Arnaud de Lie deve ancora farsi conoscere dalla più vasta platea dei ciclofili – non potrebbe essere altrimenti: esordirà tra i professionisti nella prossima stagione con la maglia della Lotto Soudal e presumibilmente lo farà prima di compiere 20 anni (è nato nel marzo del 2002).
Di recente, nell’intervista che ha rilasciato a DirectVelo, ci ha colpito qualche passaggio da cui emerge un personaggio che, con ogni probabilità, sarà tutto da seguire.
MUCCHE – De Lie vive a Vaux-sur-Sûre un piccolo villaggio della Vallonia. Suo padre ha una fattoria e Arnaud, sin da quando ha 4 anni, la mattina si sveglia presto per dare una mano con le bestie. Lo ha fatto anche prima di conquistare la sua più prestigiosa vittoria sin qui: la Omloop Het Nieuwsblad Under 23. «La mattina della gara, prima di viaggiare per Grotenberge mi sono svegliato presto e sono andato a mungere le vacche». Quel giorno De Lie vinse la volata del gruppo pur sentendosi particolarmente stanco durante la gara. Chissà perché.
Racconta, de Lie, di farlo praticamente tutti i giorni, si sveglia all’alba, munge, torna a casa e poi è pronto di nuovo per uscire, ma dall’anno prossimo sarà più complicato visto l’impegno nel World Tour. «Il problema sarà doverlo dire a mio padre. Con il mio DS della Lotto ne abbiamo già parlato in passato e abbiamo ridotto il carico di lavoro: solo che io lo faccio volentieri, perché, quando hai un padre che ti dà tutto, è giusto ricambiare».
VITTORIE – Ha vinto moltissimo in stagione, anche se avrebbe preferito persino di più viste le caratteristiche da velocista resistente. 10 vittorie in tutto e qualche rammarico. «Al mondiale nelle Fiandre è stata la più grande delusione della mia vita». Cadde, sprecò energie per rientrare e non poté essere d’aiuto nemmeno per la squadra.
AMBIZIONI – Dall’anno prossimo sarà il secondo velocista della Lotto, il leader sarà un certo Caleb Ewan. Alla domanda sul come farà a gestire le volate visto che il treno sarà in blocco per il corridore australiano, sentenzia: «Meglio così. Preferisco gestirmi la volata da solo: non ho bisogno di compagni che mi aiutano nell’ultimo chilometro. Forse qualcuno che mi aiuta in gara a non prendere buchi quello sì».
LEFEVERE – Infine il suo temperamento sfocia raccontando un aneddoto su Lefevere: «La Quick Step mi ha cercato, ma io ho scritto su Instagram un messaggio privato a Lefevere dicendo di smetterla di perdere tempo che tanto avrei firmato con la Lotto». Così.
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