Entriamo e non c’è nessuno. Al centro congressi di Crans Montana una sala stampa enorme, allestita con tavoloni lunghi e tovaglie rosa, è tutta per noi. Nemmeno ai miei colleghi di podcast era mai successo di arrivare arrivare alla sede di arrivo addirittura prima della partenza della tappa, per primi in assoluto. Forse, scriverebbe Buzzati, siamo arrivati prima anche della notizia dell’arrivo di una tappa del Giro da queste parti.

È successo perché la tappa è stata accorciata, certo, ma non l’abbiamo vissuta poi così male: per una volta abbiamo potuto goderci il buffet senza dover ingurgitare più cose nel minor tempo possibile. Se non fosse stata una tappa frizzantina dal chilometro zero, avremmo pure passeggiato tra i laghetti che costellano le frazioni di Chermignon, Mollens, Montana e Randogne.

Varie comodità a parte (il sogno impossibile resta quello di poter introdurre cibo in sala stampa), non mi piace stazionare in sala stampa: sono posti sempre diversi ma uguali, palestre o scuole, allestiti sempre con le stesse cose. La cosa più significativa successa finora nelle 13 sale stampa del Giro 2023 è la gradita apparizione di Gianni Savio l’altro ieri. Per il resto, nulla da segnalare. Non è di nessuna utilità o praticità se non per avere sedie su cui sedere, tavoli su cui appoggiare il pc e un pozzetto refrigerato contenente svariati pacchi d’acqua ufficiale del Giro.

In sala stampa, soprattutto, non si possono fare le due cose che, penso, contraddistinguono GIRONIMO, il podcast giornaliero che facciamo con Alvento e Shimano dalle strade del Giro: parlare coi corridori e conoscere, addentrarsi nei luoghi e nelle storie della corsa. Non è, questo, un elogio a un giornalismo di strada, che deve stare tra la gente giusto per il gusto di fornire una presunta voce del popolo. Né il nostro è l’unico modo di fare questo lavoro. Eppure, mi sento dire, è quello meno impolverato e stantio, quello che più riesce a far fruttare il privilegio di poter seguire tutto il Giro in loco.

Poi certo, ognuno il ciclismo lo pratica e lo vive, lo ascolta e ne parla, come vuole. E va benissimo così, basta che di mezzo (anzi, come mezzo) ci sia una bicicletta..