Niccolò, Lorenzo e Giovanni conoscono bene il valore degli appuntamenti. Niccolò sostiene che quando si parte, soprattutto per un viaggio lungo, che porti molto lontano, è bene avere un appuntamento con qualcuno nelle terre in cui si arriva. Così prima di partire per Transaphar Tel Aviv – Il Cairo 2022 questi tre ragazzi avevano già qualcuno ad aspettarli, qualche giorno dopo, ad Amman e avevano qualcosa da lasciare, da donare: mille matite, in un bar, una sera.
Questa storia parte con un volo per Tel Aviv, il lunedì appena trascorso, poi tre biciclette e via a pedalare verso Il Cairo, circa 1000 chilometri, dodici giorni per percorrerli. Non è facile, ma, alla fine, Niccolò e i suoi amici lo sanno bene e ce lo spiegano: “I problemi sono quello che sono, la differenza la fa il modo in cui tu li approcci. Possono atterrarti oppure farti scoprire qualcosa di te che non conoscevi. Senza scordare che la maggior parte dei problemi è risolvibile”. Due mesi fa, quando questa idea è nata le cose belle sono balzate subito alla mente: “Abbiamo immaginato l’atterraggio, il momento in cui avremmo pedalato a Gerusalemme, l’Oasi di Fayyum e gli scheletri delle balene, le notti in tenda e i pasti dove capita. Insieme a queste, però, sono arrivate anche le cose difficili: passare in zone desertiche, il forte caldo, l’acqua che in alcune zone non si trova se non a distanza di molti chilometri, perché nulla è scontato come può sembrare e il bello e il difficile si affiancano.
“Viaggiare vuol dire capire questo, vuol dire studiare, conoscere e quindi rispettare ciò che incontri”. Viaggiare, soprattutto, vuol dire capire che mentre si viaggia e ci si diverte si può fare qualcosa di utile. Niccolò, Giovanni e Lorenzo lo dicono spesso: “Non vogliamo passare per quello che non siamo, non vogliamo elogi perché questo è soprattutto un viaggio di svago, però, quando guardiamo quelle mille matite che trasportiamo sulle biciclette siamo contenti”: Qui torna la questione degli appuntamenti: in quel bar, ad Amman, ad attenderli c’è il responsabile della Onlus “Terre des hommes” che farà avere le matite ai bambini dei campi profughi siriani.
“Se possiamo aiutare quei bambini, possiamo farlo grazie alla scuola, all’istruzione, da lì passa il loro futuro. Tante cose si potevano donare, noi abbiamo pensato a delle matite. L’oggetto con cui si impara a scrivere ma che si conosce sin da prima perché si usa per disegnare. Qualcosa che tutti hanno tenuto fra le mani da bambini e che li ha guidati nelle prime lezioni imparate: scrivere, sottolineare”. Il punto, racconta Niccolò, è proprio questo: per noi avere in mano una matita è assolutamente normale, talvolta, invece, non si ha nemmeno una matita da stringere fra le mani.
Matite che hanno a che vedere con la crescita di questi bambini, con un viaggio in bicicletta e con le biciclette perché donate da Campagnolo e Selle Royal: una sorta di porta su un viaggio. Come qualcosa di questo viaggio, di questo “safari oltre i faraoni”, resta in quei tre cappellini con copertura da deserto realizzati da Niccolò: un omaggio ai compagni e la dimostrazione di quante cose possa unire un viaggio, di quante cose possa fare un viaggio.
Gli uomini hanno la possibilità di adattarsi, una possibilità che spesso si dimentica nella comodità quotidiana e, in quell’adattamento fare qualcosa anche per gli altri. Tre ragazzi che pedalano da Tel Aviv a Il Cairo, provando a fare qualcosa di buono, ce lo ricordano.