Descrizione

«Quando esci in bici dopo aver visto in tv una tappa del Giro, ti sembra di andare più forte. Ti sembra anche di essere più tonico. Le prime pedalate le fai più baldanzoso del solito, è come se fossi rapito dalla scena che hai visto sullo schermo, come se nelle gambe pulsasse l’energia che avevi immaginato vedendo i corridori dardi battaglia in salita».
_Davide Marta

Abbiamo seguito il Giro d’Italia dall’inizio alla fine, lungo le strade, insieme ai corridori, insieme ai tifosi, insieme agli addetti ai lavori.
Volevamo immergerci in questa atmosfera a metà tra la saga paesana e lo sport professionistico, tra leggenda e performance, tra forza incredibile e fragilità inaspettata.
4.000 chilometri e oltre, 64.000 foto scattate, migliaia di post sui social network. E quando è stato il momento di scegliere cosa pubblicare sulla rivista, ci siamo trovati con una montagna di materiale, di idee, di ricordi.
Migliaia di storie, come piace a noi. Scegliere è stata la cosa più difficile.

Ed ecco pronto #alvento21, 256 pagine (voluminoso come non mai), tre diverse copertine (abbiamo fatto questa pazzia perché non sapevamo davvero se scegliere Jay Hindley il vincitore, Vincenzo Nibali al suo ultimo Giro o Mathieu van der Poel autentica star di questa edizione), uno speciale di 50 pagine dedicato a tutte le suggestioni che abbiamo raccolto alla corsa Rosa con i nostri inviati Alessandro Autieri, Stefano Zago e Daniele Molineris.

E poi c’è Alvento di sempre, con le storie del ciclismo del passato, i luoghi da pedalare, le gravel race e l’ultracyling, tutte quelle piccole cose inaspettate che fanno parte del nostro modo di essere. Anche perché, non so se ve l’avevamo mai detto, alvento is a state of mind.

[Attenzione: le tre versioni della rivista sono IDENTICHE, cambia solo la copertina e cambia il dorsetto della copertina. I contenuti, però, sono identici]