Niente male Luca Colnaghi che in queste condizioni oggi ha sprintato al Tour de l’Avenir e ha rischiato pure di vincere. Francamente se lo meriterebbe pure dopo tutto quello che ha passato negli ultimi anni: un’altalena di situazioni da far venire il capogiro, tra squadre che lo mettono sotto contratto e chiudono ancora prima di aprire, vittorie al Giro Under che lo rilanciano, e poi una squalifica con assoluzione e riabilitazione.
Si va forte in questi giorni al Tour de l’Avenir, si cade, perlopiù: maledetto ciclismo con la sua imprevedibilità. A farne le spese, tra gli altri, Ayuso, il grande favorito: caduto e ritirato, malconcio e sanguinante; Umba, il piccolo puncheur che corre in Italia con Gianni Savio, si è rotto un braccio: pare abbia colpito uno spartitraffico.
E che dire di Ben Turner. Il talento inglese, il primo giorno di gara, dopo 5 km ha colpito con violenza un cartello: fratture multiple al volto con il rischio di perdere un occhio – ora rientrato. «Ti alleni con un obiettivo e poi dopo nemmeno dieci minuti di gara finisce tutto. Per fortuna avevo il casco che mi ha salvato la vita».
Oggi, tra ritiri e mancate partenze il conto dei corridori fuori dalla corsa ammonta a tredici, ma fra questi non c’è Colnaghi che forse un pensierino negativo lo avrà anche avuto ma ha tenuto duro nonostante le botte e si è lanciato allo sprint.
«Considerando la brutta caduta che mi ha quasi messo fuori dai giochi due giorni fa, le botte, escoriazioni ovunque, il poco sonno, il morale un po’ giù, forse, nonostante tutto, devo ammettere che son contento di questo terzo posto» ha scritto sui suoi profili social, poco fa.
Terzo, dietro due olandesi che in questi giorni stanno facendo la controparte al maschile delle dominatrici orange del ciclismo femminile, monopolizzando podi e maglie di leader. Nonostante tutto, come direbbe lui, un buon risultato. E domani un altro bel giorno per riprovarci.