Alla Strade Bianche 2025 Tadej Pogačar avrà pochi avversari. Ha vinto due delle ultime tre edizioni con un totale di centotrentuno chilometri di fuga, con una settantina farebbe cifra tonda o poco più, con ottanta avrebbe passato in fuga interamente almeno una delle tre Strade Bianche vinte (sì, ok, la terza deve ancora vincerla…) come puntualizza un lettore nel nostro gruppo Telegram.

Pochi avversari, nessun alter ego. Uno può essere proprio lo stesso Pogačar, ma non riesco a pensare come possa andare contro se stesso, non ha mai dato segni di scompenso in tal senso. L’altro avversario, più plausibile, in uno sport dove “può accadere di tutto”, al massimo sarebbe legato a qualche fattore esterno come una caduta, una foratura in un momento chiave, per il resto è difficile immaginare lo sloveno sconfitto in una corsa perfetta per lui sotto ogni punto di vista.

RCS l’ha indurita lo scorso anno, venendo ancora di più incontro alle caratteristiche del campione del mondo in carica e per il 2025 ha aggiunto altri (quasi) 10 km in più di sterrato, anche se, giova ricordare come, andando verso l’arrivo, le “strade bianche” diminuiscano nettamente rispetto alla parte centrale in cui sono assolute protagoniste.

 

Il nuovo percorso della Strade Bianche vede un paio di km in meno totali, un tratto di sterrato in più (il numero 7, si passa dunque da 15 a 16 sezioni) e qualche centinaia di metri in più di dislivello.

 
Gli avversari più credibili non ci sono: van der Poel, scelta tecnico-tattica direbbe un Fabio Capello d’annata, consapevole forse di andare incontro a una sconfitta, pensa ad altri traguardi e, assente della penultima ora, Van Gils, uno dei più accreditati outsider. Gli altri correranno per il secondo posto, lo hanno già, più o meno, affermato. Lo scenario più credibile è l’attesa di un Pogi-show, come e quando vorrà lui e dietro rimescolamenti, caos, magari organizzato, gara al ciapa no dove, via via, usciranno alla distanza i corridori più tagliati per fondo- corsa molto esigente con un finale verso Siena che spacca le gambe – forma, capacità di tenere ai continui su e giù, sia in sterrato che non. Sempre che qualcuno non sia preso dalla voglia di provarci veramente (anticipando, inventandosi qualcosa, magari anche seguire Pogačar con il rischio di saltare per aria e buttare via un buon piazzamento) e non partire battuto, come ha, piuttosto banalmente, ricordato Michael Albasini, uno dei DS della Q36.5, la squadra di Tom Pidcock: «Pogačar è il più forte ed è il favorito, ma se parti sconfitto di testa, lui sarà ancora più imbattibile».

I nomi che possono concorrere al podio sono diversi: da Scaroni a Pidcock, fino a Van Eetvelt, passando per corridori più esperti come Kwiatkowski, Bilbao, Skuijns, Wellens ad altri più giovani come Vacek, Grégoire, Adria Simmons, o magari Hirschi, Madouas, Mohorič, Valter o Healy dovessero salire di colpi rispetto alle prime uscite stagionali.

Le sorprese, però, verso Piazza del Campo, potrebbero non mancare come succede spesso. Ed è proprio su questo che voglio basare i dieci nomi da seguire alla Strade Bianche 2025. Quei corridori meno attesi, meno gettonati, magari più lontani dai riflettori (anche se non tutti lo sono tra quelli che seguiranno) e che potrebbero riuscire a ottenere un piazzamento importante al termine di una corsa che, comunque vada, si attende dura, selettiva, di quelle che rimarrà nelle gambe per diversi giorni. Speriamo anche nella mente degli appassionati, anche se ultimamente, quando Pogačar è in gara, la lotta per la vittoria resta annacquata e si divide tra chi gioisce nel vedere e nel vivere un campione che sta scrivendo la storia di questo sport affiancandosi ai più grandi di sempre e chi invece di tutto ciò è un po’ stufo.

 

Ben Tulett 🇬🇧 (2001) – Visma Lease a Bike

Il britannico della Visma Lease a Bike sembrerebbe aver finalmente, dopo stagioni complicate coincise con l’addio all’Alpecin, trovato la retta via e per caratteristiche – guida, esplosività, resistenza – è corridore perfetto in un percorso come la Strade Bianche. Fratellino di Pidcock se ce n’è uno (in realtà ce ne sono due, vedremo a breve).

Filippo Zana 🇮🇹 (1999) – Team Jayco AlUla

Insieme a Scaroni è la carta migliore che abbiamo in casa Italia seppure da segnalare le presenze di Formolo – che qui è sempre andato forte, ma non sembra stare benissimo in questo avvio di stagione – Bettiol, Busatto e De Pretto. Adatto a percorsi mossi e a terreni come quelli della Strade Bianche, Zana ha dichiarato di voler migliorare il 9° posto dello scorso anno. Interessante accadesse perché sarebbe un altra conferma della sua crescita come corridore.

Clément Berthet 🇫🇷 (1997) – Decathlon AG2R

Ci sono più francesi da seguire, ormai è una costante, forse il nome più lontano dai radar è quello di Clement Berthet. Ex biker, tiene bene in salita, corre in una delle squadre più forti del gruppo, può ambire a una top ten facendo gara regolare. Certo, in casa Decathlon si parte in tanti con simili ambizioni: Prodhomme, Tronchon e Labrosse sono tutti nomi che possono chiudere nelle prime 20 posizioni, magari qualcuno di loro anche qualcosa meglio.

Joe Blackmore 🇬🇧 (2003) – IPT

Altro fratellino di Pidcock è Joe Blackmore. Anche lui con un passato nel fuoristrada e per caratteristiche, esplosivo, tiene bene in salite più o meno lunghe, sarà un corridore da tenere d’occhio. È all’esordio assoluto sugli sterrati delle Strade Bianche, ma questo non dovrebbe frenare le sue ambizioni che sono alte e può anche puntare a essere una delle sorprese di giornata.

Alan Hatherly 🇿🇦 (1996) -Team Jayco AlUla

Sarà tutta una scoperta per lui e per la squadra. Nelle sue prime sparate stagionali su strada – AlUla Tour – ha già chiuso davanti a tanti bei corridori. Vero, domani verso Piazza del Campo si troverà a dover gestire un contesto completamente differente e probabilmente sarà chiamato a dare una mano alla squadra, però, se nel caos degli sterrati dovessimo vederlo uscire nelle prime venti, venticinque posizioni non saremmo stupiti. Il dubbio, piuttosto, è sulla distanza, anche se i suoi giurano che diventerà forte anche lì.

Carlos Canal  🇪🇸 (2001) – Movistar

Uno che potrebbe diventare specialista di questa corsa: Carlos Canal, anche se bisogna ammettere come il galiziano forse avrebbe preferito la vecchia versione di Strade Bianche, quella più vicina ai puncheur che agli scalatori. Anche lui, però, con background da crossista e buone doti di fondo, ne può recuperare tanti strada facendo e provare a raggiungere un’ambiziosa top ten

Kévin Vauquelin  🇫🇷 (2001) – Arkéa B&B Hotels

Occhio a Vauquelin che lo scorso anno chiuse a ridosso dei primi 20 all’esordio in questa corsa e che è l’esempio più fulgido a livello mondiale di corridore che migliora di corsa in corsa. A suo agio su certi percorsi, potrebbe pure anticipare e poi tentare di resistere in ottica piazzamento nei primi 10. Alla sua portata.

Louis Barrè 🇫🇷 (2000) – Intermarché Wanty

Tra i corridori più continui di questo inizio di stagione c’è Louis Barrè, corridore completo, capace di andare forte su percorsi vallonati o sulle pietre, di tenere discretamente bene su salite brevi e dotato anche di un discreto spunto. Forse, come tutti quei corridori buoni ovunque, ma forti veramente da nessuna parte, rischia di vincere poco in carriera, ma ciò che importa è che domani alla Strade Bianche possa continuare a mantenere il filotto di risultati in stagione dove non è mai andato peggio che 17°. Da valutare la tenuta: in corse molto lunghe finora non ha mai ottenuto grandi risultati.

Albert Withen Philipsen 🇩🇰 (2006) – Lidl Trek

Menzione d’onore per il più giovane al via che non domani, certo, ma in futuro, sì, potrà tornare su queste strade per vincere. Il danese farà esperienza, aiuterà la squadra e qualsiasi risultato verrà sarà positivo. Tanto il futuro è suo.


Tobias Halland Johannessen 🇳🇴 (1999) – Uno X Mobility

La Uno X è squadra che passa sotto traccia nei pronostici, ma riesce spesso a sorprendere con piazzamenti o persino vittorie anche in corse che contano: l’ultimo esempio è Wærenskjold alla Omloop Niewsublad di settimana scorsa. Potrà essere la giornata di Tobias Halland Johannessen? Chissà. Il più forte dei due gemelli norvegesi sarebbe tagliato perfettamente per un percorso di questo genere avendo anche lui un passato nel ciclocross ed essendo amante di percorsi impegnativi come quello che si presenterà ai corridori nelle prossime ore. Ce lo aspettiamo in fuga mentre magari Cort Nielsen, apparso in grande condizione in questo inizio di stagione, potrà nascondersi nelle pieghe e provare a fare risultato pescando avversari a strascico. Uno dei due nordici in top ten potrebbero essere una scommessa interessante.