Sulla strada
Sulla strada diventano difficili anche i gesti più semplici. Due numeri: 77 e 152. Rispettivamente il dorsale di Alberto Bettiol e di William Barta, squadre diverse, stessa fuga, stessa galleria, prima della discesa dal Passo del Sempione. Piove, fa freddo, siamo a più di duemila metri, Bettiol prende la mantellina dall'ammiraglia e cerca di indossarla. C'è vento, una manica è già infilata, la parte posteriore, invece, sfugge. È Barta, che si sta alternando nella rotazione per tirare, a tenergliela ferma, a permettergli di vestirla. Sulla strada si parte per inseguire una fuga che ha già più di due minuti di vantaggio e si è solamente in due: Mirco Maestri e Mattia Bais. E ci si riesce. Perché sulla strada si fa quel che, ripensandoci, non si farebbe mai. Si pedala con la bronchite, come Alberto Dainese, si pedala faticando a respirare, sotto una pioggia che è castigo, febbre.
Sulla strada c'è un ragazzino da solo, i genitori devono essere vicini, ma il passaggio del Giro lo vede da solo. Da solo nel luogo in cui ha scelto di vederlo. Saranno pochi metri di distanza, ma non conta, è una delle prime decisioni, fuori da casa. Sulla strada c'è un treno che passa in mezzo alle montagne e la gente che si ferma a guardarlo. Sulla strada si scopre che una tettoia strettissima può proteggere da tanta di quella pioggia che non ci si può pensare e che gli usi delle cose sono una convenzione, perché sulla strada usi e forme si adeguano: si può usare un giornale per proteggersi dall'acqua o dal freddo, si può usare un muretto per guardare meglio, una pozzanghera per vedere il riflesso delle cose e saltarci dentro come se l'acqua non bastasse.
Sulla strada si è in balia di quel che c'è sulla strada, sole, vento, acqua, nebbia, ma non solo. Sulla strada si è in balia di quel che si è e che spesso si scopre proprio sulla strada, quando non si può fare altrimenti. Di Bruno Armirail avevamo parlato qualche giorno fa, per quel suo tentativo di inseguire una fuga ormai andata. Di Bruno Armirail parliamo oggi che in fuga è riuscito ad andarci e, a fine tappa, più di diciotto minuti guadagnati, gli sono valsi la maglia rosa. Quanto si sarà sentito sconfitto quella sera, quanto si sentirà felice, incredulo, orgoglioso di essere un ciclista, stasera.
Sulla strada si cresce, cresce la condizione. Basta guardare Alberto Bettiol, leone delle Fiandre, anche se Cassano Magnago è da tutt'altra parte. Fiero, maestoso. Ci prova e ci riprova, insegue, rientra, ha la gamba, buona, ottima, muscoli ribelli, quelli che servono a un ciclista. «Quando si ha questa gamba, bisogna vincere»: dice a fine tappa. Perché sulla strada si capisce che la strada non perdona. Sulla strada si possono ampliare orizzonti o restringere possibilità. Nel giro di pochi secondi, di alcuni metri.
Sulla strada ci sono ciclisti in ogni dove, perché la strada decide insieme agli uomini che la percorrono, anche quando sembra non possa sorprendere, stupire. C'è la volata lunghissima di Oldani, istinto puro, volontà sproporzionata. Ci sono Davide Ballerini e Toms Skujiņš che ripartono, con un'altra volata, anche quando non ci si può più credere. Sulla strada c'è Derek Gee che della fuga ha fatto casa, che fa su una strada ciò che gli uccelli fanno in cielo, lui che li osserva: migra, trasmigra, scopre, conosce, stagioni e persone. Sulla strada c'è Nico Denz: un urlo di gioia l'altro giorno, mani che ballano, a smuovere l'aria e l'acqua, oggi. La seconda volta fa lo stesso effetto della prima, non è vero che ci si abitua.
Sulla strada ci sono bagagli e rotelle che scorrono, verso una nuova città e un nuovo albergo. Verso un cielo in cui si vuole ritrovare l'azzurro e un letto vagabondo, da due settimane a questa parte. E allora? Prendiamo in prestito le parole di Kerouac, sulla strada.
«Dobbiamo andare e non fermarci mai finchè non arriviamo»
«Per andare dove, amico?»
«Non lo so, ma dobbiamo andare».
E noi andiamo.
Arrivando presto, per una volta
Entriamo e non c’è nessuno. Al centro congressi di Crans Montana una sala stampa enorme, allestita con tavoloni lunghi e tovaglie rosa, è tutta per noi. Nemmeno ai miei colleghi di podcast era mai successo di arrivare arrivare alla sede di arrivo addirittura prima della partenza della tappa, per primi in assoluto. Forse, scriverebbe Buzzati, siamo arrivati prima anche della notizia dell’arrivo di una tappa del Giro da queste parti.
È successo perché la tappa è stata accorciata, certo, ma non l’abbiamo vissuta poi così male: per una volta abbiamo potuto goderci il buffet senza dover ingurgitare più cose nel minor tempo possibile. Se non fosse stata una tappa frizzantina dal chilometro zero, avremmo pure passeggiato tra i laghetti che costellano le frazioni di Chermignon, Mollens, Montana e Randogne.
Varie comodità a parte (il sogno impossibile resta quello di poter introdurre cibo in sala stampa), non mi piace stazionare in sala stampa: sono posti sempre diversi ma uguali, palestre o scuole, allestiti sempre con le stesse cose. La cosa più significativa successa finora nelle 13 sale stampa del Giro 2023 è la gradita apparizione di Gianni Savio l’altro ieri. Per il resto, nulla da segnalare. Non è di nessuna utilità o praticità se non per avere sedie su cui sedere, tavoli su cui appoggiare il pc e un pozzetto refrigerato contenente svariati pacchi d’acqua ufficiale del Giro.
In sala stampa, soprattutto, non si possono fare le due cose che, penso, contraddistinguono GIRONIMO, il podcast giornaliero che facciamo con Alvento e Shimano dalle strade del Giro: parlare coi corridori e conoscere, addentrarsi nei luoghi e nelle storie della corsa. Non è, questo, un elogio a un giornalismo di strada, che deve stare tra la gente giusto per il gusto di fornire una presunta voce del popolo. Né il nostro è l’unico modo di fare questo lavoro. Eppure, mi sento dire, è quello meno impolverato e stantio, quello che più riesce a far fruttare il privilegio di poter seguire tutto il Giro in loco.
Poi certo, ognuno il ciclismo lo pratica e lo vive, lo ascolta e ne parla, come vuole. E va benissimo così, basta che di mezzo (anzi, come mezzo) ci sia una bicicletta..