paese/nazione vorresti vivere?
Italia senza ombra di dubbio, viaggiando così tanto mi rendo conto di quanto sia bello vivere nel nostro paese, pur apprezzando anche i posti in cui mi trovo
Il tuo colore preferito?
Verde
Il tuo animale preferito?
Delfino
Il tuo scrittore preferito?
Non leggo molti libri contemporanei, però mi ha sempre affascinato la Divina Commedia di Dante Alighieri
Il tuo film preferito?
Grease
Il tuo musicista o gruppo preferito?
Coldplay
Il tuo corridore preferito?
Alberto Contador
Un eroe nella tua vita reale?
Il mio babbo
Una tua eroina nella vita reale?
La mia mamma
Il tuo nome preferito?
Tommaso
Cosa detesti?
La falsità
Un personaggio della storia che odi più di tutti?
Ce ne sono tanti, non è quello che "odio" di più, ma non mi è mai stato simpatico Enrico VIII
L’impresa storica che ammiri di più?
Lo sbarco in Normandia
L’impresa ciclistica che ricordi di più?
Direi l'oro olimpico dei ragazzi del quartetto a Tokyo. Aver assistito dal vivo è stato qualcosa di incredibile
Da quale corsa non vorresti mai ritirarti?
Non è mai bello, ma, se devo scegliere, dico Giro delle Fiandre
Un dono che vorresti avere?
Teletrasporto
Come ti senti attualmente?
Bene
Lascia scritto il tuo motto della vita
Non ho un motto particolare, però come sfondo del telefono ho una frase: "Nothing worth having comes easy". Nel caso ogni tanto me lo dimenticassi