Pochi sono gli argomenti imprescindibili nella ciclosfera: uno di questi è il Monumentale del Giro d’Italia, la guida di alvento alla Corsa Rosa, da tenere aperta lì, sul comodino, il telefono, il computer, il tablet, e da consultare durante i giorni che vanno dal 6 al 28 maggio 2023.
Prendiamo gli ingredienti e iniziamo tagliando la cipolla, un po’ anche per creare lacrime di scena a causa di quello che è già passato, in un’epoca in cui tutto, invece di trasformarsi, pare cancellarsi con una velocità che pare poco umana e, ahinoi, troppo al passo con i tempi: è stata una primavera delle classiche, che, perdonateci il termine abusato e a tratti più fastidioso di una zanzara d’estate, di una cimice che fa capolino in mezzo a vecchi serramenti nelle prime giornate calde di febbraio, potremmo definire semplicemente pazzesca, una primavera delle classiche che ci ha fatto divertire. Più semplicemente ha vissuto sulle sfuriate di van der Poel (Poggio), Pogačar (Oude Kwaremont); sullo stesso sloveno che attaccava da lontano all’Amstel e da vicinissimo alla Freccia: in entrambi i casi quanto gli bastava e serviva per vincere. Ha vissuto sulle spalle di van Aert, solide per reggere urti e polemiche, per vincere e piazzarsi, e su quelle con livrea iridata di Remco Evenepoel, che si è visto poco, ma quando si è visto pure lui se non cannibale, almeno cannibalino, dimostrando una certa fame, facilità, dimestichezza nell’uso della bicicletta come mezzo per vincere corse.
Prepariamo il soffritto: la primavera delle classiche ci porta diretti al Giro, e il Giro per alvento ormai significa anche (non soprattutto!) la guida più completa che potete trovare in circolazione: IL MONUMENTALE DEL GIRO D’ITALIA (2023). Scritto così, come se stessimo urlando.
Buttiamo la pasta: saranno tre settimane da vivere, sui nostri canali social, con la nostra newsletter, con le nostre istantanee, i nostri podcast, saranno tre settimane dove i protagonisti saranno loro, i corridori e dove noi avremo l’onore di raccontarli.
Mentre eXistenZ lo mettiamo “in paaausa”, noi ci siamo: “Venite a tavola che è pronto!”
UOMINI DI CLASSIFICA
FAVORITI
Stavolta cercheremo di farla (un po’) più breve perché non serve spiegare ogni volta la vita dei corridori, come fosse quella dei santi, snocciolando imprese e delusioni, e allora via intanto con i pretendenti alla maglia rosa finale.
REMCO EVENEPOEL
Sulle strade del Giro fece il suo esordio in una corsa a tappe di tre settimane e dopo aver brillato, inizialmente, si spense, lentamente, fino al ritiro, andando in difficoltà nella tappa con gli sterrati e ritirandosi a seguito di una caduta qualche giorno dopo. Torna al Giro con una Vuelta, la maglia di campione del Mondo, due Liegi all’attivo e la consapevolezza di essere, se non il favorito numero uno, qualcosa di molto simile. Il percorso è tagliato per lui e fatichiamo a trovare un punto debole, al massimo gli possiamo dire occhio alle strade, sempre ricche di tracobetti™.
PRIMOŽ ROGLIČ
O occhio a Roglič. Una caduta nell’ultima Vuelta ci ha privato all’improvviso della sfida massima tra i due, che oggi si ripeterà sulle strade del Giro dove lo sloveno ha già sfiorato il successo. Tre crono dove battersi testa a testa con Evenepoel e se l’antipasto della sfida tra i due è stato quello assaggiato in Spagna al Catalunya, ci sarà da divertirsi anche per argomenti che riguardano contorno ed extra corsa. E chissà che non sia proprio l’aspetto nervoso a far pendere la bilancia su un corridore rispetto all’altro.
Le differenze tra i due? Evenepoel è più fresco, ha un motore che si è visto di rado, soprattutto in uno sforzo di lunga durata; se decide di partire bisogna mettersi giù a blocco per provare ad arginarlo; è migliorato a tal punto da potersi battere anche sugli arrivi esplosivi e alla vigilia, spavaldo annuncia: «Mi sento molto più forte che nel 2022 quando vinsi la Vuelta». Roglič dovrà dare sfogo alla fantasia per cercare di scalfire l’inscalfibile apparente, poi lo ribadiamo: le crono potranno essere decisive in un senso o nell’altro, così come la capacità di stare sul pezzo lungo le strade italiane e, a costo di diventare ripetitivi, le scaramucce possibili tra i due potranno avere il loro peso.
ALTERNATIVE
JOÃO ALMEIDA
Il primo che ci viene in mente è Joao Almeida. Regolarista se ce n’è uno. Si difenderà a cronometro e sulle lunghe salite, dove, mi raccomando, se lo vedete staccarsi non preoccupatevi, fa parte dell’ordinaria amministrazione: non ci saranno problemi, perché la sua capacità di limitare i danni è quasi unica in gruppo. A inizio carriera pareva un corridore temibile pure sulle brevi salite e con uno spunto veloce, ora, che comunque di anni ne ha (soltanto) 25, pare abbia leggermente modificato le sue caratteristiche: più regolare che esplosivo. Difficile insidiare i primi due, perché, pur difendendosi su ogni terreno, gli sono superiori, cronometro incluse, ma se ci fosse spazio, fossimo in voi terremmo nota del suo nome.
ALEKSANDR VLASOV
Ma serve un altro Vlasov rispetto a quello visto sin qui nel 2023. Serve quel corridore capace di tenere duro in salita, di brillare quando c’è da essere esplosivi, di andare forte anche a cronometro. Le tre settimane non lo spaventano, anzi, è il classico corridore che in un GT cresce alla distanza, e il finale di Giro, fatto per uomini da terza settimana, sembra proprio una dedica a questo tipo di corridori.
TAO GEOGHEGAN HART
Chi invece ce lo aspettiamo partire forte sin da subito è il rosso di Londra, già vincitore di un Giro d’Italia, seppure un Giro atipico e che ancora oggi porta la firma di Dennis sullo Stelvio. Ma Geoghegan Hart sta benissimo e fino al primo giorno di riposo potrà togliersi tante soddisfazioni. Un punto a favore e su cui dovranno lavorare in Ineos è l’incredibile profondità di squadra con gente forte su ogni terreno e con diverse alternative per la classifica generale.
QUARTETTO BAHRAIN (DAMIANO CARUSO, JACK HAIG, SANTIAGO BUITRAGO, GINO MÄDER)
Tutti e quattro perché è difficile sceglierne uno. Tre di questi quattro, poi, hanno uno storico importante nei Grandi Giri: podio e top ten, tra Giro e Tour (Caruso), podio alla Vuelta (Haig), top 5 alla Vuelta (Mäder); il quarto, Buitrago, è forse uno dei corridori più in forma del gruppo come dimostrato recentemente alla Liegi. Se dovessero mancare l’appuntamento con l’alta classifica, ognuno di questi potrà provare a vincere una o più tappe in montagna. Se dovessimo sceglierne uno, tuttavia, vi diremmo di fare un pensierino su Haig, forse quello più convincente e completo, anche se spesso coinvolto in cadute e incidenti di gara. Tuttavia, Caruso ha destato una bella impressione al Romandia.
HUGH CARTHY
Il magrissimo, ai limiti dell’anoressia, inglese, c’è sempre e quando c’è lo si nota. Va forte con ogni condizione meteo e in salita sulla carta se la gioca con tutti quelli che non si chiamano Remco o arrivano dalla Slovenia e vestono la maglia Jumbo-Visma. La sua squadra sta bene, lui sta bene, un piazzamento in alta classifica è alla sua portata come già dimostrato più volte in carriera.
OUTSIDER
C’è poi quel gruppo di corridori che, approfittando di alcune situazioni di campo che non staremo di certo qui ad elencare, ma si possono intuire, potranno inserirsi nella lotta per l’alta classifica oppure, prendendo esempio da uno dei massimi esponenti della regolarità nei Grandi Giri, ovvero Haimar Zubeldia, potranno ambire a un piazzamento nei primi dieci, quindici di classifica. Andando magari in fuga e recuperando minuti a grappoli, oppure sfruttando doti di fondo fondamentali nel prosieguo di una corsa lunga tre settimane.
LORENZO FORTUNATO
Per alcuni, vedi Lorenzo Fortunato, entrare nei dieci sarebbe l’ennesima conferma di una carriera a buoni livelli nelle grandi corse a tappe e sarebbe un risultato con i fiocchi per la Eolo-Kometa. Lo scalatore bolognese, però, non nasconde l’idea di poter tornare a vincere anche una tappa dopo la splendida impresa sullo Zoncolan due stagioni fa. Sul piatto c’è soprattutto la voglia di riscatto dopo un Giro 2022 sotto le aspettative e l’avvicinamento, Tour of the Alps e Vuelta Asturias, dà fiducia, ma aumenta le aspettative.
GLI ALTRI INEOS (SIVAKOV, ARENSMAN, THOMAS)
Ad altri, come gli Ineos che non si chiamano Geoghegan Hart, guardiamo invece con perplessità, questo se dovessimo prendere per buono in questo caso l’avvicinamento al Giro. Presentiamoli a suon di bordate: Pavel Sivakov ormai è un gregario di lusso: peccato! esclamiamo senza timore di offendere qualcuno, il Sivakov degli Under 23 era un signor corridore che avrebbe meritato ben altri spazi, ma spesso vocazione non fa rima con ambizione e guardiamo avanti verso un Giro probabilmente di gregariato; Thymen Arensman in questo inizio di stagione ha assunto invece le sembianze dell’incompiuto -almeno momentaneamente – arrivando a far dire a chi scrive, “se esistesse un premio delusione, quello del 2023 spetterebbe di diritto al Principe di Eternia”. Dotato di notevole fondo, da Arensman ci aspettiamo cose importanti nella terza settimana del Giro e chissà che non possa essere ancora in alta classifica o entrarci in qualche maniera, come fece lo scorso anno in Spagna alla Vuelta. Infine Geraint Thomas, palmarès e carisma con pochi eguali tra i partenti di questa edizione di Giro, sempre chi scrive provò a scommetterci contro lo scorso anno alla vigilia del Tour, la risposta del gallese fu pronta, quasi esagerata: 3° posto alle spalle dei due dominatori. Quest’anno ci riproviamo perché il Thomas visto finora non convince nemmeno lui.
LENNARD KÄMNA
Chi invece ha convinto, è convinto e convince – e punta alla classifica, magari a uno di quei piazzamenti che non ti cambiano la carriera in senso assoluto, ma che aiutano, che fanno morale, che ti fanno trovare un bel rinnovo di contratto eccetera – è Lenny Kämna, uno dei corridori più amati dal tifo, anche italiano. Cacciatore di tappe per antonomasia, il tedesco, messi da parte alcuni problemi di varia natura, nelle ultime stagioni si sta specializzando come corridore dall’istinto fatale: quando parte a caccia di una tappa difficilmente sbaglia. Al Giro occasioni ghiotte ce ne sono, ma lui, con un occhio al compagno di squadra Vlasov e uno alla propria classifica, proverà a tenere duro. Nel 2022 vinse sull’Etna e poi si fece trovare costantemente davanti, puntuale nel dare una mano a Hindley. Speriamo solo che non stravolga troppo la sua natura da corridore istintivo.
JAY VINE
Tutto ancora da scoprire. Il corridore visto al Tour Down Under, forte a crono e in “salita” potrebbe ambire a un piazzamento importante, idem quello visto alla Vuelta a fine 2022, ma: 1) Il Giro non è la Vuelta, tantomeno lo è la breve corsa a tappe australiana che si corre a gennaio; 2) viene da un problema fisico che lo ha costretto a fermarsi per diverse settimane; 3) spesso finisce a terra e in una corsa di così lunga durata, per questioni di probabilità, i pericoli aumentano. Di certo sarà uno dei corridori da seguire maggiormente, può perdere poco a cronometro, può vincere in salita, non ha paura di attaccare, e magari, oltre ad aiutare Almeida, potrebbe pure essere tra i favoriti per la maglia dei Gran Premi della Montagna.
DOMENICO POZZOVIVO
E di Domenico Pozzovivo che diciamo? Altro Giro, altra corsa. Quello che inizia sabato sarà il suo 24esimo Grande Giro, e arriverà dopo aver passato il secondo inverno consecutivo ad allenarsi senza un contratto in mano. Alla fine la Israel-PremierTech gli dà una bella chance che lui – coetaneo di chi scrive – non vuole sciupare.
RIGOBERTO URAN
A proposito di età che avanza e di tante corse a tappe sulle spalle: al via pure Rigoberto Uran con l’ambizione di provare a entrare nei 10 e di formare con Carthy una coppia molto interessante. Il suo tempo è passato? Mai darlo per finito, perché come ha dimostrato nell’ultima edizione della Vuelta, ha esperienza e classe per vincere ancora, e per piazzarsi in corse di alto livello.
THIBAUT PINOT
E visto che ci piace trovare un filo conduttore svolazzando in punta di penna tra paragrafo e paragrafo: il talento trova rifugio in Thibaut Pinot, agli ultimi canti della sua carriera. È in forma e al Giro proverà a lasciare il segno, prima di lasciare il ciclismo, in salita e perché no, in classifica generale, spazio ce n’è, tifo sulle strade per lui altrettanto.
AURÉLIEN PARET-PEINTRE
Chiudiamo la carrellata con Aurélien Paret-Peintre. Il francese dell’AG2R, veloce, completo e regolare, vuole provare a migliorare il 16° posto ottenuto al Giro nel 2020 (e il 15° ottenuto al Tour la stagione successiva). Può essere una delle sorprese del Giro: anche lui è in ottima forma come dimostra il piazzamento nei primi venti ottenuto alla Liegi-Bastogne-Liegi. Correndo con metodicità, un risultato tra il 10° e 15° posto è alla sua portata.
TUTTO IL RESTO DI QUELLO CHE DOVRESTE SAPERE SUL GIRO
Diamo uno sguardo generale a quello che sarà il resto del gruppo in corsa, analizzando ogni singola squadra – tolti i già citati – le loro ambizioni e i loro corridori.
Soudal-Quick Step
Squadra interamente guidata dal guardiano del faro Evenepoel; squadra che, dopo le legnate prese al Nord, arriva al Giro con ambizioni importanti di successo finale, ma soprattutto con un gruppo di corridori solidi di fianco al proprio capitano: Mattia Cattaneo, Jan Hirt e soprattutto Ilan van Wilder sono un terzetto che potrebbe fare anche corsa propria, a memoria di chi scrive è il più forte gruppo messo insieme da Lefevere in un Grande Giro, almeno in chiave classifica generale. Con loro Louis Vervaeke che sta andando forte da inizio stagione, Davide Ballerini che se ne avrà le possibilità potrà togliersi ambizioni personali magari in qualche sprint ristretto o in fuga, Pieter Serry, votato a tirare sempre e comunque, e Josef Černý, uno degli uomini più affidabili in pianura e tra gli outsider per la cronometro di apertura.
AG2R Citroën Team
L’AG2R prova a flirtare con i primi dieci posti della classifica con il più vecchio dei fratelli Paret-Peintre, avrà in Andrea Vendrame l’uomo chiave per le fughe, anche quelle che prenderanno il largo nelle tappe di montagna; Nicolas Prodhomme e Paul Lapeira sono due ragazzi che non hanno ancora espresso (del tutto il primo, quasi nulla il secondo) il proprio potenziale visto nelle categorie giovanili. Con loro l’interessante neo pro Alex Baudin, che di sicuro vedremo all’attacco e il redivivo Larry Warbasse, corridore che invece da tempo si vede molto poco davanti.
Alpecin-Deceunink
L’Alpecin Deceuninck scalda meno che la scorsa edizione per il semplice fatto che manca van der Poel, ma se le cose dovessero andare come nel 2022, corridori per dare spettacolo e fare risultato ci sono. Stefano Oldani vuole provare a vincere di nuovo una tappa, e ne ha tutte le carte in regola, seppure il suo avvio di stagione non è stato privo di difficoltà fisiche. Idem Nicola Conci, corridore dal grande talento ancora inespresso. Manca Philipsen? Non c’è problema: a giocarsi le volate ecco Kaden Groves, uno che sa già vincere traguardi importanti davanti a gente importante e insieme a Pedersen uno dei velocisti di punta della corsa rosa 2023. L’australiano oltretutto potrà contare su un buon supporto per gli sprint.
Astana Qazaqstan Team
Come l’Alpecin anche l’Astana non ha corridori per la classifica (forse Vadim Pronskiy? Chissà fino a che punto), ma non vivrà delle sole (possibili) volate di Mark Cavendish, che in questo senso è un po’ lasciato da solo, quanto anche dell’ottimo stato di forma di Simone Velasco e Christian Scaroni, della voglia di riscatto di due grandi talenti del ciclismo italiano che si accendono a corrente alternata per vari motivi, Samuele Battistella e Gianni Moscon e delle fiammate in salita di Joe Dombrowski, sempre difficile da pronosticare, ma spesso capace di tirare fuori il numero in una tappa di salita. Completa la selezione uno dei corridori più esperti: Luis Leon Sanchez che nei Grandi Giri (quattro tappe vinte al Tour, la maglia dei GPM alla Vuelta, anche se per entrambe le statistiche parliamo di una vita agonistica fa), ha trovato giornate in cui appariva quasi imbattibile. Ma le primavere del murciano saranno 40 a fine stagione.
Bahrain-Victorious
Quattro capitani già citati, e con loro tre corridori italiani assolutamente da seguire: Jonathan Milan, all’esordio in un Grande Giro, per le volate, per dare ancora più volume al suo motore, per lavorare forte in pianura proteggendo i capitani; Andrea Pasqualon darà una mano ovunque e magari cercherà la giornata libera per vincere: in Bahrain non hanno mai disdegnato le vittorie di tappa nei Grandi Giri pur curando la classifica generale, e quindi interessante vedere anche gli ulteriori progressi di uno dei corridori più interessanti del ciclismo italiano, Edoardo Zambanini, lo scorso anno vicino al successo in fuga alla Vuelta.
BORA-hansgrohe
Capitolo BORA-hansgrohe, i campioni uscenti: niente Hindley, ma Vlasov e Kämna, e in generale una squadra solida in salita (Patrick Konrad, in grande forma, Bob Jungels, anonimo fin ora, Giovanni Aleotti, ci piacerebbe vederlo libero di provarci, ma tant’è, e infine Toni Palzer); con Cesare Benedetti a pulire e smistare palloni e Nico Denz, che al Giro si è spesso espresso bene, tuttofare, buono ovunque e in qualsiasi situazione. Lo scorso anno misero a ferro e fuoco la tappa di Torino, e poi vinsero al penultimo giorno il Giro grazie alle gambe di Hindley, quest’anno dovranno inventarsi nuovamente qualcosa se vogliono ribaltare una corsa che vede il pronostico completamente blindato sui due citati a inizio articolo.
Cofidis
Niente corridori per la classifica, ma diverse pedine per provare a vincere su svariati terreni, cosa che per altro in questa stagione gli sta riuscendo molto bene. Simone Consonni, lanciato da Davide Cimolai, sarà la ruota veloce, e da lui passano le maggiori ambizioni della squadra francese, Remy Rochas, Hugo Toumire, Alexandre Delettre e François Bidard si faranno vedere in fuga in salita, insieme a Jonathan Lastra, finora in ombra. Tutti corridori magari non di grido, ma che possono provare a vincere una tappa.
EF Education-EasyPost
Due capitani per la classifica e diversi battitori liberi: la EF Education arriva al Giro come una delle squadre più interessanti da seguire. Alberto Bettiol cerca il riscatto dopo una primavera condizionata da cadute e problemi fisici, al Giro è già riuscito a svoltare la stagione, e poi al via ci sarà Ben Healy, uno dei corridori di culto di questo 2023. L’irlandese nei primi nove giorni di gara, se sorretto dalla stessa condizione vista nell’ultimo mese, può essere uno dei protagonisti assoluti della corsa. L’altro nome da seguire è quello di Magnus Cort Nielsen, che nelle corse a tappe in un modo o nell’altro riesce sempre a lasciare una zampata.
Eolo-Kometa
Citato Fortunato, Vincenzo Albanese è l’altro capitano: meriterebbe una vittoria di peso dopo tanti piazzamenti e una bruttissima caduta che lo ha tenuto fuori diversi mesi dalle competizioni. I soliti fratelli Bais (Davide e Mattia), con Mirco Maestri e Francesco Gavazzi li vedremo spesso, se non di più, in fuga. E si sa che prima o poi la fuga arriva…
GreenProject-Bardiani
Come dimostrato di recente i ragazzi della GreenProject Bardiani- CSF- Faizanè si stanno avvicinando al Giro d’Italia tirati a lucido: l’obiettivo sarà ben figurare nelle fughe, ma riuscire a mettere anche qualità che significa provare a vincere le tappe. Filippo Fiorelli è l’uomo veloce, starà a lui capire come e dove sfruttare il suo spunto e la sua resistenza; Luca Covili proverà a tenere duro e a fare classifica. Samuele Zoccarato è il corazziere: l’ideale per i verdi sarebbe averlo in fuga in compagnia di altri compagni di squadra, sarebbe una locomotiva importante. Davide Gabburo, dopo aver sfiorato il successo nel 2022, a Napoli, ci riprova, Alessandro Tonelli è l’esperto, Martin Marcellusi, Henok Mulubhran e Filippo Magli tre interessanti esordienti, visti anche in forma nelle corse di avvicinamento al Giro.
Groupama-FDJ
Madiot manda al Giro Stefan Küng con l’obiettivo di conquistare la maglia rosa alla prima tappa. Corridore che dà lustro alla lista di partenza, lo svizzero sarà importante pedina su ogni terreno per Pinot. Pedina per la salita sarà il giovane neozelandese Reuben Thompson, interessante carpire i suoi progressi anche tra i professionisti, dopo avergli visto vincere il Val d’Aosta nel 2021: ha doti da corridore vero. Con Bruno Armirail, Ignatas Konovalovas e Rudy Molard si sta in una botte di ferro, anche se quest’ultimo ha sofferto questa prima parte di stagione, chiudono la selezione Fabien Lienhard e l’olandese Lars van der Berg, gregari, ma soprattutto Jake Stewart, temibile sugli arrivi per corridori esplosivi, anche se è in arrivo da una primavera tutt’altro che esaltante.
Ineos Grenadiers
Tolti i già nominati resta ancora tanta carne al fuoco: basta il nome di Filippo Ganna, uno dei corridori in assoluto più attesi in questa corsa. Obiettivo dichiarato: la prima tappa con la conseguente maglia di leader. Sabato a Ortona ci aspettano le fiamme nella crono d’apertura. Restano Laurens De Plus, visto in grandissima forma in salita quest’anno, Salvatore Puccio e Ben Swift, gregari fondamentali in una squadra ricca di punte.
Intermarché- Circus-Wanty
Potremmo definirla una formazione a trazione anteriore ,quella belga, tra le rivelazioni di queste ultime due stagioni ciclistiche. Se Nicolò Bonifazio insegue il successo in volata, ma noi, inguaribili romantici, lo vedremmo bene anche in fuga, Lorenzo Rota sarà colui che proverà a vincere le tappe – le poche concesse dal percorso – con percorso vallonato. Sven Erik Bystrøm avrà compiti simili all’italiano: inserirsi nelle fughe e vincere, un discorso non troppo diverso riguarda il roubelista Laurenz Rex, forte sul passo, ma che, nonostante la stazza, può difendersi bene anche su salite più brevi. Simone Petilli, ma soprattutto Rein Taaramäe, saranno i due corridori votati alla classifica generale e a difendersi in salita. Lo scorso anno dal paniere ICW spuntò fuori Hirt, quest’anno i due appena citati hanno le loro chance per provare a ripetere le gesta dello scalatore ceco.
Israel-Premier Tech
Con Domenico Pozzovivo due neoprofessionisti utili in salita e da seguire anche in ottica futura per i Grandi Giri: Matthew Riccitello e Marco Frigo. Simon Clarke andrà a caccia di tappe come Mads Wurz Schmidt, mentre i discorsi su Steve Williams cambiano a seconda del momento. Diversi alti e bassi in carriera, ma tante anche le qualità per provare a vincere una tappa.
Jumbo-Visma
La squadra è costruita intorno a Roglič, per Roglič. Sepp Kuss e Tobias Foss sono le alternative in salita e per la classifica, Edoardo Affini è l’uomo che unisce tattica e potenza, Jan Tratnik il trattore capace di trenate letteralmente su ogni tipo di terreno, ma anche di cercare il colpo personale. Michael Hessmann è l’esordiente: lo scorso anno, 3° al Tour de l’Avenir, è stata una delle liete sorprese della categoria. Imparerà il mestiere dando una mano ai suoi. Sui colpi personali: riuscirà Koen Bowman a ripetere l’incredibile Giro 2022? (Due tappe e la maglia dei Gran Premi della Montagna). Difficile, visti i nomi in squadra. Infine con loro l’eterno Robert Gesink.
*Dopo l’annuncio della selezione ufficiale, Foss e Gesink restano fuori causa Covid e verranno sostituiti da Rohan Dennis e Jos van Emden.
Movistar Team
Una delle squadre più in forma da diversi mesi a questa parte, che pur non avendo una selezione stellare, sa tirare fuori in diverse corse il colpo vincente o quasi. Al Giro ci proveranno Fernando Gaviria, con il supporto di Max Kanter, nelle volate, Will Barta nelle crono, Einer Augusto Rubio e Carlos Verona in salita (magari in fuga), mentre Óscar Rodríguez potrebbe pure provare a fare classifica.
Team Arkéa Samsic
Sei corridori su otto fanno l’esordio al Giro d’Italia (l’hanno già corso il “vecchio” Maxime Bouet e David Dekker, quest’ultimo proverà a piazzarsi in volata): l’ Arkéa Samsic si presenta con una selezione non di certo irresistibile e nella quale spicca soprattutto il nome di Warren Barguil. Il francese viene da una primavera non all’altezza delle ultime stagioni, ma al Giro può lasciare il segno, in classifica, in fuga, nella lotta per la maglia dei Gran premi della Montagna. L’altro corridore da seguire è Alessandro Verre che senza veri e propri capitani ha una bella chance oltre che di fare esperienza, magari per un futuro da uomo di classifica, anche per provare a vincere una tappa.
Team Corratec
Cenerentola del Giro con ancora zero vittorie stagionali all’attivo: l’obiettivo è quello di mettersi in mostra in fuga, ma alcuni corridori possono anche provare a vincere una tappa, vedi Valerio Conti. Nicolas Dalla Valle e Attilio Viviani sono le ruote veloci, Alexander Konychev cerca il riscatto dopo anni difficili, Stefano Gandin, Alessandro Iacchi e Charlie Quarterman carne da fuga.
Team DSM
Andreas Leknessund per provare a fare classifica, esplodere, prima o poi, o “più semplicemente” (??) vincere qualche tappa di montagna partendo da lontano: occhio a lui perché potrebbe essere una delle sorprese della corsa. Alberto Dainese per le volate di gruppo, Marius Mayrhofer per quelle con gruppo più selezionato, Harm Vanhoucke per farsi vedere ogni tanto in alta montagna o magari in zona top 20 di classifica. Il resto dei corridori scelti per il Giro potranno provare a scrivere la loro storia strada facendo.
Team Jayco-AlUla
Senza un vero e proprio uomo di classifica, qui sta la novità, ma con Michael Matthews che torna al giro dopo tre anni e dopo che, nel 2014, proprio sulle strade italiane, iniziò a togliersi le prime grandi soddisfazioni della carriera (tappa in maglia rosa a Montecassino sotto la pioggia). Un paio di frazioni nella prima settimana potrebbero sorridergli. Eddie Dunbar e Filippo Zana sono i corridori chiamati a tenere il più duro possibile in salita e poi vedere, prima della fatidica ultima settimana, a che punto potranno trovarsi e con quali ambizioni. Alessandro De Marchi non ha bisogno di presentazioni: cerca una vittoria di tappa a modo suo: la fuga, ma quella di qualità. Infine si rivede Lukas Postlberger, che nel 2017 anticipò il gruppo il primo giorno conquistando tappa e maglia: il corridore austriaco non arriva da un inizio 2023 memorabile, ma ogni tanto ha colpi di questo genere.
Trek-Segafredo
Come ha detto Ciccone nel momento in cui hanno annunciato il suo forfait al Giro: “Mi si è spezzato il cuore”. Noi abbiamo provato la stessa sensazione. E allora la Trek-Segafredo, squadra di matrice americana ma con co-sponsor italiano, arriva al Giro per diversi motivi senza un corridore di casa, ma con due punte in momenti totalmente differenti delle loro carriere, per età e ambizioni: uno è Mads Pedersen, corridore nel suo momento di massima brillantezza e in assoluto fra i più attesi: obiettivo tappe in ogni modo e maglia ciclamino. Con lui l’inossidabile Bauke Mollema che, nonostante le 36 primavere, tenterà di fare classifica, difendendosi a crono e in montagna e vincere una tappa. Il contorno in casa italoamericana prevede Natnael Tesfatsion, veloce e resistente, come alternativa a Pedersen; Dan Hoole e Toms Skuijns: al servizio della squadra e magari con la licenza di provarci anche a livello personale, e infine Alex Kirsch, Amanuel Ghebreizgabhier e Otto Vergaerde, uomini di supporto fondamentale per i risultati di squadra.
UAE-Team Emirates
Non solo Almeida e Vine per la corazzata emiratina, ma diversi corridori che proveranno a togliersi soddisfazioni personali, quando non chiamati a difendere un possibile risultato importante in classifica del portoghese, che punta al podio, o dell’australiano. Alessandro Covi e Davide Formolo proveranno a vincere una tappa in salita, Diego Ulissi qualche arrivo in un gruppetto sgranato, Brandon McNulty è una terza carta (e che carta!) per la classifica, mentre Pascal Ackermann sarà uno dei velocisti principali del Giro 106.
IL PERCORSO
Nei primi nove giorni di corsa, prima del riposo, due crono al primo e all’ultimo giorno. Piatta la seconda, per veri specialisti, e anche abbastanza “lunga” (33,4 km) considerato lo stato attuale delle cose, quando si parla di cronometro lunghe negli ultimi anni. Già dal primo giorno si fa sul serio nonostante i “soli” 18km: nel finale si sale e ci si può piantare, attenzione. Favoriti quei corridori à la Ganna e Küng, ma occhio ai primi distacchi tra gli uomini di classifica.
Nei primi nove giorni di corsa, due crono e in mezzo un arrivo in salita interessante sul Gran Sasso d’Italia (Campo Imperatore). Lo diciamo? Lo diciamo: “qui non si saprà chi vincerà il Giro, ma sicuramente si conoscerà il nome di chi non lo potrà vincere”; uno decisamente abbordabile (Lago Laceno), almeno 3 volate e due tappe miste. Occhio anche alle fughe che ormai è consuetudine come nei Grandi Giri arrivino sin troppo spesso, ma dipenderà dalle dinamiche di corsa e dalle scelte delle squadre più forti.
La seconda settimana, quella che va dalla tappa 10 alla 15, dalla Scandiano-Viareggio alla Seregno-Bergamo, è quella sulla carta più semplice, si fa per dire. Terreno per le fughe in almeno 4 tappe su 6, in alternativa in quelle 4 tappe potremmo vedere 3 volate di gruppo. L’arrivo in salita di Crans Montana sicuramente cambierà la classifica, la tappa di Bergamo può creare grattacapi, ma dipende da come verrà affrontata. Un antipasto di un’ultima settimana come da tradizione terribile, forse pure troppo: speriamo non faccia diventare il tutto una lunga attesa e un lungo rimandare all’indomani le azioni decisive.
Tolto l’arrivo di Caorle e il finale su Roma, gli altri 4 giorni saranno quelli più provanti con gli arrivi a Monte Bondone, Val di Zoldo, Tre Cime di Lavaredo e poi la cronoscalata sul Monte Lussari, per riscrivere la classifica. Un po’ di rammarico c’è, vedendo il percorso, l’assenza di un arrivo in discesa, per esempio, stona parecchio nel disegno di una corsa come il Giro. Stesso discorso se prendiamo in esame gli arrivi misti o vallonati o come dir si voglia: c’è carenza.
LE STELLINE DI ALVENTO
MAGLIA ROSA
⭐⭐⭐⭐⭐Evenepoel
⭐⭐⭐⭐Roglič
⭐⭐⭐Almeida, Vlasov
⭐⭐Thomas, Haig, Geoghegan Hart
⭐Pinot, Caruso, Carthy, Kämna, Vine, Arensman
MAGLIA CICLAMINO
⭐⭐⭐⭐⭐Pedersen
⭐⭐⭐⭐ Matthews
⭐⭐⭐ Evenepoel, Roglič, Gaviria
⭐⭐ Consonni, Ackermann, Geoghegan Hart, Cort
⭐Almeida, Kämna, Milan, Healy, Dainese
MAGLIA AZZURRA
⭐⭐⭐⭐⭐Buitrago
⭐⭐⭐⭐ Kämna, Vine
⭐⭐⭐Evenepoel, Roglič
⭐⭐ Mollema, Barguil, Leknessund, Pinot
⭐Bouwman, Cepeda, Zana
MAGLIA BIANCA
⭐⭐⭐⭐⭐Evenepoel
⭐⭐⭐⭐ Almeida
⭐⭐⭐Arensman, van Wilder, Buitrago
⭐⭐McNulty, Zana
⭐Riccitello
Foto in evidenza: Daniele Molineris
NB: DEI PARAGRAFI POTREBBERO SUBIRE CAMBIAMENTI A CAUSA DEL MANCATO ANNUNCIO DI ALCUNE SELEZIONI UFFICIALI
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