Quest’anno la Milano-Sanremo è di tutti coloro che hanno paura, tanta, ma anche un poco di coraggio. Di tutti coloro che temono i cambiamenti e passano notti insonni, attendendo una mattina che non arriva. Ma poi li accolgono, perché l’esistenza cambia e non saranno le nostre futili resistenze a impedirglielo. Di chi alzandosi dal letto ha il coraggio di lavarsi la faccia e andare in cucina a far colazione. In certi giorni sembra davvero impossibile. Delle tante persone a cui continuiamo a dire che anche per loro, un domani, la vita cambierà e non ci credono perché per loro è sempre stata così. È di chi sa che, in fondo, la bellezza è nelle sensazioni, nei ricordi, nell’immaginazione, nell’immedesimazione e nelle parole che usiamo per raccontare. Di chi sa che, se si vuole, un briciolo di bellezza la si trova quasi ovunque e serve per farci coraggio. Di chi aspetta un ritorno o una partenza e ha un pezzo mancante.

È di chi l’ha sempre vista in strada e oggi si è dovuto sedere sul divano, davanti al televisore, e, visto che si sentiva infelice, ha aperto la finestra e ha creduto di sentire il fruscio del gruppo che scorre. Di chi si è sentito escluso dal cambio di percorso. Di chi non ha mai potuto andare a vederla e oggi l’ha vista dalla finestra di casa e non sa ancora spiegare cosa sia successo. Di quei bambini che sono corsi giù dal letto, come fosse la notte di Natale, chiedendo ai genitori quanto mancasse al passaggio e quando hanno saputo che non potevano stare in strada hanno preso le loro biciclette e si sono inventati una volata nel cortile. E la telecronaca l’hanno immaginata. Degli infermieri che hanno accompagnato qualche anziano nella sala dell’ospedale e hanno cambiato canale “per vedere la corsa”. Dei nonni che l’hanno vista con i nipoti in braccio. È di chi è scattato al chilometro zero, perché delle cose bisogna aver voglia. E quando si ha voglia di qualcosa, le si corre incontro. Ovunque sia.

La Milano Sanremo 2020 è di Wout Van Aert che l’ha vinta sul traguardo, al cardiopalma. Di questo ragazzo che riassume forse tutte le sfaccettature raccontate. È dei genitori di Wout che non ci vogliono credere ma è vero. È tutto vero. È di Via Roma e del silenzio che c’è oggi vicino al mare. È di Matteo Trentin che è caduto e si è dovuto ritirare e un ciclista non si ritira mai se ha anche solo un barlume di speranza. È di Ciccone, di Conci, di Mosca e anche di Vincenzo Nibali perché ci hanno provato. È di tutti quelli che si sentono figli, fratelli, sorelle e vecchi zii di questa corsa. Tanto è il bene che le vogliono. È di chi ha già iniziato il conto alla rovescia per la Milano-Sanremo del prossimo anno. Perché non vede l’ora di tornare lì. Lì dove il cuore batte ed il mare sussurra.

Foto: Bettini