Ancora niente World Tour, ma, nella settimana in cui è passato San Valentino, siamo qui a parlare di amore: Egan Bernal e Ivan Romeo, c’è pure assonanza.
Egan Bernal tornato alla vittoria è un fatto tutt’altro che banale ed è quello che ci interessa. Quando taglia il traguardo nella prova in linea del campionate nazionale colombiano si lascia andare e mima con le mani, gesticolando, il cuore. Forse dedicato a qualcuno oppure gli sarà venuto fuori così, in un impeto d’amore e passione; forse non importa perché a volte ci sono delle vittorie che hanno un sapore diverso a seconda di chi le ottiene e da come arrivano.
A Egan Bernal abbiamo imparato a volere bene, da subito. Abbiamo studiato il suo passato, da dove arriva. La sua storia la conosciamo e l’abbiamo raccontata in diverse salse. Lo abbiamo tifato, al Giro d’Italia del 2021, quando vinse, senza stravincere, perché già quella volta subentrarono gli scricchiolii alla schiena che ne hanno condizionato una buona parte di carriera. Abbiamo tutti negli occhi l’immagine di Daniel Felipe Martinez che lo sprona in un momento di difficoltà, sembrò affondare e invece restò a galla. Quel Giro d’Italia fu la sua ultima vittoria per anni. Bernal che, quando iniziò a farsi vedere nel 2018 sembrava destinato a dominare, ma il futuro non è mai una pagina scritta ben chiara. A volte quell’inchiostro è come uno scherzo che tende a consumarsi, a scomparire.
Nessuno avrebbe mai immaginato le pieghe che avrebbe preso la sua vita, quell’incidente nel gennaio del 2022 che poteva cancellarlo via per sempre e poi rischiò di spezzarne la carriera. Si è rimesso e tempo ce ne ha messo per ritornare ad alzare le braccia al cielo. Parafrasando Orwell, ci sono vittorie e vittorie e questa è più vittoria di altre – ci sia perdonata la formuletta semplice semplice.
E siccome si parla d’amore non potevamo che omaggiare il suo ritorno al successo 1347 giorni dopo quella volta al Giro d’Italia. Ha conquistato il titolo nazionale a cronometro, vincendo poi, due giorni dopo, anche la prova in linea, su un tracciato impegnativo, come sono sempre impegnativi i tracciati che si trovano in Colombia, 237 km che non davano scampo. Se n’è andato nel finale con Diego Camargo – dopo un grande lavoro dell’amico e compagno di squadra Rivera. Ha staccato Camargo e ha vinto, ha mostrato il cuore, ci ha fatto gioire, e all’improvviso, così pare, lo vedremo al Giro. La scelta è quella giusta, non per nostro egoismo, ma per Bernal: tornare competitivo e mostrarlo al Giro è un conto, andare al macello al Tour è un altro.
Lo ritroveremo dalle prossime gare riconoscibilissimo con la maglia di campione colombiano: un regalo che si è fatto, che ci ha fatto, che ha fatto alla sua famiglia, a Ronald, suo fratello, che lo ha applaudito commosso sotto il palco. Come accadeva 6 anni fa al Tour. Lo rivedremo alla Strade Bianche dove ci fece ammattire nel 2021 in quella che fu una fuga con tutto il meglio del ciclismo e che a vederla oggi sembra il prologo di ciò che sarebbe avvenuto gli anni dopo, quasi un manifesto o un teorema.
Sarà presente nelle prossime settimane alla Tirreno-Adriatico: si testerà sui 9.9 km della cronometro. Come ha raccontato di recente il suo allenatore, il suo rendimento in una prova contro il tempo e con atleti di alto livello sarà il termometro di come sta veramente Bernal. Lì non si potrà mentire.
Abbiamo accennato che, in una puntata in cui si parla d’amore, non potevamo esimerci dal nominare Ivan Romeo. Il campione del mondo tra gli Under 23, vincitore anche di una bella tappa al Tour de l’Avenir, oltre al nome che richiama romantiche tradizioni, è uno spilungone che va forte ovunque e comunque come successo di recente in una tappa della Volta Comunitat Valenciana. Di solito gli piace andare all’attacco scrollandosi di dosso la compagnia altrui. Più che un egoista è un solitario, uno che probabilmente farebbe il guardiano del faro, vivessimo in un’altra epoca. Ama la fuga, ama la montagna, ama la cronometro, ama le azioni da lontano, ma anche quelle in prossimità del traguardo: gli basta sentire un ronzio nella testa e un prurito nelle cosce e se ci aggiungi un cavalcavia lui parte e va. Noi lo amiamo già. Anzi li amiamo. Forza Romeo, forza Bernal.