Paf! e sciaf! da dove arriva arriva il vento fa male. Sberloni in faccia e di lato, meglio quando arriva da dietro, ma tant’è, quello succede di rado. Da qualche parte qualcuno sostiene, scherzando, ma fino a un certo punto: “A cosa serve una tappa di montagna quando ci sono i ventagli?”. Un disastro ieri alla Parigi-Nizza. Un disastro proprio grazie ai ventagli. Un disastro, macché, per noi comodi comodi, uno spettacolo.
Se qualcuno si chiedesse cosa sono i ventagli, la foto che abbiamo scelto è emblematica. Il gruppo si mette “a ventaglio”, come si usa dire, una sorta di fila sfalsata: lo fa nei tratti di rettilineo che se non ci fosse vento trasversale sarebbero momenti di ordinaria quotidianità in ufficio, come aspettare una e-mail, riempire dei fogli di calcolo o tradurre un testo, e invece è un imprevisto o meglio, avviene tutto all’improvviso, perché già dalla mattina si diceva : “Oggi, occhio ai ventagli!”.
E allora quando inizia a soffiare il vento vedi davanti a fare la selezione le squadre meglio attrezzate, più leste, con quei corridori abituati a schierarsi all’attacco non appena c’è sentore di brezza, e a fare a pugni con uno degli agenti atmosferici più particolari quando parliamo di ciclismo. Più odiosi in assoluto quando andiamo in bicicletta – il vento in faccia è insopportabile, a volte persino più della pioggia.
Se il gruppo fosse un elemento unico sembrerebbe messo di traverso, corridori uno di fianco all’altro, per rendere la vita difficile agli avversari che li vedi sbandare, fare equilibrismi per stare in piedi o per prendere la ruota giusta. E abbiamo detto che ci sono le corazzate dei passistoni, ma c’è anche una costante che resta inspiegabile. Quando ci sono i ventagli, Nairo Quintana da un po’ di anni è uno dei più bravi a starci dentro, a dare una mano, una sorta di gatto con i superpoteri; anche ieri si staccavano fior di ciclisti che venivano erosi dal vento come fossero dimenticabili sassolini, e lui stava lì attaccato scegliendo la ruota giusta di volta in volta. Uno spettacolo.
Uno spettacolo vedere una tappa così, tanto che alla fine ci viene anche da chiedere: cosa c’è di più Alvento di un ventaglio?