Dunque, quando siamo stati a Trento non l’abbiamo fatto solo per una scelta personale: in realtà eravamo curiosi di testare il percorso degli Europei in programma dall’8 al 12 settembre 2021.
È vero che siamo un magazine improntato più su ciò che c’è dietro alla pedalata, ma è anche vero che ci piace un sacco stare in sella e appena abbiamo la possibilità attacchiamo i pedali e andiamo..

L’occasione era molto ghiotta e non potevamo di certo farcela scappare: non capita tutti i giorni di avere una competizione così importante a tre ore di macchina.
Quindi ok la città, ok il vino, ok i musei, ma era arrivato finalmente il momento di menare un po’.

Per prima cosa abbiamo visionato il percorso su mappa ma c’era qualcosa che non filava. Abbiamo allora provato a creare la traccia su Komoot e in un attimo il problema è saltato fuori: la gara, per un breve tratto, passerà su strade che normalmente sono chiuse al traffico ciclistico. Quindi non c’erano grosse alternative: bisognava creare al volo una rotta adatta a noi.

Detto, fatto: Komoot ci ha creato un gpx perfetto, pronto per essere testato. Anzi, vi diremo di più, anche più bello del percorso originale, perché i professionisti dovranno affrontare qualche galleria che scambieremo con una salita tra alberi e con una vista pazzesca sulla valle. Che poi, caso vuole, è proprio la prima avversità che si trova: 11 km e circa 700 m di dislivello per scollinare a Candriai e dirigersi verso Terlago dove la vegetazione cambia e gli alberi fanno spazio ai vitigni. Ma non solo.

È qua che si inizia a capire che qualcosa si sta modificando perché le pareti delle montagne cambiano colore e ci si immerge in uno scenario completamente diverso. È il momento della roccia ma di quella grigia grigia con le striature bianche bianche e ci si pedala praticamente immersi: a destra, a sinistra e, dopo un attimo, anche sotto i piedi. Sì perché siamo entrati nelle Marocche di Dro che è una zona davvero incredibile: sembra di essere sulla luna con vista Lago di Garda. Scambiamo due chiacchiere con qualche local e ci spiegano che si tratta di detriti, risalenti a frane e crolli avvenuti durante il ritiro dei ghiacciai circa 20.000 anni fa.

È questo il giro di boa della prima parte di percorso, da qua infatti si torna indietro, dirigendosi di nuovo a Candriai da dove inizia la strada che ci riporta a Trento, questa volta da fare in discesa invece che in salita. Il che permette di godersi decisamente di più la vista sulla vallata, oltre che offrire la possibilità di tirare un po’ il fiato.

Una volta rientrati a Trento, eccoci sul percorso cittadino, che i professionisti dovranno affrontare per ben 8 volte: un giro di circa 13 km e 200m di dislivello dove la salita del Povo è la parte decisamente più dura. È lì che, quasi sicuramente, i big partiranno all’attacco. È lì che si giocheranno la vittoria. Non ne siete convinti? Come si diceva una volta “provare per credere”: Trento è davvero dietro l’angolo.

La traccia del percorso caricata su Koomot la trovate qui.

Foto © Jered Gruber – riproduzione riservata