Plumelec, Herning, Glasgow, Alkmaar, Plouay e Trento: che cos’hanno in comune queste città? Facile, visto il tema del dibattito, sono (state e saranno nel caso di Trento) le sedi dei Campionati Europei di ciclismo da quando, nel 2016, la manifestazione si è aperta ai professionisti.
Sagan, Kristoff, Trentin, Viviani e Nizzolo: e loro chi sono? Cinque tra i corridori più resistenti ed esplosivi del gruppo, a sprazzi qualcuno di loro persino il numero uno al mondo; quel tipo di corridori che se li vedi di fianco faresti bene a scrollarteli di dosso sapendo che ti potrebbero battere quattro volte e mezzo su cinque allo sprint. Sì, ma vogliamo sapere di più; entrando nell’argomento, chi sono? Ancora più facile: sono i cinque vincitori delle prime cinque edizioni degli UEC, i campionati europei, con Nizzolo, vincitore uscente, che non difenderà sulle strade di Trento la sua maglia bianca con una striscia celesta, una blu, un’altra azzurra e le stelline gialle: i colori che rappresentano l’Europa. Un po’ a sorpresa, infatti, è rimasto fuori dagli otto scelti dal CT Davide Cassani.
Lo scorso anno, in Francia, proprio Nizzolo fu il terminale offensivo di una nazionale che corse alla perfezione, come per altro accadde nelle due precedenti edizioni; il velocista milanese infilò Démare, Ackermann e van der Poel sulla linea del traguardo dopo essere stato magnificamente pilotato da Ballerini, andando a chiudere una splendida doppietta: aveva conquistato il tricolore esattamente tre giorni prima.
Nel 2019 fu Viviani il goleador azzurro sul percorso di Alkmaar. Il velocista veronese visse una delle migliori stagioni in carriera e quel giorno, senza troppi dubbi, corse la sua miglior gara di sempre su strada. L’Italia, come al solito, si mostrò decisa e compatta, portò fuori la fuga decisiva e poi si affidò a un Elia tirato a lucido. Nel vento olandese il plurimedagliato olimpico andò via con Lampaert e Ackermann; rimase solo insieme al belga per poi batterlo allo sprint, vincendo praticamente per distacco con la risolutezza di un cacciatore di classiche navigato.
Del 2018 – poi indietro non torniamo più, promesso – si ricorda una delle edizioni più spettacolari con un podio che a rivederlo oggi fa quasi paura: Matteo Trentin, nel circuito di Glasgow, tra pioggia e una planimetria degna di uno slalom speciale, sconfisse Mathieu van der Poel e Wout van Aert che ancora all’epoca non erano, almeno su strada, sul fango sì, quei due Dioscuri che conosciamo oggi. Fu un’edizione spettacolare, snobbata da diversi big, ma indimenticabile per i nostri colori.
L’Italia, dunque, dopo aver vinto le ultime tre edizioni, si appresta così a ospitare un evento che anno dopo anno cresce d’importanza all’interno del calendario internazionale diventando così riferimento e appuntamento (quasi) da non perdere anche per i professionisti – basta vedere alcuni dei nomi presenti nella starting list.
E Trento, per gli Europei 2021, come vedremo a breve, mette in campo uno scenario estremamente affascinante dal punto di vista del paesaggio e complicato da quello tecnico; il percorso sarà, senza nemmeno farlo apposta, ancora un dolcetto da gustare per quei corridori simil-Sagan vecchia maniera, quelli che abbiamo già definito esplosivi, veloci e resistenti. Ma attenzione, come vedremo, diverse nazionali quelle ruote veloci ed esplosive le lasceranno a casa (chi per scelta tecnica, chi per prepararsi verso il Mondiale che si correrà settimana prossima) portando corridori che fanno della corsa d’attacco il loro mantra. Altre addirittura infarciscono il proprio roster di scalatori e scattisti. Le premesse per vederne delle belle e per variare le chiavi di lettura della gara ci sono tutte.
E toccherà a loro, ma non solo, mettere in strada il meglio che avranno nelle gambe e nella testa il 9 e il 12 settembre del 2021 per la cronometro individuale e poi per la gara in linea, come sempre l’appuntamento clou di ogni manifestazione ciclistica di questo tipo.
Sarà l’occasione anche per vedere le giovani speranze del vecchio continente: si partirà l’8 settembre con le prove a cronometro dedicate agli juniores, ragazzi e ragazze, e la staffetta mista dove l’Italia parte con ambizioni importanti. Il giorno dopo invece il menù sarà ricco che più ricco non si può con ben quattro gare contro il tempo: crono donne Under 23, crono donne élite, crono uomini Under 23 e infine a chiudere la giornata la crono individuale uomini élite su un percorso di soli 22,4 km.
Dal giorno 10 si cambia: il cronometro servirà, ma fino a un certo punto. Niente più prove contro il tempo: la tre giorni finale sarà dedicata a quelle che sono indubbiamente le gare più affascinanti, quelle in linea. Si parte venerdì con le due corse dedicate agli junior, maschile e femminile. La giornata si chiuderà con la gara Under 23 femminile, categoria un po’ di mezzo, visto che a tutti gli effetti durante la stagione nel circuito di gare donne, non esiste.
Sabato? Uomini under 23 e donne élite a fare da antipasto alla gara di domenica: la prova in linea uomini.
I PERCORSI
Parlando proprio della prova su strada maschile: 179,2 km, non troppo lunga, siamo abituati a ben altro, ma proprio per questo motivo si apre a diversi scenari. La prima parte, di 73 km, sarà un tratto in linea con partenza da Trento: Piazza del Duomo quella non ufficiale, il km 0 in Corso del Lavoro e della Scienza. I primi 61 km induriranno le gambe dei corridori con le salite di Cadine e Vezzano, quello di Vigo Cavedine e poi su verso il Bondone che si affaccia sopra Trento, precisamente si arriverà fino ai 1040 metri di Candrai. Da lì, giù verso Trento da dove partirà il circuito che caratterizzerà tutte le altre gare in linea in programma con la salita del Povo da affrontare per ben otto volte.
Lo strappetto, a noi che lo abbiamo provato, lo ammettiamo, ha fatto del male, ma gli atleti lo supereranno più o meno agevolmente (3,6km al 4,7% difficilmente potrà mettere paura ai corridori più forti) una salita che faranno di rapporto e che nel momento clou scaleranno in sette, massimo otto minuti. L’ultimo passaggio sarà quello decisivo perché proietterà verso le medaglie. Resta da capire come verrà intepretata una corsa breve e con un circuito così particolare.
Per certi versi il tipo di percorso – al netto di un centinaio di chilometri in meno – può essere tagliato per corridori “da Sanremo” come li abbiamo già definiti: veloci per il finale, ma anche esplosivi in caso di attacco all’ultimo giro. Dopo la salita, una discesa velocissima, dritta, un altro strappetto prima di arrivare di nuovo in centro città. Da lì diverse curve, un paio a gomito che immettono verso il breve rettilineo d’arrivo che presenta un coefficiente di difficoltà da non sottovalutare: fondo in lastricato che in caso di pioggia risulterebbe ancora più insidioso. Il percorso non darà respiro: giro dopo giro, infatti, superando la linea del traguardo dopo circa 1 km si tornerà a salire. Difficile l’interpretazione e, difficile da capire chi, in ogni categoria, potrebbe essere l’uomo da battere.
Per quanto riguarda tutte le altre gare, invece, il percorso è interamente cittadino. Le sei cronometro individuali si disputeranno sulla medesima lunghezza e per le vie della città: 22,4 km. È vero, per i professionisti è un chilometraggio limitato, ma potrebbe stare proprio qui il fascino della corsa. Prova velocissima che esalterà i passistoni capaci di volare via nell’esercizio breve e a grandissime velocità.
Anche da un punto di vista planimetrico tutto sembra spingere verso medie da record. Interessante il fatto che, disputandosi tutte e sei le cronometro individuali sulla medesima distanza (la prova a squadra che chiuderà il programma di giovedì 8 sarà su due giri del percorso) si potrà fare anche un confronto tra i tempi delle diverse categorie: sicuramente qualche prestazione a sorpresa e che farà dibattere non dovrebbe mancare.
Se la prova in linea dei professionisti avrà una parte fuori città, tutte e cinque le altre gare in linea invece si disputeranno all’interno del circuito che abbiamo descritto sopra. 14,8 km da percorrere 5 volte per le junior, 6 volte per le under 23, 8 volte per gli junior e le élite, 10 volte per gli under 23. La selezione e l’esito finale dipenderà anche dal meteo: in caso di pioggia occhio al fondo stradale che in città (e sul ciottolato finale) può fare male; occhio pure alle curve che immettono alla linea d’arrivo: tecniche e adatte a chi, in caso di gruppetto, avrà gambe e coraggio per anticipare.
PROVA IN LINEA ELITE MASCHILE (domenica 12 settembre – partenza ore 12.30 – arrivo ore 17 circa)
Un pranzo solitamente inizia dall’antipasto, o ancora meglio: da inviti e prenotazioni. Da un’idea di menù. Nel nostro caso, svelati i piatti ci tuffiamo subito sulla portata principale: la prova in linea di domenica 12 settembre. Ci ha stupito un po’ scorrere la starting list e vedere l’assenza di diversi corridori veloci che su un percorso di questo genere si sarebbero potuti esaltare, ma evidentemente le scelte dei tecnici mirano a una corsa con un disegno più imprevedibile e fatto di possibili attacchi da lontano. Oppure si pensa che su uno dei passaggi sul Povo qualcuno abbia le gambe per portare via di forza una fuga verso l’arrivo. Quello che è certo è che saranno moltissime le squadre che non vorranno arrivare allo sprint. Oltretutto il circuito si correrà per tre quarti in salita e discesa, pianura sarà pochissima e quella che ci sarà, sarà fatta di curve e di un tratto in ciottolato.
L’Italia, in quanto tri-campione uscente e nazione ospitante, non può che fregiarsi del titolo di nazionale di riferimento. Oltretutto sarà il penultimo grande torneo con Cassani alla guida e gli Azzurri hanno per questo tutta una serie di motivazioni in più. Dopo aver appreso con stupore l’assenza del campione in carica Nizzolo, l’idea principale è che si andrà per Sonny Colbrelli. Il campione italiano ha mostrato in questa stagione di poter ambire a ripetere l’impresa di Nizzolo nel 2020 che, come detto in precedenza, nel giro di pochi giorni sopra la maglia tricolore indossò quella da campione europeo. Oltretutto Colbrelli arriva da una vittoria al Tour of Benelux conquistata con uno strapotere che di recente si è vista di rado da parte di un corridore italiano.
In seconda battuta un Matteo Trentin che un titolo europeo lo ha già vinto, uno mondiale lo ha sfiorato e che esce da una Vuelta chiusa in crescendo. Con loro Diego Ulissi, adattissimo al chilometraggio ridotto e dotato di spunto veloce e Andrea Bagioli anche lui in arrivo dalla Vuelta e dunque con un ritmo gara che potrebbe anche tenerlo davanti nelle fasi più importanti. Quattro corridori messi in ordine di punta di velocità che potrebbero dire la loro qualora si dovessero trovare all’interno di un gruppetto ristretto nei momenti concitati e decisivi. Gli altri quattro azzurri spaziano dal talento ancora non del tutto mostrato di Gianni Moscon, carta da giocare in caso di attacco nel finale, ma utile anche se si dovesse tenere chiusa la corsa o ricucire per gli sprint dei compagni di squadra, fino al talento già invece ampiamente espresso di Filippo Ganna il quale presumibilmente sarà chiamato a tenere l’andatura o gli attacchi insieme a Giovanni Aleotti, che da neoprofessionista corona una stagione sopra le righe con una maglia azzurra. Infine Mattia Cattaneo, premiato per un’ottima stagione e anche lui probabilmente inserito per far fatica. Certo la caratura di tutti e otto ci fa ben sperare per una medaglia. Detto fuori dai denti: qualsiasi risultato dovesse arrivare al di fuori dei primi tre, sarebbe da prendere con delusione. Quello che non dovrebbe scarseggiare sarà lo spirito di squadra, sarà la voglia di dare spettacolo e mettere in mostra la maglia azzurra: in tutti gli anni della gestione Cassani (a parte qualche eccezione, vedi ad esempio Imola), l’impegno, il coraggio e la fantasia sono stati sempre presenti.
Le altre nazionali (assente ingiustificata la Gran Bretagna che avrebbe potuto schierare tra gli altri un Ethan Hayter in grande condizione) invece, se escludiamo la Norvegia con Kristoff, la Slovacchia con Sagan, la Spagna con Garcia Cortina e la Germania con Walscheid, sembrano orientate decisamente a una corsa tutta d’attacco.
Il Belgio ha l’attaccante dalla media distanza per antonomasia: Remco Evenepoel. Da valutare però la forma con cui arriva. Infatti, dopo un agosto da bambino prodigio qual è, Evenepoel qualche giorno fa si è ritirato dal Tour of Benelux per un malanno. Con lui Dylan Teuns per provare a partire sulla salita di Povo e portare via un gruppetto, mentre Gianni Vermeersch è la loro carta veloce, Philippe Gilbert quella di grande esperienza e da non sottovalutare (di recente sembra davvero un buon Gilbert), e Victor Campenaerts un outsider da temere: sta andando fortissimo quest’anno e al Giro ha lasciato la sua stramba impronta. Harm Vanhoucke, invece, è uno scalatore puro nato per attaccare da lontano, con lui Ben Hermans con un’idea simile. A chiudere il giovane Stan Dewulf corridore tagliato per le corse di un giorno e che mira a vestire i panni della carta a sorpresa, magari con una bella stoccata da finisseur.
L’Olanda punta su Bauke Mollema: servirebbe corsa durissima e forse un chilometraggio maggiore per esaltarlo, ma come sottovalutare il levriero di Groeningen? In caso di giornata calda occhio a lui. Ide Schelling è uno dei nomi nuovi tra i puncheur di quest’annata, ma ha bisogno di partire al momento giusto. Timo Roosen, Jan Maas (chiamato all’ultimo momento al posto dell’infortunato van Baarle), Koen Bouwman e Niki Terpstra sono qui a lavorare per gli altri, o per qualche fuga poco sanguinosa a fini del risultato finale, mentre Nick Van der Lijke è un po’ il nome che non ti aspetti. La sua convocazione è figlia però di un’annata positiva che ci fa domandare come mai corra ancora per una Continental danese. Sarà lui la ruota più veloce nel comparto orange.
Abbiamo detto di una Slovacchia tutta per Peter Sagan: con la presenza dei fedelissimi Juraj (suo fratello) e Baska. L’ex campione del mondo è stato anche il primo vincitore della storia dell’Europei per professionisti e nelle ultime uscite, dopo aver firmato per il prossimo triennio con la francese Total Direct Energie, sembra aver acquisito nuova linfa. In caso di sprint ristretto a 25/30 corridori è sicuramente una delle ruote più veloci del carrozzone, ma la domanda da porsi è: riuscirà Sagan a restare agganciato a un gruppo così ristretto?
E abbiamo anticipato di una Norvegia che schiera un pezzo da novanta come Alexander Kristoff. Anche lui come Sagan ha già vinto un titolo europeo (esono le uniche due vittorie non italiane), preferirebbe freddo e magari un chilometraggio decisamente superiore ai 250 km (più è dura e più lui emerge), ma pure nel suo caso potarselo allo sprint sarebbe quanto meno pericoloso per gli altri. La nazionale scandinava (che come vedremo in seguito punta a fare incetta di medaglie nelle categorie giovanili), schiera una squadra affidabilissima che si farà trovare davanti in ogni fase di gara: Andreas Leknessund in caso di corsa dura o fuga dalla media o lunga distanza, Sven Erik Bystrøm è qualcosa in più del fratello di armi di Kristoff. Se puntate a un nome diverso per il podio, quello del ventinovenne di Haugesund, ex campione del mondo tra gli Under 23, fa proprio al caso vostro.
Ci sarà al via anche Odd Christian Eiking, che chissà che l’onda lunga di una storica Vuelta non lo porti a fare risultato anche qui, mentre Markus Hoelgaard e Kristian Aasvold vedono premiata una stagione di grande qualità e potrebbero essere pericolosissimi da portare allo sprint. Verosimilmente, però, si lavorerà tutti per Alexander Kristoff.
La Francia, come il Belgio, sceglie di non portare velocisti, anzi fa qualcosa in più: porta persino scalatori. Ed è infatti molta la curiosità intorno alla nazionale di Voeckler. Come si giocheranno le loro carte Thibaut Pinot e Romain Bardet? Aurelien Paret-Peintre veloce e resistente, è l’uomo giusto in caso di sprint ristretto mentre Franck Bonnamour (che all’ultimo ha sostituito G.Martin) è corridore uscito benissimo dal Tour de France e potrà farsi vedere in fuga, ma i gradi di capitano, su un tracciato nervoso, ma non impossibile, potrebbero dividersi tra la Bretagna di Warren Barguil e Valentin Madouas e soprattutto la Normandia di un Benoît Cosnefroy in grandissimo spolvero dopo il successo di Pluoay. Cosnefroy è, per chi scrive, probabilmente il favorito assoluto.
La Spagna arriva un po’ in sordina vista l’assenza di Valverde caduto alla Vuelta; una Vuelta che restituisce diversi ritiri illustri come Luis Leon Sanchez o Landa, e costringe Aranburu – adattissimo al percorso – al forfait e dunque punterà tutto sulla buona vena del veloce Ivan Garcia Cortina, su David De La Cruz (anche se il tracciato nongli si addice) e sui fratelli Gorka e Ion Izagirre. Da seguire con attenzione Roger Adrià della Kern e Antonio Soto della Euskaltel, due nomi meno conosciuti al grande pubblico, ma di sicuro prospetto. Restando nella penisola iberica la scelta del Portogallo verte tutta su uomini affidabili, resistenti, esplosivi come Joao Almeida (capitano) e Rui Costa (vice). I due saranno affiancati da Ruben Guerreiro (da non sottovalutare andasse in fuga), i passisti Andre Carvalho, Nelson Oliveira e Rui Oliveira, e Rafael Reis uno dei grandi mattatori della recente Volta a Portugal.
Per l’Austria i nomi più interessanti – ma non gli unici – saranno Marco Haller (in caso di sprint ristretto), Michael Gogl e Tobias Bayer per una corsa selettiva, Alexandre Riabushenko sarà il capitano della Bielorussia, mentre Mihkel Räim (occhio a lui in caso di volata) e Rein Taaramäe guideranno l’Estonia. L’Ungheria avrà Attila Valter – in maglia rosa per qualche giorno al Giro quest’anno – e la Polonia con diverse assenze punta sul veloce Pavel Bernas; la Svizzera sarà tutta per Marc Hirschi, che nelle ultime settimane sta crescendo, anche se pare ancora lontano dai livelli del 2020, ma tra i selezionati figura anche uno dei corridori più in forma di questo 2021: ovvero Gino Mäder. e infine nell’Ucraina l’uomo di spicco sarà Mark Padun.
Mancano ancora le conferme ufficiali dei corridori che difenderanno i colori di Spagna (Garcia Cortina), Danimarca (Asgreen e Cort Nielsen), Germania (Walscheid e Steimle) e Slovenia (Pogačar, Mohorič e Roglič), tra le nazionali più importanti al via. Aggiorneremo l’articolo mano a mano che i nomi saranno ufficializzati.
LE STELLINE DEI FAVORITI
⭐⭐⭐⭐⭐ Cosnefroy
⭐⭐⭐⭐ Colbrelli, Pogačar
⭐⭐⭐ P.Sagan, Kristoff, Evenepoel
⭐⭐ Almeida, Trentin, Bagioli, Teuns, Mäder
⭐ Mollema, Bystrøm, Haller, Schelling, Guerreiro, Dewulf, Pareit-Peintre
ÉLITE DONNE (sabato 11 settembre – partenza ore 14.15)
Sarà ancora una volta Olanda contro Italia. Sarà Annemiek van Vleuten e Marianne Vos contro Elisa Longo Borghini e Marta Cavalli (in grande condizione) e magari, in caso di sprint più numeroso occhio a Elisa Balsamo (campione under 23 uscente). Le altre? Un po’ le solite note. Lotte Kopecky (Belgio) soprattutto, ma occhio anche a Lisa Brennauer (Germania), Juliette Labous (Francia), Katarzyna Niewiadoma (Polonia), Cecilie Ludwig (Danimarca) e le due svizzere in grande forma: Marlene Reusser ed Elise Chabbey. Dopo quello che è accaduto a Tokyo, con la fuga bidone che ha premiato l’austriaca Anna Kiesenhofer (presente anche qui a Trento), ci immaginiamo un’altra condotta di gara da parte delle nazionali più forti.
LE STELLINE DELLE FAVORITE
⭐⭐⭐⭐⭐ van Vleuten
⭐⭐⭐⭐ Vos, Longo Borghini, Kopecky
⭐⭐⭐ Cavalli, Ludwig
⭐⭐ Niewiadoma, Reusser
⭐ Labous, Brennauer, Chabbey
UNDER 23 FEMMINILE (venerdì 10 settembre – partenza ore 16.30)
La categoria che durante l’anno non c’è torna forte per l’Europeo. L’Italia un anno fa conquistò una meravigliosa medaglia d’oro con Elisa Balsamo, su un percorso di questo genere l’Olanda però è di nuovo punto di riferimento con Wiebes, favorita per il titolo. Con lei occhio a Smulders e van Anrooij. Da seguire con attenzione per l’Italia, Guazzini, ma anche la crossista Realini e la forte pistard Zanardi, per la Danimarca Norsgaard, qual ora scegliesse la gara Under 23 a discapito della prova élite, e per la Francia Muzic e Le Net. Possibili outsider la Svizzera Rüegg, l’ungherese Vas e la portoghese Martins (quest’ultima per una corsa poco selettiva).
UNDER 23 MASCHILE (sabato 11 settembre – partenza ore 9.00)
Nella categoria che segna il passaggio ai professionisti c’è tanta carne al fuoco. Ci sono quelli che non aspetteranno uno sprint come Ayuso e ci sono quelli che prediligeranno l’arrivo di un gruppetto come Tobias Halland Johannessen (ma anche il suo gemello per un canovaccio simile). I francesi Retaillaeu che ha già mostrato sprazzi del suo talento come stagista in maglia AG2R e Lapeira o i nostri Baroncini e Colnaghi sperano in una gara non per forza dura. L’Italia però potrà contare anche su Zana. Il corridore della Bardiani sarà la nostra punta in caso di corsa decisa sulla salita del Povo, altrimenti, come detto, si andrà per Colnaghi, suo futuro compagno di squadra con la squadra dei Reverberi, e Baroncini, che poche settimane fa ha firmato con la Trek-Segafredo.
Ci sarà l’Olanda che su tracciati simili hanno fatto la voce grossa al recente Tour de l’Avenir e in altre corse giovanili: Hoole, Marijn Van der Berg e Van Uden sono tra i favoriti assoluti per il titolo essendo sia veloci in caso di sprint numeroso che abili ad arrivare davanti in caso di volata di un gruppetto. Anche il Belgio presenta una mezza corazzata: Van Tricht (di recente stagista Quick Step), il figlio d’arte Thibaut Njs, Vandenabeele (scalatore, percorso non adattissimo al ui che oltretutto non appare in grande forma) ma soprattutto Berckmoes. Il classe 2001, che l’anno prossimo passerà con la Top Sport Vlaanderen, potrebbe sfruttare, sulla salita del Povo, le sue doti di scattista e passista: sarà lui probabilmente il numero uno in casa belga. La Russia punta forte su Syritsa, corridore un po’ indecifrabile come tutti i connazionali, ma che se in giornata può essere devastante, mentre la Slovenia si affida a Hočevar, temibile allo sprint e la Slovacchia al talentuoso Štoček.
JUNIOR FEMMINILE (venerdì 10 settembre – partenza ore 13.50)
Categoria che, vista anche la giovane età delle concorrenti, è tutta da scoprire: anche qui sarà Olanda (Geurts, Van der Meiden) contro Italia (Ciabocco, Barale e Cipressi ), con possibili inserimenti di atlete delle solite note: Francia, Russia e Germania su tutte.
JUNIOR MASCHILE (venerdì 10 settembre – partenza ore 9.00)
La gara Junior, che aprirà il programma di venerdì, vede come favoriti assoluti i norvegesi. Su tutti quel talento (clamoroso) di Per Strand Hagenes. Il nome del giovane norvegese va scritto e memorizzato perché potrebbe essere uno dei volti nuovi del ciclismo mondiale a stretto giro di posta, va forte anche nello sci di fondo e si giocherà l’oro con i suoi connazionali Fredheim e Braensetter, con lo spagnolo Romeo, i francesi Martinez, Rolland e Gregoire, lo slovacco Svrcek e soprattutto il belga Uijtdebroeks.
LE CRONOMETRO
Fitto programma anche quello delle prove contro il tempo che oltre alle 6 gare per le diverse categorie aggiunge anche la staffetta mista che chiuderà il programma del primo giorno e dove l’Italia sarà la favorita assoluta per la medaglia d’oro.
La prova più importante è sicuramente quella degli élite: si va per l’oro anche qui, dove Ganna, visto anche il percorso, è il maggiore candidato per il titolo. Sarà una sfida incandescente e di altissimo livello, però. A contendersi le medaglie infatti, oltre al nostro Ganna, sette nomi che danno assoluta garanzia: Pogačar, Evenepoel, Bissegger, Kung, Asgreen, Bjerg e Affini. Può Bastare? Le altre nazionali, invece, appaiono tagliate fuori con qualche piccola speranza per la Francia che schiera un Cavagna che di recente però non ha mostrato una grande forma e che dunque appare un gradino sotto, come il Portogallo con Nelson Oliveira.
Tra le donne élite sarà Van Vleuten il nome per l’oro, e occhio alla svizzera Reusser in grande condizione, mentre per l’Italia Bussi e Cecchini proveranno a salire sul podio, ma non sarà facile. Da seguire con attenzione la gara Under 23 uomini: Price-Pejtersen contro tutti (e per tutti diciamo norvegesi e olandesi: insomma ciò che il 2021 ha offerto). Mentre tra gli Junior la contesa potrebbe chiudersi a un Uijtdebroeks contro la Norvegia, ma occhio al campioncino all rounder svizzero Christen. Difficile se non impossibile che l’Italia possa arrivare a medaglia nelle due prove maschili giovanili.
Diverso il discorso tra le ragazze invece dove tra le junior si punta su Carlotta Cipressi per una medaglia e tra le Under 23, con Hanna Ludwig favorita per uno storico terzo titolo consecutivo, su Vittoria Guazzini.
Per le altre gare in programma l’articolo verrà aggiornata mano a mano che arriveranno le conferme sulla starting list ufficiale.
IL PROGRAMMA COMPLETO
Mercoledì 8 settembre 2021
09:15 – Cronometro individuale donne junior – 22,4 km
10:45 – Cronometro individuale uomini junior – 22,4 km
14:30 – Team Relay (crono a squadre uomini/donne) – 44,8 km (2 giri del circuito di 22,4 km)
Giovedì 9 settembre 2021
09:15 – Cronometro individuale donne under 23 – 22,4 km
10:45 – Cronometro individuale donne élite – 22,4 km
14:15 – Cronometro individuale uomini under 23 – 22,4 km
16:00 – Cronometro individuale uomini élite – 22,4 km
Venerdì 10 settembre 2021
09:00 – Prova in linea uomini junior – 107,2 km
13:50 – Prova in linea donne junior – 67,6 km
16:30 – Prova in linea donne under 23 – 80,8 km
Sabato 11 settembre 2021
09:00 – Prova in linea uomini under 23 – 133,6 km
14:15 – Prova in linea donne élite – 107,2 km
Domenica 12 settembre 2021
12:30 – Prova in linea uomini élite – 179,2 km
DOVE SEGUIRE LA CORSA
Alvento seguirà a modo suo giorno dopo giorno l’evento raccontando la corsa, i protagonisti e il dietro le quinte. Troverete i nostri articoli sul nostro sito, sulla nostra pagina Facebook, troverete qualche impressione su Twitter mentre su Instagram vi faremo vivere l’evento, sempre con uno sguardo alventiano, attraverso le “stories”.
A questo indirizzo trovate le info sulla corsa, le starting list, le guide tecniche, la mappa e il programma di tutti gli eventi (non solo le gare, ma anche tutto quello che Trento offrirà in quei giorni): UEC EUROROAD TRENTINO 2021
Sito ufficiale di Trentino 2021: TRENTINO 2021
Foto in evidenza: Jered Gruber
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