La scusa era più che buona, andare a provare il percorso degli Europei di Trento.
Bene, benissimo, ho pensato. Però a noi amanti delle due ruote questa è una cosa che può capitare molto spesso, se vogliamo che capiti.
Sappiamo benissimo che ciclisti e runner sono tra le poche categorie che possono misurarsi nello stesso stadio in cui poi si sfideranno i campioni, che per noi non è nient’altro che una strada.
Per questo che il test della traccia dei campionati europei è diventato solo il pretesto per dire ok, andiamo là, e scopriamo qualcosa che non conosciamo.
Ed è stata una figata.
Sì perché, per i pochi che ancora non lo sanno, il Trentino è davvero il paese dei balocchi per chi ama la bici, in tutte le sue sfumature.
Innanzitutto ci sono le ciclabili, che più che piste sono autostrade dedicati ai ciclisti: delle bicistrade insomma. Belle, larghe, segnalate e soprattutto lunghe: sì perché il senso di queste vie è proprio quello di congiungere posti molto lontani tra di loro soprattutto fuori dai centri urbani più grandi. Sono 11 quelle di cui parleremo e vanno dalle Dolomiti fino al Garda coprendo oltre 430 km di tragitto tutto perfettamente asfaltato.
E come in ogni bicistrada che si rispetti è necessario creare dei punti dove fermarsi a sgranchire le gambe, prendere una boccata d’aria e rilassarsi un attimo durante il viaggio: ed ecco i bicigrill, strutture distribuite lungo i percorsi che offrono ristoro, servizi igienici e un collegamento con la rete stradale automobilistica, insieme al noleggio di bici ed e-bike, presente nelle principali località turistiche del territorio provinciale.
Ce ne sono 19 in Trentino e, fidatevi, sono comodissimi.
Noi siamo stati qualche giorno lì in giro e di sicuro non siamo persone che sentono la necessità di “menare” sempre e comunque. Abbiamo quindi alternato delle giornate in cui ci siamo sfidati su alcune delle 23 grandi salite del trentino e delle giornata in cui abbiamo approfittato dei paesaggi per goderci la tranquillità dei vari servizi bici + treno e bici + bus, che poi è una situazione perfetta per condividere le piste ciclabili anche con amici e famigliari meno allenati.
Infine abbiamo sentito la necessità di sentirci davvero alvento e abbiamo fatto un giro sulla DoGa: l’itinerario più wild costruito su strade secondarie e non asfaltate che parte dalla Val di Sole e finisce sul Garda.
Insomma siamo stati pochi giorni ma abbiamo fatto tante cose e tutte differenti. Ce n’è davvero per tutti i gusti.
Foto © Jered Gruber – riproduzione riservata
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