È stata una giornata perfetta, al Giro d’Italia. Perfetta per il disegno: un finale mosso, con splendidi muri, in posti da urlo, come le selvagge e verdissime gole del Furlo. Perfetta per la logistica: per i tifosi che si sono assiepati sui Cappuccini per vedere due passaggi della corsa, per i tifosi che a Fossombrone hanno potuto vederne fino a quattro, per i giornalisti che hanno goduto di una rara vicinanza tra sala stampa, arrivo e bus delle squadre. Perfetta perché a Pontedazzo di Cantiano abbiamo incontrato tante persone: alcune ci hanno offerto un’amatriciana, altre ci hanno invitato davanti al loro camino. Tutte erano lì, assieme alle altre, per il Giro d’Italia.

È stata una giornata perfetta perché – l’elenco non è finito, anzi dura ancora un po’ – dopo sei partenze consecutive stamattina l’abbiamo presa su dolce, come si dice dalle mie parti, evitando la partenza di Terni. Non siamo, però, andati dritti all’arrivo: ci siamo immessi nel percorso in località Osteria del Gatto (PG), attraverso una stradina sterrata con buche grosse come piccoli laghi.

È stata una giornata perfetta perché, sulla salita dei Cappuccini, abbiamo incontrato un gruppo di amici di vecchia data. Si sono radunati per passare assieme il weekend: sia per pedalare loro che per veder pedalare altri. Il loro sorriso e la loro eccitazione, siccome di questo Giro vedranno solo una tappa, è stata spontanea e contagiosa.

In ultima istanza, ecco, è stata una giornata perfetta al Giro perché non ho nemmeno le parole per descriverla meglio di così, per ricordare chi ha guadagnato su chi, chi si è staccato, chi ha vinto e chi ha perso. Mi ha solo reso felice, e tanto basta.