Il Giro d'Italia è un appuntamento

Il Giro d'Italia è un appuntamento. Uno di quegli appuntamenti per cui hai scritto tante lettere, a sera, ma non ne hai mai inviata alcuna. Perché, di fatto, non sai bene dove stia di casa: è un vagabondo che, però, ha la passione del ritorno, di tanto in tanto. Quelle lettere le hai rinchiuse in un cassetto, sperando, una mattina, forse nell'aria di vetro di Montale, che è, poi, quella di maggio, di incontrarlo fra le strade, per un caso che caso non è, perché pur di incontrarlo vai lontano da casa, e ti fermi a guardare. A guardare le biciclette, ad ascoltare la musica, ad assaggiare un cibo che fanno solo in quel paese, ad annusare un profumo, anche solo ad aspettare. E, se proprio non puoi andare a cercarlo, lo guardi attraverso uno schermo che sai che, ad una certa ora, mostrerà quello che mostra da anni a questa parte. Quello che cerchi da quando l'hai incontrato o l'hai sentito per caso, in una vecchia storia che ti raccontavano da bambino.

Il Giro d'Italia è un appuntamento fisso, potrebbe essere un venerdì sera o una domenica mattina, invece è ogni giorno della settimana per tre settimane. È forse anche dubbio, perché tutto cambia e come fai a quarant'anni ad avere la stessa voglia, lo stesso sogno, di quando ne avevi quindici? Con gli appuntamenti fissi accade di chiedersi se potrà mai finire, se, un giorno, non ti farà più quell'effetto, così appena torna, quel vecchio vagabondo, sei in una strada un poco più irrequieto, a cercarlo, per avere la tua conferma, come accadrà oggi a qualcuno, lungo la Costa dei Trabocchi. Moto, macchine, la carovana, le voci da un megafono, da un microfono, la stessa scia di vento e colore, e ti rendi conto che, sì, ogni anno probabilmente, crescendo, cambiando, invecchiando, qualcosa di diverso c'è, ma fai come da ragazzino. Tifi per la fuga, cerchi la maglia rosa, gridi di resistere a chi è caduto pochi chilometri prima, attendi la macchina dell'inizio gara per fare festa e quella del fine gara per attraversare la strada e cercare un'altra via in cui aspettarlo.

Il Giro d'Italia è un appuntamento a cui ognuno si presenta come crede. C'è ancora chi sceglie il vestito più bello che ha, come faceva una volta, per andare a bordo strada, c'è la signora che ha appena finito di preparare il pranzo e si affaccia ad un balcone con ancora il grembiule sporco di farina degli gnocchi, ci sono ragazzini sudati da una partita a calcio, nel campetto del paese, vespe e scooter, biciclette da corsa simili a quelle dei professionisti e vecchie Graziella di nonno e nonna. Anche passeggini e culle. Sì, il Giro è un appuntamento e come tutti gli appuntamenti può arrivare tardi o anticipare i tempi, mentre sei impegnato a fare altro, dopo tanti anni, però, hai capito che al Giro puoi andare anche con la vecchia divisa da imbianchino, con un cappellino fatto col giornale, dopo aver tagliato l'erba del giardino di casa o lavorato nell'orto. Non conta, al Giro vanno tutti, anche coloro che non lo conoscono eppure si sentono a proprio agio, per nulla intimiditi.

Forse quelle lettere avresti potuto spedirle a chiunque, a un amico, a un'amica, e ti avrebbero risposto qualcosa che anche il Giro potrebbe dirti. Il Giro è un appuntamento per pensare o per poter non pensare, e, quando un lunedì di fine maggio, o di inizio giugno, ti svegli e ricordi che l'hai già incontrato, che è stato bello, ma ora dovrai aspettare un anno, un poco ti prende male. Però il Giro è un appuntamento e i vecchi vagabondi come lui, anche se non ricevono lettere e non possono rispondere, agli incontri si presentano sempre.


Prima del Giro: a colloquio con i Direttori Sportivi

Alla vigilia del Giro d'Italia, abbiamo contattato i direttori sportivi delle tre  squadre italiane al via: Eolo Kometa, GreenProject- Bardiani Csf-Faizanè e Team Corratec. Ci hanno risposto Stefano Zanatta, Roberto Reverberi e Fabiana Luperini, insieme a loro, abbiamo provato a delineare come si prospetta il loro Giro.

Tirreno Adriatico 2023 - 58th Edition - 5th stage Morro d'Oro - Sarnano - Sassotetto 168 km - 10/03/2023 - Samuele Zoccarato (ITA - Green Project - Bardiani CSF - Faizan) - photo Roberto Bettini/SprintCyclingAgency©2023

Come arrivate al Giro d'Italia?

Stefano Zanatta (Eolo Kometa): Direi bene Sicuramente in cerca di uno step successivo rispetto agli anni scorsi, qualcosa che confermi la crescita della nostra squadra. Attaccheremo, cercheremo di essere protagonisti, ma con scelte più ponderate: non la fuga per la fuga, ma la fuga per provare a vincere. Certamente l'avvicinamento è stato segnato dall'assenza di Vincenzo Albanese nei primi mesi di quest'anno, un'assenza pesante perché è uno dei nostri migliori uomini. L'anno scorso aveva fatto grandi cose, così anche i suoi compagni erano pronti a ricominciare da lì, non poterlo fare, dopo l'infortunio, ha certamente pesato, anche a livello psicologico. Per Albanese era importante tornare, lo abbiamo visto bene al Giro di Sicilia, ed era ancora più importante poter essere al Giro d'Italia. Lo correrà senza pressioni, ma certamente questa possibilità potrà restituirgli quella sicurezza che può mancare dopo i più grossi incidenti.

Roberto Reverberi (Green Project-Bardiani Csf-Faizanè): Da parte mia posso dire che, a mio avviso, la nostra squadra è più forte quest'anno dell'anno scorso: un segnale importante. Abbiamo scelto di puntare molto sui giovani, su corridori che abbiano voglia di provare, anche a costo, magari, di non completare il Giro d'Italia. In certe occasioni, l'esperienza viene più dal provare che dal riuscire: possono anche bastare dieci giorni di Giro. Questo, ovviamente, senza rinunciare allo zoccolo duro di atleti che il Giro d'Italia l'hanno già corso e sanno cosa significhi. La riflessione che sto facendo negli ultimi giorni riguarda il cambiamento avvenuto nel ciclismo e la presenza di squadre e corridori così forti, capaci di improvvisare su ogni territorio, in grado di fare la differenza anche in tappe che, una volta, sarebbero state transitorie. Dobbiamo correre con intelligenza, non sfinirci e non sprecare energie inutili perché il Giro è lungo. Se siamo lungimiranti, possiamo portare a casa un bel risultato. C'è l'idea di provare a restare in classifica con Luca Covili, ma ritengo importante una precisazione: non ad ogni costo. Se questo tentativo deve costarci troppe energie o sacrificare troppo la nostra prestazione, meglio una vittoria di tappa che un quindicesimo posto in generale. Anche Covili lo sa e ne è pienamente consapevole.

Fabiana Luperini (Team Corratec): Con grande voglia di fare e di dimostrare che siamo una squadra che ha meritato e merita di esserci. C'è grande senso di responsabilità da parte dei ragazzi che avvertono l'occasione che hanno. Li capisco bene perché, pur se dall'ammiraglia, vivo la stessa cosa. Anche per me è il primo Giro d'Italia vissuto in questa posizione, importante e non facile. Non dico che ci sia apprensione, certamente, però, ogni tanto ci si sorprende a pensarci. Il Giro d'Italia non è soltanto una corsa in bicicletta, tutti sanno cos'è il Giro e in molti lo guardano pur non essendo appassionati di ciclismo. Questo è un discorso che ho fatto ai ragazzi: ogni nostra azione deve tenerlo presente. Abbiamo grande rispetto per tutte le squadre e guardiamo con ammirazione ai corridori più forti, a degli autentici fenomeni, però non abbiamo ne avremo mai alcun timore referenziale: il nostro Giro d'Italia lo giocheremo senza remore.

Saudi Tour 2023 - 3rd edition - 1st stage AlUla International Airport - Khaybar 180,5 km - 30/01/2023 - Fabiana Luperini (Team Corratec) - photo Luca Bettini/SprintCyclingAgency©2023

Soffermiamoci sui corridori scelti. Proviamo ad analizzare il loro ruolo all'interno della squadra.

Stefano Zanatta (Eolo Kometa): Avendo già parlato di Vincenzo Albanese, partirei da Lorenzo Fortunato. Lorenzo dovrà  giocarsi le proprie carte in salita, si può provare a restare in classifica generale, ma con uno sguardo più ampio che non perda di vista l'importanza di una vittoria, anche a rischio di uscire di classifica. Il nostro riferimento per esperienza e capacità di fare squadra sarà Francesco Gavazzi, all'ultimo anno e all'ultimo Giro.  Uomo squadra, è  vero, ma con ottime possibilità di togliersi una soddisfazione personale. Una garanzia è anche Mirco Maestri, come i ragazzi che sono cresciuti in questo gruppo. Penso Sevilla: per lui la maglia è diventata una seconda pelle ed il tempo che hanno passato con noi ci rende consapevoli che ci sarà e svolgerà al meglio il compito che gli assegneremo. Davide Bais è cresciuto tanto e sono certo che in questo Giro si noterà. Un altro corridore sempre pronto a lavorare per la squadra è Erik Fetter: l'abbiamo già visto molte volte all'opera in questo inizio stagione. La cifra di Mattia Bais sarà, invece, ancora la fuga, con la raccomandazione di razionalizzare i tentativi per fare centro.

Roberto Reverberi (Green project-Bardiani Csf-Faizanè): Parto dalla base, dai corridori che sono una conferma, una certezza: Fiorelli, Gabburo, Zoccarato, Tonelli e Covili. Fiorelli si giocherà le volate ristrette, in quelle di gruppo è un piazzato, ma dove il gioco si fa più complesso può vincere. Zoccarato è un duro, un corridore di talento che sa inventarsi ed ha occhio anche per gli attacchi. Alla fine, se ci pensate i corridori in fuga sono sempre gli stessi, perché andare in fuga è sempre più difficile. Tra l'altro, bisognerà fare bene attenzione ai big che usciranno di classifica, perché loro nelle fughe entreranno e questo sarà un altro fattore da studiare per capire dove attaccare. Non punteremo, invece, a maglie intermedie: il livello è tale per cui si rischia solo lo spreco di energie. Speriamo la fortuna ci aiuti, non facendoci perdere uomini per cadute o infortuni. Fra i giovani abbiamo Magli, Marcellusi e Enock Mulubrhan: ragazzi che sposano perfettamente la nostra idea di ciclismo. Senza paure, con tanta voglia di fare e libertà assoluta.

Fabiana Luperini (Team Corratec): Il corridore di maggiore esperienza che più ci rappresenta è senza dubbio Valerio Conti: conosce il Giro, può fare bene ed allo stesso tempo essere di riferimento per i compagni. Per le fughe penso a corridori come Gandin e Iacchi, mentre per le volate abbiamo uomini veloci, in stile Dalla Valle e Viviani. Sinceramente ho buone speranze anche di vedere qualcosa di buono nelle cronometro, perché Quartermann ha le carte in regola per stabilire buoni tempi. Ad Alexander Konychev auguro di provare ad imitare il padre, ne parla spesso, potrebbe essere la sua fonte di ispirazione. Infine, Tivani, già secondo ai Giochi Panamericani è un altro ragazzo veloce che potrebbe giocare qualche brutto tiro ai big.

Giro dÕItalia 2022 - 105th Edition - 7th stage Diamante - Potenza 196 km - Roberto Reverberi - photo Roberto Bettini/SprintCyclingAgency©2022

Che ingredienti avete chiesto alla squadra per questo Giro?

Stefano Zanatta (Eolo Kometa): Una parola non può che essere fuga, ma ne voglio aggiungere un'altra che credo sia importante: sorpresa. Sì, dovremo essere bravi a  sorprendere il gruppo attaccando in circostanze in cui nessuno se lo aspetta, soprattutto non escludendo mai alcuna possibilità ed essendo sempre pronti. Certe volte è nelle frazioni più impensate che si può fare la differenza.

Roberto Reverberi (Green Project-Bardiani Csf-Faizanè): Spirito combattivo, che si vede quando attacchiamo ma anche quando ci mettiamo a disposizione, resistiamo per quello che vogliamo.

Fabiana Luperini (Team Corratec): Coraggio. Ne serve tanto per una gara come il Giro d'Italia, lo metteremo in mostra.


Top&Flop alvento weekly #9

TOP

Juan Ayuso

Torna alle corse dopo 226 giorni e alla terza tappa del Romandia vince la crono, primo successo nel WT e veste la maglia di leader che perderà poi in salita il giorno dopo, ma poco importa. Che cos’è il talento ce lo ha spiegato bene il giovanissimo spagnolo.

Max Poole

A proposito di giovani e talenti, il corridore inglese della DSM, alla sua prima vera stagione da professionista, nelle ultime due corse a tappe disputate ha chiuso all’11° posto il Tour of the Alps e al 4° il Romandia. Forte in salita, a suo agio col maltempo, siete ancora in tempo per salire sul suo carro.

Andrea Debiasi

Non deve sfuggire al grande pubblico la crescita di questo corridore classe 2001 che milita nel Cycling Team Friuli. Veloce e resistente, nelle ultime settimane di gara ha ottenuto un 3° posto di tappa al Tour de Bretagne, è stato 2° a San Vendemiano e 6° al Giro del Belvedere. Altro corridore degli ex bianconeri friulani in rampa di lancio.

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FLOP

Romain Bardet

Col cuore in mano inseriamo una delle stelle del ciclismo francese che nella tappa del Romandia con arrivo in salita pensavamo di vedere lottare per vincere (dopo essersi piazzato pure in volata) e invece abbiamo visto staccarsi nel momento clou della corsa.

Ivan Ramiro Sosa

Qualche stagione fa pareva poter diventare uno degli scalatori più forti del gruppo, persino da poter diventare corridore influente per i Grandi Giri. Invece lo abbiamo visto in difficoltà (si fa per dire, chiude la classifica al 3° posto) anche nella “sua” Vuelta Asturias, dominata nel 2022. Risultato che gli vale l'esclusione dagli otto per il Giro.

Tour de Bretagne

Il video della caduta di quasi la totalità del gruppo, su una stradina stretta e completamente sporca di fango, ha fatto il giro del mondo. Chiediamo: ma tutte quelle moto che anticipano il gruppo nelle corse perché non hanno segnalato il pericolo, magari neutralizzando quel passaggio estremamente pericoloso?

Foto copertina: per gentile concessione del Cycling team Friuli


Il Monumentale del Giro 2023

Pochi sono gli argomenti imprescindibili nella ciclosfera: uno di questi è il Monumentale del Giro d’Italia, la guida di alvento alla Corsa Rosa, da tenere aperta lì, sul comodino, il telefono, il computer, il tablet, e da consultare durante i giorni che vanno dal 6 al 28 maggio 2023.

Prendiamo gli ingredienti e iniziamo tagliando la cipolla, un po’ anche per creare lacrime di scena a causa di quello che è già passato, in un’epoca in cui tutto, invece di trasformarsi, pare cancellarsi con una velocità che pare poco umana e, ahinoi, troppo al passo con i tempi: è stata una primavera delle classiche, che, perdonateci il termine abusato e a tratti più fastidioso di una zanzara d’estate, di una cimice che fa capolino in mezzo a vecchi serramenti nelle prime giornate calde di febbraio, potremmo definire semplicemente pazzesca, una primavera delle classiche che ci ha fatto divertire. Più semplicemente ha vissuto sulle sfuriate di van der Poel (Poggio), Pogačar (Oude Kwaremont); sullo stesso sloveno che attaccava da lontano all’Amstel e da vicinissimo alla Freccia: in entrambi i casi quanto gli bastava e serviva per vincere. Ha vissuto sulle spalle di van Aert, solide per reggere urti e polemiche, per vincere e piazzarsi, e su quelle con livrea iridata di Remco Evenepoel, che si è visto poco, ma quando si è visto pure lui se non cannibale, almeno cannibalino, dimostrando una certa fame, facilità, dimestichezza nell’uso della bicicletta come mezzo per vincere corse.

Prepariamo il soffritto: la primavera delle classiche ci porta diretti al Giro, e il Giro per alvento ormai significa anche (non soprattutto!) la guida più completa che potete trovare in circolazione: IL MONUMENTALE DEL GIRO D’ITALIA (2023). Scritto così, come se stessimo urlando.

Buttiamo la pasta: saranno tre settimane da vivere, sui nostri canali social, con la nostra newsletter, con le nostre istantanee, i nostri podcast, saranno tre settimane dove i protagonisti saranno loro, i corridori e dove noi avremo l'onore di raccontarli.

Mentre eXistenZ lo mettiamo "in paaausa", noi ci siamo: “Venite a tavola che è pronto!

UOMINI DI CLASSIFICA

FAVORITI

Stavolta cercheremo di farla (un po’) più breve perché non serve spiegare ogni volta la vita dei corridori, come fosse quella dei santi, snocciolando imprese e delusioni, e allora via intanto con i pretendenti alla maglia rosa finale.

REMCO EVENEPOEL

Foto: Remco Evenepoel - Luis Angel Gomez/SprintCyclingAgency©2023

Sulle strade del Giro fece il suo esordio in una corsa a tappe di tre settimane e dopo aver brillato, inizialmente, si spense, lentamente, fino al ritiro, andando in difficoltà nella tappa con gli sterrati e ritirandosi a seguito di una caduta qualche giorno dopo. Torna al Giro con una Vuelta, la maglia di campione del Mondo, due Liegi all’attivo e la consapevolezza di essere, se non il favorito numero uno, qualcosa di molto simile. Il percorso è tagliato per lui e fatichiamo a trovare un punto debole, al massimo gli possiamo dire occhio alle strade, sempre ricche di tracobetti™.

PRIMOŽ ROGLIČ

Foto: Primoz Roglic - Luca Bettini/SprintCyclingAgency©2022

O occhio a Roglič. Una caduta nell’ultima Vuelta ci ha privato all’improvviso della sfida massima tra i due, che oggi si ripeterà sulle strade del Giro dove lo sloveno ha già sfiorato il successo. Tre crono dove battersi testa a testa con Evenepoel e se l’antipasto della sfida tra i due è stato quello assaggiato in Spagna al Catalunya, ci sarà da divertirsi anche per argomenti che riguardano contorno ed extra corsa. E chissà che non sia proprio l'aspetto nervoso a far pendere la bilancia su un corridore rispetto all'altro.

Le differenze tra i due? Evenepoel è più fresco, ha un motore che si è visto di rado, soprattutto in uno sforzo di lunga durata; se decide di partire bisogna mettersi giù a blocco per provare ad arginarlo; è migliorato a tal punto da potersi battere anche sugli arrivi esplosivi e alla vigilia, spavaldo annuncia: «Mi sento molto più forte che nel 2022 quando vinsi la Vuelta». Roglič dovrà dare sfogo alla fantasia per cercare di scalfire l’inscalfibile apparente, poi lo ribadiamo: le crono potranno essere decisive in un senso o nell’altro, così come la capacità di stare sul pezzo lungo le strade italiane e, a costo di diventare ripetitivi, le scaramucce possibili tra i due potranno avere il loro peso.

ALTERNATIVE

JOÃO ALMEIDA

Foto: Joao Almeida - Luis Angel Gomez/SprintCyclingAgency©2022

Il primo che ci viene in mente è Joao Almeida. Regolarista se ce n’è uno. Si difenderà a cronometro e sulle lunghe salite, dove, mi raccomando, se lo vedete staccarsi non preoccupatevi, fa parte dell’ordinaria amministrazione: non ci saranno problemi, perché la sua capacità di limitare i danni è quasi unica in gruppo. A inizio carriera pareva un corridore temibile pure sulle brevi salite e con uno spunto veloce, ora, che comunque di anni ne ha (soltanto) 25, pare abbia leggermente modificato le sue caratteristiche: più regolare che esplosivo. Difficile insidiare i primi due, perché, pur difendendosi su ogni terreno, gli sono superiori, cronometro incluse, ma se ci fosse spazio, fossimo in voi terremmo nota del suo nome.

ALEKSANDR VLASOV

Foto: Aleksandr Vlasov - Vincent Kalut/PhotoNews/SprintCyclingAgency©2022

Ma serve un altro Vlasov rispetto a quello visto sin qui nel 2023. Serve quel corridore capace di tenere duro in salita, di brillare quando c’è da essere esplosivi, di andare forte anche a cronometro. Le tre settimane non lo spaventano, anzi, è il classico corridore che in un GT cresce alla distanza, e il finale di Giro, fatto per uomini da terza settimana, sembra proprio una dedica a questo tipo di corridori.

TAO GEOGHEGAN HART

Foto: Tao Geoghegan Hart - Ilario Biondi/SprintCyclingAgency©2023

Chi invece ce lo aspettiamo partire forte sin da subito è il rosso di Londra, già vincitore di un Giro d’Italia, seppure un Giro atipico e che ancora oggi porta la firma di Dennis sullo Stelvio. Ma Geoghegan Hart sta benissimo e fino al primo giorno di riposo potrà togliersi tante soddisfazioni. Un punto a favore e su cui dovranno lavorare in Ineos è l’incredibile profondità di squadra con gente forte su ogni terreno e con diverse alternative per la classifica generale.

QUARTETTO BAHRAIN (DAMIANO CARUSO, JACK HAIG, SANTIAGO BUITRAGO, GINO MÄDER)

Foto: Damiano Caruso - Kei Tsuji/SprintCyclingAgency©2022

Tutti e quattro perché è difficile sceglierne uno. Tre di questi quattro, poi, hanno uno storico importante nei Grandi Giri: podio e top ten, tra Giro e Tour (Caruso), podio alla Vuelta (Haig), top 5 alla Vuelta (Mäder); il quarto, Buitrago, è forse uno dei corridori più in forma del gruppo come dimostrato recentemente alla Liegi. Se dovessero mancare l’appuntamento con l’alta classifica, ognuno di questi potrà provare a vincere una o più tappe in montagna. Se dovessimo sceglierne uno, tuttavia, vi diremmo di fare un pensierino su Haig, forse quello più convincente e completo, anche se spesso coinvolto in cadute e incidenti di gara. Tuttavia, Caruso ha destato una bella impressione al Romandia.

HUGH CARTHY

Foto: Hugh Carthy ©PHOTOGOMEZSPORT2020

Il magrissimo, ai limiti dell’anoressia, inglese, c’è sempre e quando c’è lo si nota. Va forte con ogni condizione meteo e in salita sulla carta se la gioca con tutti quelli che non si chiamano Remco o arrivano dalla Slovenia e vestono la maglia Jumbo-Visma. La sua squadra sta bene, lui sta bene, un piazzamento in alta classifica è alla sua portata come già dimostrato più volte in carriera.

OUTSIDER

Foto: Haimar Zubeldia - Luis Angel Gomez/BettiniPhoto©2017

C’è poi quel gruppo di corridori che, approfittando di alcune situazioni di campo che non staremo di certo qui ad elencare, ma si possono intuire, potranno inserirsi nella lotta per l’alta classifica oppure, prendendo esempio da uno dei massimi esponenti della regolarità nei Grandi Giri, ovvero Haimar Zubeldia, potranno ambire a un piazzamento nei primi dieci, quindici di classifica. Andando magari in fuga e recuperando minuti a grappoli, oppure sfruttando doti di fondo fondamentali nel prosieguo di una corsa lunga tre settimane.

LORENZO FORTUNATO

Foto: Lorenzo Fortunato - Luca Bettini/SprintCyclingAgency©2022

Per alcuni, vedi Lorenzo Fortunato, entrare nei dieci sarebbe l’ennesima conferma di una carriera a buoni livelli nelle grandi corse a tappe e sarebbe un risultato con i fiocchi per la Eolo-Kometa. Lo scalatore bolognese, però, non nasconde l’idea di poter tornare a vincere anche una tappa dopo la splendida impresa sullo Zoncolan due stagioni fa. Sul piatto c’è soprattutto la voglia di riscatto dopo un Giro 2022 sotto le aspettative e l'avvicinamento, Tour of the Alps e Vuelta Asturias, dà fiducia, ma aumenta le aspettative.

GLI ALTRI INEOS (SIVAKOV, ARENSMAN, THOMAS)

Ad altri, come gli Ineos che non si chiamano Geoghegan Hart, guardiamo invece con perplessità, questo se dovessimo prendere per buono in questo caso l’avvicinamento al Giro. Presentiamoli a suon di bordate: Pavel Sivakov ormai è un gregario di lusso: peccato! esclamiamo senza timore di offendere qualcuno, il Sivakov degli Under 23 era un signor corridore che avrebbe meritato ben altri spazi, ma spesso vocazione non fa rima con ambizione e guardiamo avanti verso un Giro probabilmente di gregariato; Thymen Arensman in questo inizio di stagione ha assunto invece le sembianze dell’incompiuto -almeno momentaneamente - arrivando a far dire a chi scrive, “se esistesse un premio delusione, quello del 2023 spetterebbe di diritto al Principe di Eternia”. Dotato di notevole fondo, da Arensman ci aspettiamo cose importanti nella terza settimana del Giro e chissà che non possa essere ancora in alta classifica o entrarci in qualche maniera, come fece lo scorso anno in Spagna alla Vuelta. Infine Geraint Thomas, palmarès e carisma con pochi eguali tra i partenti di questa edizione di Giro, sempre chi scrive provò a scommetterci contro lo scorso anno alla vigilia del Tour, la risposta del gallese fu pronta, quasi esagerata: 3° posto alle spalle dei due dominatori. Quest’anno ci riproviamo perché il Thomas visto finora non convince nemmeno lui.

LENNARD KÄMNA

Foto: Lennard Kämna - Luca Bettini/SprintCyclingAgency©2022

Chi invece ha convinto, è convinto e convince - e punta alla classifica, magari a uno di quei piazzamenti che non ti cambiano la carriera in senso assoluto, ma che aiutano, che fanno morale, che ti fanno trovare un bel rinnovo di contratto eccetera - è Lenny Kämna, uno dei corridori più amati dal tifo, anche italiano. Cacciatore di tappe per antonomasia, il tedesco, messi da parte alcuni problemi di varia natura, nelle ultime stagioni si sta specializzando come corridore dall’istinto fatale: quando parte a caccia di una tappa difficilmente sbaglia. Al Giro occasioni ghiotte ce ne sono, ma lui, con un occhio al compagno di squadra Vlasov e uno alla propria classifica, proverà a tenere duro. Nel 2022 vinse sull’Etna e poi si fece trovare costantemente davanti, puntuale nel dare una mano a Hindley. Speriamo solo che non stravolga troppo la sua natura da corridore istintivo.

JAY VINE

Foto: Jay Vine - Kei Tsuji/SprintCyclingAgency©2023

Tutto ancora da scoprire. Il corridore visto al Tour Down Under, forte a crono e in “salita” potrebbe ambire a un piazzamento importante, idem quello visto alla Vuelta a fine 2022, ma: 1) Il Giro non è la Vuelta, tantomeno lo è la breve corsa a tappe australiana che si corre a gennaio; 2) viene da un problema fisico che lo ha costretto a fermarsi per diverse settimane; 3) spesso finisce a terra e in una corsa di così lunga durata, per questioni di probabilità, i pericoli aumentano. Di certo sarà uno dei corridori da seguire maggiormente, può perdere poco a cronometro, può vincere in salita, non ha paura di attaccare, e magari, oltre ad aiutare Almeida, potrebbe pure essere tra i favoriti per la maglia dei Gran Premi della Montagna.

DOMENICO POZZOVIVO

Foto: Domenico Pozzovivo - Ilario Biondi/SprintCyclingAgency©2023

E di Domenico Pozzovivo che diciamo? Altro Giro, altra corsa. Quello che inizia sabato sarà il suo 24esimo Grande Giro, e arriverà dopo aver passato il secondo inverno consecutivo ad allenarsi senza un contratto in mano. Alla fine la Israel-PremierTech gli dà una bella chance che lui - coetaneo di chi scrive - non vuole sciupare.

RIGOBERTO URAN

 

Foto: Rigoberto Uran - Luis Angel Gomez/BettiniPhoto©2021

A proposito di età che avanza e di tante corse a tappe sulle spalle: al via pure Rigoberto Uran con l’ambizione di provare a entrare nei 10 e di formare con Carthy una coppia molto interessante. Il suo tempo è passato? Mai darlo per finito, perché come ha dimostrato nell'ultima edizione della Vuelta, ha esperienza e classe per vincere ancora, e per piazzarsi in corse di alto livello.

THIBAUT PINOT

Foto: Thibaut Pinot - Luca Bettini/SprintCyclingAgency©2022

E visto che ci piace trovare un filo conduttore svolazzando in punta di penna tra paragrafo e paragrafo: il talento trova rifugio in Thibaut Pinot, agli ultimi canti della sua carriera. È in forma e al Giro proverà a lasciare il segno, prima di lasciare il ciclismo, in salita e perché no, in classifica generale, spazio ce n’è, tifo sulle strade per lui altrettanto.

AURÉLIEN PARET-PEINTRE

Foto: Aurélien Paret-Peintre - Ilario Biondi/SprintCyclingAgency©2023 

Chiudiamo la carrellata con Aurélien Paret-Peintre. Il francese dell’AG2R, veloce, completo e regolare, vuole provare a migliorare il 16° posto ottenuto al Giro nel 2020 (e il 15° ottenuto al Tour la stagione successiva). Può essere una delle sorprese del Giro: anche lui è in ottima forma come dimostra il piazzamento nei primi venti ottenuto alla Liegi-Bastogne-Liegi. Correndo con metodicità, un risultato tra il 10° e 15° posto è alla sua portata.

TUTTO IL RESTO DI QUELLO CHE DOVRESTE SAPERE SUL GIRO

Diamo uno sguardo generale a quello che sarà il resto del gruppo in corsa, analizzando ogni singola squadra - tolti i già citati - le loro ambizioni e i loro corridori.

Soudal-Quick Step

Foto: Mattia Cattaneo - Luca Bettini/SprintCyclingAgency©2022

Squadra interamente guidata dal guardiano del faro Evenepoel; squadra che, dopo le legnate prese al Nord, arriva al Giro con ambizioni importanti di successo finale, ma soprattutto con un gruppo di corridori solidi di fianco al proprio capitano: Mattia Cattaneo, Jan Hirt e soprattutto Ilan van Wilder sono un terzetto che potrebbe fare anche corsa propria, a memoria di chi scrive è il più forte gruppo messo insieme da Lefevere in un Grande Giro, almeno in chiave classifica generale. Con loro Louis Vervaeke che sta andando forte da inizio stagione, Davide Ballerini che se ne avrà le possibilità potrà togliersi ambizioni personali magari in qualche sprint ristretto o in fuga, Pieter Serry, votato a tirare sempre e comunque, e Josef Černý, uno degli uomini più affidabili in pianura e tra gli outsider per la cronometro di apertura.

AG2R Citroën Team

Foto: Andrea Vendrame - Ilario Biondi/SprintCyclingAgency©2022

L’AG2R prova a flirtare con i primi dieci posti della classifica con il più vecchio dei fratelli Paret-Peintre, avrà in Andrea Vendrame l’uomo chiave per le fughe, anche quelle che prenderanno il largo nelle tappe di montagna; Nicolas Prodhomme e Paul Lapeira sono due ragazzi che non hanno ancora espresso (del tutto il primo, quasi nulla il secondo) il proprio potenziale visto nelle categorie giovanili. Con loro l’interessante neo pro Alex Baudin, che di sicuro vedremo all'attacco e il redivivo Larry Warbasse, corridore che invece da tempo si vede molto poco davanti.

Alpecin-Deceunink

Foto: Stefano Oldani - Rafa Gomez/SprintCyclingAgency©2022

L’Alpecin Deceuninck scalda meno che la scorsa edizione per il semplice fatto che manca van der Poel, ma se le cose dovessero andare come nel 2022, corridori per dare spettacolo e fare risultato ci sono. Stefano Oldani vuole provare a vincere di nuovo una tappa, e ne ha tutte le carte in regola, seppure il suo avvio di stagione non è stato privo di difficoltà fisiche. Idem Nicola Conci, corridore dal grande talento ancora inespresso. Manca Philipsen? Non c’è problema: a giocarsi le volate ecco Kaden Groves, uno che sa già vincere traguardi importanti davanti a gente importante e insieme a Pedersen uno dei velocisti di punta della corsa rosa 2023. L’australiano oltretutto potrà contare su un buon supporto per gli sprint.

Astana Qazaqstan Team

Foto: Samuele Battistella - Roberto Bettini/SprintCyclingAgency©2023

Come l’Alpecin anche l’Astana non ha corridori per la classifica (forse Vadim Pronskiy? Chissà fino a che punto), ma non vivrà delle sole (possibili) volate di Mark Cavendish, che in questo senso è un po' lasciato da solo, quanto anche dell’ottimo stato di forma di Simone Velasco e Christian Scaroni, della voglia di riscatto di due grandi talenti del ciclismo italiano che si accendono a corrente alternata per vari motivi, Samuele Battistella e Gianni Moscon e delle fiammate in salita di Joe Dombrowski, sempre difficile da pronosticare, ma spesso capace di tirare fuori il numero in una tappa di salita. Completa la selezione uno dei corridori più esperti: Luis Leon Sanchez che nei Grandi Giri (quattro tappe vinte al Tour, la maglia dei GPM alla Vuelta, anche se per entrambe le statistiche parliamo di una vita agonistica fa), ha trovato giornate in cui appariva quasi imbattibile. Ma le primavere del murciano saranno 40 a fine stagione.

Bahrain-Victorious

Foto: Jonathan Milan (ITA - Bahrain - Victorious) - Dion Kerckhoffs/CV/SprintCyclingAgency©2023

Quattro capitani già citati, e con loro tre corridori italiani assolutamente da seguire: Jonathan Milan, all’esordio in un Grande Giro, per le volate, per dare ancora più volume al suo motore, per lavorare forte in pianura proteggendo i capitani; Andrea Pasqualon darà una mano ovunque e magari cercherà la giornata libera per vincere: in Bahrain non hanno mai disdegnato le vittorie di tappa nei Grandi Giri pur curando la classifica generale, e quindi interessante vedere anche gli ulteriori progressi di uno dei corridori più interessanti del ciclismo italiano, Edoardo Zambanini, lo scorso anno vicino al successo in fuga alla Vuelta.

BORA-hansgrohe

Foto: Giovanni Aleotti - Luca Bettini/BettiniPhoto©2021

Capitolo BORA-hansgrohe, i campioni uscenti: niente Hindley, ma Vlasov e Kämna, e in generale una squadra solida in salita (Patrick Konrad, in grande forma, Bob Jungels, anonimo fin ora, Giovanni Aleotti, ci piacerebbe vederlo libero di provarci, ma tant’è, e infine Toni Palzer); con Cesare Benedetti a pulire e smistare palloni e Nico Denz, che al Giro si è spesso espresso bene, tuttofare, buono ovunque e in qualsiasi situazione. Lo scorso anno misero a ferro e fuoco la tappa di Torino, e poi vinsero al penultimo giorno il Giro grazie alle gambe di Hindley, quest’anno dovranno inventarsi nuovamente qualcosa se vogliono ribaltare una corsa che vede il pronostico completamente blindato sui due citati a inizio articolo.

Cofidis

Foto: Simone Consonni - Luca Bettini/SprintCyclingAgency©2023

Niente corridori per la classifica, ma diverse pedine per provare a vincere su svariati terreni, cosa che per altro in questa stagione gli sta riuscendo molto bene. Simone Consonni, lanciato da Davide Cimolai, sarà la ruota veloce, e da lui passano le maggiori ambizioni della squadra francese, Remy Rochas, Hugo Toumire, Alexandre Delettre e François Bidard si faranno vedere in fuga in salita, insieme a Jonathan Lastra, finora in ombra. Tutti corridori magari non di grido, ma che possono provare a vincere una tappa.

EF Education-EasyPost

Foto: Ben Healy - Tommaso Pelagalli/SprintCyclingAgency©2023

Due capitani per la classifica e diversi battitori liberi: la EF Education arriva al Giro come una delle squadre più interessanti da seguire. Alberto Bettiol cerca il riscatto dopo una primavera condizionata da cadute e problemi fisici, al Giro è già riuscito a svoltare la stagione, e poi al via ci sarà Ben Healy, uno dei corridori di culto di questo 2023. L'irlandese nei primi nove giorni di gara, se sorretto dalla stessa condizione vista nell'ultimo mese, può essere uno dei protagonisti assoluti della corsa. L'altro nome da seguire è quello di Magnus Cort Nielsen, che nelle corse a tappe in un modo o nell'altro riesce sempre a lasciare una zampata.

Eolo-Kometa

Foto: Vincenzo Albanese - Rafa Gomez/SprintCyclingAgency©2022

Citato Fortunato, Vincenzo Albanese è l'altro capitano: meriterebbe una vittoria di peso dopo tanti piazzamenti e una bruttissima caduta che lo ha tenuto fuori diversi mesi dalle competizioni. I soliti fratelli Bais (Davide e Mattia), con Mirco Maestri e Francesco Gavazzi li vedremo spesso, se non di più, in fuga. E si sa che prima o poi la fuga arriva…

GreenProject-Bardiani

Foto: Samuele Zoccarato-  Luca Bettini/Photo©2021

Come dimostrato di recente i ragazzi della GreenProject Bardiani- CSF- Faizanè si stanno avvicinando al Giro d’Italia tirati a lucido: l’obiettivo sarà ben figurare nelle fughe, ma riuscire a mettere anche qualità che significa provare a vincere le tappe. Filippo Fiorelli è l’uomo veloce, starà a lui capire come e dove sfruttare il suo spunto e la sua resistenza; Luca Covili proverà a tenere duro e a fare classifica. Samuele Zoccarato è il corazziere: l’ideale per i verdi sarebbe averlo in fuga in compagnia di altri compagni di squadra, sarebbe una locomotiva importante. Davide Gabburo, dopo aver sfiorato il successo nel 2022, a Napoli, ci riprova, Alessandro Tonelli è l’esperto, Martin Marcellusi, Henok Mulubhran e Filippo Magli tre interessanti esordienti, visti anche in forma nelle corse di avvicinamento al Giro.

Groupama-FDJ

Foto: Stefan Küng - Peter De Voecht/PN/SprintCyclingAgency©2023

Madiot manda al Giro Stefan Küng con l'obiettivo di conquistare la maglia rosa alla prima tappa. Corridore che dà lustro alla lista di partenza, lo svizzero sarà importante pedina su ogni terreno per Pinot. Pedina per la salita sarà il giovane neozelandese Reuben Thompson, interessante carpire i suoi progressi anche tra i professionisti, dopo avergli visto vincere il Val d’Aosta nel 2021: ha doti da corridore vero. Con Bruno Armirail, Ignatas Konovalovas e Rudy Molard si sta in una botte di ferro, anche se quest’ultimo ha sofferto questa prima parte di stagione, chiudono la selezione Fabien Lienhard e l’olandese Lars van der Berg, gregari, ma soprattutto Jake Stewart, temibile sugli arrivi per corridori esplosivi, anche se è in arrivo da una primavera tutt’altro che esaltante.

Ineos Grenadiers

Foto: Filippo Ganna - Roberto Bettini/SprintCyclingAgency©2023

Tolti i già nominati resta ancora tanta carne al fuoco: basta il nome di Filippo Ganna, uno dei corridori in assoluto più attesi in questa corsa. Obiettivo dichiarato: la prima tappa con la conseguente maglia di leader. Sabato a Ortona ci aspettano le fiamme nella crono d’apertura. Restano Laurens De Plus, visto in grandissima forma in salita quest'anno, Salvatore Puccio e Ben Swift, gregari fondamentali in una squadra ricca di punte.

Intermarché- Circus-Wanty

Foto: Lorenzo Rota - Tommaso Pelagalli/SprintCyclingAgency©2023

Potremmo definirla una formazione a trazione anteriore ,quella belga, tra le rivelazioni di queste ultime due stagioni ciclistiche. Se Nicolò Bonifazio insegue il successo in volata, ma noi, inguaribili romantici, lo vedremmo bene anche in fuga, Lorenzo Rota sarà colui che proverà a vincere le tappe - le poche concesse dal percorso - con percorso vallonato. Sven Erik Bystrøm avrà compiti simili all'italiano: inserirsi nelle fughe e vincere, un discorso non troppo diverso riguarda il roubelista Laurenz Rex, forte sul passo, ma che, nonostante la stazza, può difendersi bene anche su salite più brevi. Simone Petilli, ma soprattutto Rein Taaramäe, saranno i due corridori votati alla classifica generale e a difendersi in salita. Lo scorso anno dal paniere ICW spuntò fuori Hirt, quest'anno i due appena citati hanno le loro chance per provare a ripetere le gesta dello scalatore ceco.

Israel-Premier Tech

Foto: Marco Frigo - Ivan Benedetto/SprintCyclingAgency©2023

Con Domenico Pozzovivo due neoprofessionisti utili in salita e da seguire anche in ottica futura per i Grandi Giri: Matthew Riccitello e Marco Frigo. Simon Clarke andrà a caccia di tappe come Mads Wurz Schmidt, mentre i discorsi su Steve Williams cambiano a seconda del momento. Diversi alti e bassi in carriera, ma tante anche le qualità per provare a vincere una tappa.

Jumbo-Visma

Foto: Sepp Kuss e Primoz Roglic - Luis Angel Gomez/BettiniPhoto©2021

La squadra è costruita intorno a Roglič, per Roglič. Sepp Kuss e Tobias Foss sono le alternative in salita e per la classifica, Edoardo Affini è l’uomo che unisce tattica e potenza, Jan Tratnik il trattore capace di trenate letteralmente su ogni tipo di terreno, ma anche di cercare il colpo personale. Michael Hessmann è l’esordiente: lo scorso anno, 3° al Tour de l’Avenir, è stata una delle liete sorprese della categoria. Imparerà il mestiere dando una mano ai suoi. Sui colpi personali: riuscirà Koen Bowman a ripetere l’incredibile Giro 2022? (Due tappe e la maglia dei Gran Premi della Montagna). Difficile, visti i nomi in squadra. Infine con loro l’eterno Robert Gesink.

*Dopo l'annuncio della selezione ufficiale, Foss e Gesink restano fuori causa Covid e verranno sostituiti da Rohan Dennis e Jos van Emden.

Movistar Team

Foto: Fernando Gaviria - Ivan Benedetto/SprintCyclingAgency©2023

Una delle squadre più in forma da diversi mesi a questa parte, che pur non avendo una selezione stellare, sa tirare fuori in diverse corse il colpo vincente o quasi. Al Giro ci proveranno Fernando Gaviria, con il supporto di Max Kanter, nelle volate, Will Barta nelle crono, Einer Augusto Rubio e Carlos Verona in salita (magari in fuga), mentre Óscar Rodríguez potrebbe pure provare a fare classifica.

Team Arkéa Samsic

Foto: Alessandro Verre - Rafa Gomez/SprintCyclingAgency©2022

Sei corridori su otto fanno l’esordio al Giro d’Italia (l'hanno già corso il “vecchio” Maxime Bouet e David Dekker, quest'ultimo proverà a piazzarsi in volata): l’ Arkéa Samsic si presenta con una selezione non di certo irresistibile e nella quale spicca soprattutto il nome di Warren Barguil. Il francese viene da una primavera non all’altezza delle ultime stagioni, ma al Giro può lasciare il segno, in classifica, in fuga, nella lotta per la maglia dei Gran premi della Montagna. L’altro corridore da seguire è Alessandro Verre che senza veri e propri capitani ha una bella chance oltre che di fare esperienza, magari per un futuro da uomo di classifica, anche per provare a vincere una tappa.

Team Corratec

Foto: Valerio Conti - Tommaso Pelagalli/SprintCyclingAgency©2023

Cenerentola del Giro con ancora zero vittorie stagionali all’attivo: l’obiettivo è quello di mettersi in mostra in fuga, ma alcuni corridori possono anche provare a vincere una tappa, vedi Valerio Conti. Nicolas Dalla Valle e Attilio Viviani sono le ruote veloci, Alexander Konychev cerca il riscatto dopo anni difficili, Stefano Gandin, Alessandro Iacchi e Charlie Quarterman carne da fuga.

Team DSM

Foto: Andreas Leknessund - Inaki Azanza/SprintCyclingAgency©2023

Andreas Leknessund per provare a fare classifica, esplodere, prima o poi, o “più semplicemente” (??) vincere qualche tappa di montagna partendo da lontano: occhio a lui perché potrebbe essere una delle sorprese della corsa. Alberto Dainese per le volate di gruppo, Marius Mayrhofer per quelle con gruppo più selezionato, Harm Vanhoucke per farsi vedere ogni tanto in alta montagna o magari in zona top 20 di classifica. Il resto dei corridori scelti per il Giro potranno provare a scrivere la loro storia strada facendo.

Team Jayco-AlUla

Foto: Alessandro De Marchi - Tommaso Pelagalli/SprintCyclingAgency©2022

Senza un vero e proprio uomo di classifica, qui sta la novità, ma con Michael Matthews che torna al giro dopo tre anni e dopo che, nel 2014, proprio sulle strade italiane, iniziò a togliersi le prime grandi soddisfazioni della carriera (tappa in maglia rosa a Montecassino sotto la pioggia). Un paio di frazioni nella prima settimana potrebbero sorridergli. Eddie Dunbar e Filippo Zana sono i corridori chiamati a tenere il più duro possibile in salita e poi vedere, prima della fatidica ultima settimana, a che punto potranno trovarsi e con quali ambizioni. Alessandro De Marchi non ha bisogno di presentazioni: cerca una vittoria di tappa a modo suo: la fuga, ma quella di qualità. Infine si rivede Lukas Postlberger, che nel 2017 anticipò il gruppo il primo giorno conquistando tappa e maglia: il corridore austriaco non arriva da un inizio 2023 memorabile, ma ogni tanto ha colpi di questo genere.

Trek-Segafredo

Foto: Mads Pedersen - POOL Jan De Meuleneir/SprintCyclingAgency©2023

Come ha detto Ciccone nel momento in cui hanno annunciato il suo forfait al Giro: “Mi si è spezzato il cuore”. Noi abbiamo provato la stessa sensazione. E allora la Trek-Segafredo, squadra di matrice americana ma con co-sponsor italiano, arriva al Giro per diversi motivi senza un corridore di casa, ma con due punte in momenti totalmente differenti delle loro carriere, per età e ambizioni: uno è Mads Pedersen, corridore nel suo momento di massima brillantezza e in assoluto fra i più attesi: obiettivo tappe in ogni modo e maglia ciclamino. Con lui l’inossidabile Bauke Mollema che, nonostante le 36 primavere, tenterà di fare classifica, difendendosi a crono e in montagna e vincere una tappa. Il contorno in casa italoamericana prevede Natnael Tesfatsion, veloce e resistente, come alternativa a Pedersen; Dan Hoole e Toms Skuijns: al servizio della squadra e magari con la licenza di provarci anche a livello personale, e infine Alex Kirsch, Amanuel Ghebreizgabhier e Otto Vergaerde, uomini di supporto fondamentale per i risultati di squadra.

UAE-Team Emirates

Foto: Diego Ulissi - Ilario Biondi/BettiniPhoto©2020

Non solo Almeida e Vine per la corazzata emiratina, ma diversi corridori che proveranno a togliersi soddisfazioni personali, quando non chiamati a difendere un possibile risultato importante in classifica del portoghese, che punta al podio, o dell'australiano. Alessandro Covi e Davide Formolo proveranno a vincere una tappa in salita, Diego Ulissi qualche arrivo in un gruppetto sgranato, Brandon McNulty è una terza carta (e che carta!) per la classifica, mentre Pascal Ackermann sarà uno dei velocisti principali del Giro 106.

IL PERCORSO

Nei primi nove giorni di corsa, prima del riposo, due crono al primo e all’ultimo giorno. Piatta la seconda, per veri specialisti, e anche abbastanza “lunga” (33,4 km) considerato lo stato attuale delle cose, quando si parla di cronometro lunghe negli ultimi anni. Già dal primo giorno si fa sul serio nonostante i “soli” 18km: nel finale si sale e ci si può piantare, attenzione. Favoriti quei corridori à la Ganna e Küng, ma occhio ai primi distacchi tra gli uomini di classifica.

Nei primi nove giorni di corsa, due crono e in mezzo un arrivo in salita interessante sul Gran Sasso d’Italia (Campo Imperatore). Lo diciamo? Lo diciamo: “qui non si saprà chi vincerà il Giro, ma sicuramente si conoscerà il nome di chi non lo potrà vincere”; uno decisamente abbordabile (Lago Laceno), almeno 3 volate e due tappe miste. Occhio anche alle fughe che ormai è consuetudine come nei Grandi Giri arrivino sin troppo spesso, ma dipenderà dalle dinamiche di corsa e dalle scelte delle squadre più forti.

La seconda settimana, quella che va dalla tappa 10 alla 15, dalla Scandiano-Viareggio alla Seregno-Bergamo, è quella sulla carta più semplice, si fa per dire. Terreno per le fughe in almeno 4 tappe su 6, in alternativa in quelle 4 tappe potremmo vedere 3 volate di gruppo. L’arrivo in salita di Crans Montana sicuramente cambierà la classifica, la tappa di Bergamo può creare grattacapi, ma dipende da come verrà affrontata. Un antipasto di un’ultima settimana come da tradizione terribile, forse pure troppo: speriamo non faccia diventare il tutto una lunga attesa e un lungo rimandare all’indomani le azioni decisive.

Tolto l’arrivo di Caorle e il finale su Roma, gli altri 4 giorni saranno quelli più provanti con gli arrivi a Monte Bondone, Val di Zoldo, Tre Cime di Lavaredo e poi la cronoscalata sul Monte Lussari, per riscrivere la classifica. Un po’ di rammarico c’è, vedendo il percorso, l’assenza di un arrivo in discesa, per esempio, stona parecchio nel disegno di una corsa come il Giro. Stesso discorso se prendiamo in esame gli arrivi misti o vallonati o come dir si voglia: c'è carenza.

LE STELLINE DI  ALVENTO

MAGLIA ROSA

⭐⭐⭐⭐⭐Evenepoel
⭐⭐⭐⭐Roglič
⭐⭐⭐Almeida, Vlasov
⭐⭐Thomas, Haig, Geoghegan Hart
⭐Pinot, Caruso, Carthy, Kämna, Vine, Arensman

MAGLIA CICLAMINO

⭐⭐⭐⭐⭐Pedersen
⭐⭐⭐⭐ Matthews
⭐⭐⭐ Evenepoel, Roglič, Gaviria
⭐⭐ Consonni, Ackermann, Geoghegan Hart, Cort
⭐Almeida, Kämna, Milan, Healy, Dainese

MAGLIA AZZURRA

⭐⭐⭐⭐⭐Buitrago
⭐⭐⭐⭐ Kämna, Vine
⭐⭐⭐Evenepoel, Roglič
⭐⭐ Mollema, Barguil, Leknessund, Pinot
⭐Bouwman, Cepeda, Zana

MAGLIA BIANCA

⭐⭐⭐⭐⭐Evenepoel
⭐⭐⭐⭐ Almeida
⭐⭐⭐Arensman, van Wilder, Buitrago
⭐⭐McNulty, Zana
⭐Riccitello

Foto in evidenza: Daniele Molineris

NB: DEI PARAGRAFI POTREBBERO SUBIRE CAMBIAMENTI A CAUSA DEL MANCATO ANNUNCIO DI ALCUNE SELEZIONI UFFICIALI


Komoot al Giro d'Italia

21 tappe, 17 regioni attraversate, Grande partenza dall’Abruzzo il 6 maggio, ultima tappa a Roma il 28: la 106esima edizione del Giro d’Italia è alle porte e coprirà 3500 chilometri con oltre 51.000 metri di dislivello.

E non sarà solo una competizione che metterà di fronte alcuni fra i migliori girini del gruppo, sarà anche, grazie a komoot, per il secondo anno consecutivo Official Rout Planner del Giro d’ Italia, l’occasione per vivere il legame profondo che unisce il ciclismo e la cultura popolare italiana, mediante un percorso a tappe che attraversa il Belpaese abbracciando la sua grande diversità storica, enogastronomica e paesaggistica.

Sono due le raccolte di percorsi create per l’occasione e messe a disposizione per oltre 30 milioni di utenti in tutto il mondo. Gli appassionati di ciclismo non solo potranno salvare le tappe ufficiali della gara e utilizzarle per la navigazione, ma anche trovare ispirazione grazie a una selezione di percorsi cicloturistici nelle regioni che ospitano il Giro – il modo migliore per scoprire le bellezze italiane e vivere lo spirito della gara.

 

Dalle maestose Tre Cime di Lavaredo alla splendida Costiera Amalfitana fino ai castelli della Valle d’Aosta, su komoot gli appassionati di ciclismo trovano ispirazione per le loro avventure in bici esplorando i percorsi cicloturistici creati da RCS, la società organizzatrice del Giro d’Italia. Ogni Tour può essere scaricato sul telefono per la navigazione offline o sincronizzato con un dispositivo GPS e gli utenti possono modificarne il punto di partenza e di arrivo a proprio piacimento.


In aggiunta alla proposta cicloturistica, RCS ha creato una Raccolta contenente le 21 tappe ufficiali del Giro d’Italia per consentire agli appassionati di seguire la gara nei minimi dettagli. Impareggiabile per interattività e facilità di utilizzo, komoot è l’unica piattaforma digitale che permette agli utenti di consultare il percorso di ogni tappa: i fan del Giro hanno così la possibilità di esaminare metro per metro la strada che i corridori affronteranno ogni giorno, dai segmenti teatro di frenetici arrivi in volata alle storiche salite che decideranno la maglia rosa.

Anche in questo caso ogni Tour può essere scaricato sul telefono per la navigazione offline o sincronizzato con un dispositivo GPS. I fan più sfegatati possono così ripercorrere personalmente il tracciato affrontato dal peloton oppure ripianificare a piacimento le tappe ufficiali per avere un assaggio del Giro d'Italia.

IL GIRO A MODO TUO: 25 PERCORSI CICLOTURISTICI NEI LUOGHI DELLA CORSA ROSA

IL GIRO D'ITALIA 2023: TUTTE LE  21 TAPPE UFFICIALI RACCOLTE SU KOMOOT


Top&Flop alvento weekly #8

TOP

Remco Evenepoel

Ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi quasi in scioltezza, sembrava non fare sforzo talmente elegante, potente e dominante. Ora arriva il Giro dove potrebbe da subito sostituire la maglia da campione del mondo con quella Rosa.

Tao Geoghegan Hart

Era dai tempi in cui vinceva il Giro nel 2020 che il corridore di Londra non andava così forte: 2 tappe e la classifica finale al Tour of The Alps, 3° alla Tirreno Adriatico, 6° alla Ruta del Sol, tappa e 3° posto finale anche alla Comunitat Valenciana. Al Giro con ambizioni da podio.

Lennard Kämna

Un piacere da vedere quando attacca. Un killer, se cerchia una tappa, possibilmente di montagna, quella sarà sua.

FLOP

Geraint Thomas e Thymen Arensman

Al Tour of the Alps sono usciti presto di classifica correndo entrambi in supporto di Geoghegan hart. In generale la loro prima parte di stagione appare tutt'altro che esaltante. Fra qualche settimana, sulle strade del Giro d'Italia, ci aspettiamo ben altre prestazioni.

Alexandr Vlasov

Come sopra: saprà salire di colpi al Giro dopo un inizio di stagione sotto tono?

Neilson Powless

Dalle stelle fiamminghe, alle stalle ardennesi. Ci si aspettava decisamente qualcosa in più, ma nelle controprestazioni tra Asmtel e Liegi, pesano le cadute.


Questionario cicloproustiano di Mikayla Harvey

Il tratto principale del tuo carattere?
L'ambizione

Qual è la qualità che apprezzi di più in un uomo?
La compassione

Qual è la qualità che apprezzi di più in una donna?
L'empatia

Cosa apprezzi di più dei tuoi amici?
La capacità di comunicare

Il tuo peggior difetto?
Sono il mio peggior critico

Il tuo hobby o passatempo preferito?
Il mio hobby preferito è l'escursionismo e il campeggio in estate. Mi piacciono molto anche lo yoga, il pilates e una giornata alla spa.

Cosa sogni per la tua felicità?
Il mio sogno di felicità è una buona salute ed essere circondata da amici e familiari.

Quale sarebbe, per te, la più grande disgrazia?
Non credo nella sfortuna. Credo che tutto accada per una ragione e che possiamo crescere e imparare dalle cose che vanno male

Cosa vorresti essere?
Per me è importante avere sempre ambizione ed essere felice. Non sono sicura al 100% di cosa voglio essere in futuro perché la vita cambia sempre. Al momento amo essere una ciclista professionista e vorrei che questo fosse il mio stile di vita per sempre, almeno fino a quando non perderò la mia passione per il ciclismo. Probabilmente ci vorrà molto, molto tempo prima che accada. Comunque, dopo il ciclismo, voglio seguire le mie passioni e magari aprire uno studio di Pilates e un piccolo caffè. Anche la famiglia è molto importante per me e un giorno vorrei diventare madre.

In che paese/nazione vorresti vivere?
Attualmente mi piace vivere in Italia. Ho bisogno delle montagne e di essere circondata dalla natura per essere felice.

Il tuo colore preferito?
Rosa

Il tuo animale preferito?
Cani, soprattutto Spaniel

Il tuo scrittore preferito?
J.K Rowling e Nora Roberts

Il tuo film preferito?
Re Leone

Il tuo musicista o gruppo musicale preferito?
Aurora

Il tuo corridore preferito?
Chris Froome

Un eroe nella tua vita reale?
Mio padre

Una tua eroina nella vita reale?
Mia mamma

Il tuo nome preferito?
Bella, che è anche il nome del mio Beagle che è morto qualche anno fa. Amava il cibo e le lunghe passeggiate nella natura

Cosa detesti?
I ragni

Un personaggio della storia che odi?
Hitler

Quale impresa storica ammiri di più?
È difficile scegliere una singola impresa storica che ammiro di più. Tuttavia, un grande momento clou per me è stato quando la Nuova Zelanda è diventata il primo paese al mondo con autogoverno in cui le donne avevano il diritto di voto. Questa è stata una grande mossa per i diritti delle donne e qualcosa di cui sono grata

L'impresa ciclistica che ammiri di più?
Quando Peter Sagan ha vinto i Campionati del mondo di Richmond. Questa è stata la prima gara ciclistica in assoluto che ho visto e ricordo di essere rimasta così colpita dal suo attacco che, da quel momento, sono diventata ossessionata dal ciclismo

Da quale gara non vorresti mai ritirarti?
Non voglio mai ritirarmi da una gara. Tuttavia, se dovessi iniziare la Parigi-Roubaix, la mia missione sarebbe correre fino al traguardo, indipendentemente da qualunque tipo di ostacolo

Un dono che vorresti avere?
Del cioccolato

Come ti senti attualmente?
Attualmente mi sento soddisfatta. Ho appena finito una dura giornata di allenamento, quindi sono un poco stanca, ma in senso positivo. Adoro la sensazione di completare un duro allenamento e rilassarmi per il resto della giornata. Come quando, tra fine marzo ed inizio aprile, mi sono concessa il mio primo gelato dell'anno e mi sono sentita molto soddisfatta. Gusti? Pistacchio e cioccolato, i miei due preferiti.

Lascia scritto il tuo motto della vita
Il mio motto di vita, da quando avevo dodici anni, è stato esplorare, sognare e scoprire. Vorrei dire che vivo ancora secondo lo stesso motto, 12 anni dopo


Demi Vollering, in numeri

Demi Vollering abbiamo provato a descriverla in tutti i modi, quasi a cercare una via per rendere reale, concreto nelle parole, ciò che sta facendo in questo inizio stagione. Aggiungiamo un altro modo, spietato se volete, come lo sono i numeri. Sì, perché, forse, di fronte a certe grandezze, l'unica strada che non lasci molto spazio all'interpretazione e ad una visione soggettiva, ma fotografi una oggettiva realtà, è proprio quella numerica. La prima gara di Vollering, nel 2023, è stata la Omloop Het Nieuwsblad, a fine febbraio: diciassettesima al traguardo. Siamo a fine aprile: da quel giorno, Vollering, come peggior risultato, ha solo due secondi posti: alla Freccia del Brabante, vinta da Silvia Persico, e al Fiandre, tra l'altro vinto da una sua compagna di squadra, Lotte Kopecky, e chissà se non ci fosse stata Kopecky. Diciamo "peggiore" riferendoci al secondo posto, perché tutti gli altri piazzamenti, in questo ruolino di marcia, sono primi: Strade Bianche, Dwars door Vlaanderen, sino alla tripletta delle Ardenne, Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi. Otto giorni di gara e cinque vittorie. Si può aggiungere altro?

Molto altro. C'è da dire, ad esempio, che pure i numeri vanno declinati e pure cinque vittorie su otto giorni di gara possono avere pesi differenti. Da gara a gara, da contendenti a contendenti. Ha affrontato tutte le rivali che la insidieranno in questa stagione, anche nelle gare a tappe, ed è sempre apparsa in pieno controllo. A tal punto che si è iniziata ad usare la locuzione "la prima delle umane" per colei che viene battuta da Vollering. Che è poi il concetto di "fuoriclasse": fuori dalla classe comune, in questo momento, c'è lei, il gruppo si gioca il resto. Gare del Nord, vero, declinate in vari aspetti, gli sterrati, i muri, il pavè, le côtes, simili ma differenti, perché il Nord è come un orizzonte, un immaginario da richiamare, ma il paesaggio cambia, le specificità sono diverse. Ci sono atlete "più da Amstel", atlete "più da Liegi", atlete "da Strade Bianche" o "da Freccia". Lei è "da tutte queste gare" e non solo, perché, ad oggi, sarebbe inserita nel pronostico di ogni gara possibile, probabilmente.

Amstel Gold Race Ladies Edition 2023 - 9th Edition - Maastricht - Valkenburg 155,8 km - 16/04/2023 - Demi Vollering (NED - Team SD Worx) - photo Rafa Gomez/SprintCyclingAgency©2023

Vince e vince in ogni modo possibile. Alla Strade Bianche ci ha provato da lontano, ricorderete tutti la discussa volata con Kopecky, all'Amstel ha colto un attimo, un dardo scoccato, per l'appunto, dopo l'attesa, dopo aver lasciato sfogare le altre, alla Liegi con una fuga a due, con Elisa Longo Borghini, gasata dall'idea di potersela giocare con l'atleta piemontese, che è quel qualcosa in più, un piacere recondito di chi sta talmente bene che cerca il massimo coefficiente di difficoltà, l'invenzione, l'equilibrismo, il diverso a costo di perdere. La Liegi l'aveva già vinta nel 2021, ma questa volta era un'altra storia. Non più la giovane di talento, ma la certezza, l'atleta controllata da tutte, contro cui fare la corsa. Ineluttabile, in pratica, perché qualunque situazione di gara, in un modo o nell'altro, la vede al centro o con la possibilità di rientrare e fare il colpaccio. Il suo duello con Lippert sul Mur de Huy, alla Freccia Vallone, è enigmatico: in testa da chilometri, a tutta all'imbocco del muro, ripresa eppure ancora davanti, ancora vincente.

Un dato importante anche a livello psicologico, perché bisogna trovare una chiave per scardinare la sua fortezza, una tattica, ed ogni volta si palesa lo stesso. «Come la si batte?»: se lo stanno chiedendo in tante. Scalatrice di livello, veloce, nel pieno della maturità, perché è classe 1996, ha ventisei anni, qualche anno di esperienza alle spalle e molti davanti. Ed il bello è che il ciclismo è una parte importante della sua vita, ma non il tutto: appassionata di camminate in montagna, di lettura, ragazza di una semplicità disarmante, per come la descrivono le compagne, capace di prendere seriamente la commozione quanto l'allegria. Parlavamo di equilibrismi: forse anche l'equilibrio ha reso così Vollering.

Non vuole confronti con nessuno, pesante quello con Anna van der Breggen, suo direttore sportivo quest'anno, difficile quello con Annemiek van Vleuten, anche se confessa di volerla battere nel suo giorno migliore. Sarebbe un'altra variante, un altro gioco senza rete. Non vuole essere l'erede di nessun'altra, perché serve leggerezza per una bicicletta e portarsi sulle spalle un passato da eguagliare rischia di rallentare, di affaticare. Intanto, si stanno avvicinando le grandi corse a tappe.


Nuove Campagnolo Hyperon Ultra

Andiamo pazzi per il design, andiamo pazzi per la tecnologia, andiamo pazzi per l’eleganza. Perciò non vi stupirete se vi diciamo che siamo letteralmente impazziti per le nuove Hyperon Ultra di Campagnolo. È vero, erano già state usate lo scorso anno al Giro d'Italia 2022, però si trattava di prototipi molto ben nascosti. Ora sono finalmente disponibili per chiunque cerchi prestazioni elevate. Le ruote più maneggevoli sul mercato, ci dicono. Cerchiamo di capire il perché.

Partiamo dal peso: 1.240 grammi la coppia nella versione 2WayFit (tubeless e copertoncino) e 1.160 grammi in quella per tubolare. Praticamente due borracce d’acqua. Follia, eh?

Passiamo poi ai raggi: dopo numerose ricerche, test e prototipi, gli ingegneri di Campagnolo hanno definito una configurazione a 21 raggi per la ruota anteriore e a 24 raggi per quella posteriore, ma in modo asimmetrico. Ci preme però concentrarci sulla ruota anteriore: i 21 raggi sono divisi in 14 sul lato sinistro del cerchio e 7 sul lato destro. Il motivo è che i 14 raggi sul lato sinistro permettono la massima stabilità in frenata, perché è il lato sinistro che assorbe i carichi maggiori a causa del posizionamento del rotore del disco. Per questo il lato destro può scendere a 7 raggi, il che significa un peso ridotto e la massima efficienza di spinta.

È il momento dell’altezza del cerchio. Ancora una volta, dopo molte fasi di ricerca e sviluppo, gli ingegneri di Campagnolo hanno determinato che 37 era il numero magico: sono questi i millimetri di altezza perfetti per avere un profilo che sappia coniugare reattività, risparmio di peso ed estrema maneggevolezza anche nelle condizioni più ventose.

Infine la larghezza del cerchio: 21 mm. Così da conferire la sicurezza per poter scattare in frazioni di secondo, superando un rivale, anche se si tratta della classica volata al cassonetto.

Il prezzo? 3.650 €

Noi usciamo a provarle. E voi, cosa aspettate?

campagnolo.com


Le scelte di Soraya Paladin all'Amstel

Potremmo dire che la prestazione di Soraya Paladin, Canyon SRAM Racing, all'Amstel Gold Race di domenica 16 aprile, trovi le sue radici in un fatto tanto semplice e quotidiano, quanto complesso: la decisione. Sì, perché quel giorno la squadra aveva tutte le intenzioni di rendere dura, aspra, una gara già zeppa di difficoltà e resa ancor più angusta dalla pioggia, dal vento e dal freddo che rimbalzavano da una parte all'altra sulle salite, sugli strappi irti del Limburgo. Il punto è che Paladin, nella tattica originale, avrebbe dovuto aspettare il finale e giocarsela nell'eventuale sprint ristretto oppure, comunque, sull'ultimo Cauberg; in riunione, però, c'è la domanda che è il preludio di ogni decisione: «Vorrei movimentare la gara già dall'inizio, mettermi in gioco da subito, anche perché, sul finale, nonostante lo spunto veloce che posso avere, è tutto da dimostrare. Facciamo così?». Le hanno detto sì e lei non ha tardato a mettere in pratica l'idea.

«Mi piace correre in maniera aggressiva anche perché vivi proprio la gara, la senti. Aspettare, alcune volte, ti fa sembrare quasi affacciata ad una finestra a vedere la scena, invece, per come penso io al ciclismo, voglio crearla quella scena, esserne al centro. Provarci, almeno». In giorni così, la prima cosa a favore di Paladin è il suo rapporto con la pioggia, col brutto tempo: preferisce il sole, l'asciutto, ma si ritiene fortunata perché, anche quando piove, sa di riuscire lo stesso a giocarsi le proprie carte ed in gruppo, si sa, in molte, con le stesse condizioni, partono battute. Forte di questa consapevolezza, si getta nel primo tentativo di fuga.

UAE Tour Women 2023 - 1st Edition -2nd stage Al Dhafra Castle - Al Mirfa 133 km - 10/02/2023 - Soraya Paladin (ITA - Canyon SRAM Racing) - photo Luca Bettini/SprintCyclingAgency©2023

Non è che in fuga ci si trovi, bisogna andarci ed è sempre uno sforzo, ma c'è modo e modo di farlo, convinzione e convinzione: «Che avevo le gambe, in quel momento, l'avevo già capito. Ma non pensavo che fosse quella la fuga decisiva, eravamo lontane. Però ho detto: "Vediamo, entriamoci e poi capiamo cosa succede". In effetti ci hanno ripreso». Fatica e ancora fatica, ma già qualche giorno dopo, Paladin ci scherza sopra, in particolare quando le diciamo che dalle immagini televisive pareva quasi rilassata, quasi sorridente: «Magari lo fossi stata, magari!». La fatica è qualcosa con cui ha sempre convissuto, ma a cui, negli anni, ha dato significati e letture diversi: «Penso di aver capito che non bisogna pensarci. Mi spiego: il corpo sente il male, l'acido lattico, ma l'input per spegnere la lampadina non viene dal corpo, viene dalla mente. Appena pensi: "Che fatica", quasi automaticamente, ti lasci andare. Non devi pensarci, è un dato di fatto. Lo accetti e vai avanti».

Soraya Paladin riparte, più volte. Fino a quando, nel finale, riesce a creare il varco, siamo pochi chilometri prima del Cauberg, in un tratto che, già nelle tornate precedenti, aveva adocchiato. Il gruppo la bracca, Grace Brown la insegue e la raggiunge: «La sfida è con te stessa, il gruppo non puoi bloccarlo e sai che tante atlete assieme, solitamente, sviluppano maggiore velocità». Tra le idee c'era anche un attacco finale proprio sul Cauberg, ma visto che il gruppo ha lasciato un poco di margine, si continua.

Ronde van Vlaanderen - Tour des Flandres 2023 - Women 2023 - 20th Edition - Oudenaarde - Oudenaarde 156,6 km - 02/04/2023 - Soraya Paladin (ITA - Canyon SRAM Racing) Marta Bastianelli (ITA - UAE Team ADQ) - /SprintCyclingAgency©2023

Paladin sempre fresca, molto fresca, sino a che, proprio all'imbocco del Cauberg, Brown sembra quasi staccarla. La sua è una mossa ben pensata: «All'imbocco della salita, si svolta e ci sono delle strisce pedonali. La vernice di quelle strisce, con la pioggia, fa scivolare. Ho scelto volutamente di rallentare all'ingresso, poi sapevo di dover spingere ancora più forte, ma la gamba diceva che era possibile». Si dice che il Cauberg sia una salita all'aroma di birra, al profumo di birra, ma Soraya Paladin ha una sua versione: «Non è il profumo di birra quello che annusiamo, è il profumo di vittoria. Visto che sul podio danno un calice di birra, è automatico collegarlo. Devo dire che una bella birra trappista, in quel momento, non l'avrei rifiutata. Anzi».

Il gruppo ritorna, Paladin inizia a zigzagare, viene ripresa e iniziano le manovre per il finale, con Vollering che anticipa tutte e va a vincere. Anche rispetto a questo momento, quello in cui il gruppo riprende i fuggitivi, la visione di Paladin è cambiata nel tempo: «Ovviamente la delusione c'è, il rischio, però, è quello di buttare via tutto ciò che si è fatto. A me l'ha insegnato un mental coach: il problema è dove si focalizza l'attenzione, perché qualcosa di positivo c'è sempre e, se non c'è, si può cercare. In quel momento l'ho cercato: dopo una giornata così, minimo dovevo fare la volata».

De Brabantse Pijl - La Flèche Brabançonne WE 2023 - 8th Edition - Lennik - Overijse 141,2 km - 12/04/2023 - Soraya Paladin (ITA - Canyon SRAM Racing) - photo Rafa Gomez/SprintCyclingAgency©2023

E le forze? Sono nella testa. Paladin ritiene che, a quel punto, il 70% sia un fatto mentale e solo il 30% un fatto fisico. Arriva un quinto posto, un altro quinto posto in questa gara: «Il cinque potrebbe essere il mio numero, no?» ironizza Soraya, prima di tornare a parlare della sua condizione: «La forma è buona, non dico nulla, ma, se resta così, si possono fare ottime cose, nelle prossime gare. La Sd-Worx, al momento, ha qualcosa in più, ma arriviamo anche noi. Arriviamo presto». C'è soddisfazione in squadra per il tipo di corsa fatta e c'è soddisfazione anche in Soraya Paladin che, tra le consapevolezze che porta via dall'Amstel, ne ha una in particolare.
«Avere coraggio ripaga sempre. Fare, invece, di aspettare ripaga sempre. Magari non immediatamente, non nei risultati, ma, quando hai coraggio, quando sai di aver avuto coraggio, sei soddisfatta di te, sei felice».